Golden State @ Cleveland, Top & Flop di gara 6: LeBron da leggenda, Curry e i Warrios sull'orlo di una crisi di nervi
Tutto in una notte. Quella tra domenica e lunedì, in cui c’è in gioco tutt, in cui bello e brutto di questo sport si incroceranno per l’ultima volta in questa stagione. Perché, nella sua infinita e suadente crudeltà, ‘The Game’ incoronerà solo uno tra Stephen Curry e LeBron James. L’altro, invece, si troverà di fronte a una lunga estate di tormenti e rimpianti per quel che poteva essere e non è stato. E’ tutto così profondamente giusto e ingiusto. E’ l’Nba. E’ gara 7. Sono le Finals.
TOP
LeBron James: 41 punti, 11 rimbalzi, 8 assist e 3 stoppate, dopo il 41-16-7 di gara 5. Quinto giocatore nella storia a scrivere 40 o più in due partite consecutive della serie finale, primo a crederci dopo il 3-1 Warriors. E’ a 48 minuti (o più) dall’immortalità, ammesso che già non gli appartenga: perché ridurre tutto a una sola partita dopo una stagione e una serie così è semplicemente la cosa più stupida che si possa fare.
Tristan Thompson: approfitta al meglio dell’assenza di Bogut spadroneggiando in lungo e in largo nel pitturato, cioè quel che era mancato ai Cavs nelle ultime due partite: 15 punti, 16 rimbalzi e 3 assist in 2 minuti di gioco. Un fattore, nonché uno dei probabili aghi della bilancia del redde rationem di domenica sera.
FLOP
Stephen Curry: i freddi numeri parlano di 30 punti, con 8/20 dal campo e 6/13 da tre. Poi, però, c’è il resto, con una crisi di nervi culminata nella cacciata per falli a 4:22 dalla fine e nel lancio finale del paradenti. E’ stato l’emblema di Golden sate nelle vittorie: lo è anche quando le cose non vanno per il verso giusto.
Harrison Barnes: se la ‘Death Lineup’ ha fallito è soprattutto a causa sua: 0/8 al tiro in poco più di 16 minuti e una continua e costante sofferenza in difesa. E senza Bogut e con Iguodala alle prese con i problemi alla schiena è stato come consegnarsi armi e bagagli ai Cavaliers.