“Goal” dei Knicks sui Pelicans, seconda sconfitta per i Bulls contro i Cavaliers. Comode vittorie per Wizards e Clippers
PHILADELPHIA 76ERS @ WASHINGTON WIZARDS 76 – 111: trasferta complicata e risultato più che pronosticabile. La vittoria di Washington sui “malcapitati” 76ers arriva con un distacco di 35 lunghezze (il massimo in franchigia contro Philly) e un dominio durato dal primo minuto fino allo scoccare dell’ultima sirena. Ma se Phila voleva giocarsela, i Wizards hanno spazzato via ogni dubbio, tirando fuori una prestazione molto convincente e statisticamente eccellente: 7 giocatori in doppia cifra, 55.6% dal campo, 50% da 3, +23 rimbalzi catturati (30-53) e una panchina in grado di produrre 48 punti. Da segnalare l’ennesima partita da 10+ punti e 10+ assist per John Wall che continua a confermare i miglioramenti sotto il piano della visione del gioco. No, non era decisamente una partita alla portata dei Philadelphia 76ers e il risultato lo dimostra ampiamente. Seconda vittoria di fila per Washington e secondo posto ad est confermato, mentre Philly perde la diciassettesima gara lontana dal Wells Fargo Center.
PHILADELPHIA 76ERS (8-33): Sims 13, Covington 10, Noel 11, McDaniels 5, Carter-Williams 7, Grant 12, Aldemir 2, Thompson 9, Thomas 2, Drew 2, Sampson 3.
WASHINGTON WIZARDS (29-13): Pierce 10, Nene 12, Gortat 20, Beal 10, Wall 10 + 10 ASS, Humpries 6, Butler 8, Porter 10, Miller, Seraphin 14, Gooden, Webster 2, Temple 8.
BOSTON CELTICS @ LOS ANGELES CLIPPERS 93 – 102: anche questa partita, sulla carta, risulta essere molto complessa per i “visitors” che affrontano sul parquet dello Staples Center dei Clippers rinvigoriti da un paio di brillanti uscite. Se da un lato non è così difficile riuscire a stabilire chi vince, dall’altro è complicato descrivere le emozioni che Doc Rivers prova ogniqualvolta vede i colori dei Boston Celtics. La partita, quasi mai seriamente in discussione, si incanala sui binari dei Clips fin dal primo quarto, ma i bianco-verdi non possono mai essere dati per spacciati. Griffin e Jordan creano il vuoto all’ombra dei cristalli, mentre fa il suo esordio con tanto di “circus shot” Austin Rivers, figlio del coach! Nel secondo periodo a far la voce grossa è J-crossover, Jamal Crawford, che, estraendo un paio di conigli dal cilindro, permette ai suoi di chiudere avanti di 10 lunghezze il primo tempo. Il problema resta sotto le plance, con Jordan che a rimbalzo offensivo e difensivo ha piena libertà vista l’assenza di opposizione. A metà terzo quarto i buoi scappano definitivamente dalla stalla con l’ennesimo lob catturato dal centro dei Clippers che realizza il +23. Il parziale di 14-2 di fine quarto rimette in discussione la partita, anche se lo svantaggio rimane vicino alla doppia cifra. L’orgoglio Celtics (quello non manca mai, anche senza stelle, NdR) spaventa effettivamente i padroni di casa che tornano sul -3 grazie alla tripla di Thornton! Ma negli ultimi due minuti, LA si riprende la partita con la forza e prima Hawes e poi CP3 fissano il punteggio sul definitivo 93-102. Da segnalare la terrificante prestazione di DeAndre Jordan con 8/9 dal campo, 12 rimbalzi, 6 stoppate e 19 punti!
BOSTON CELTICS (13-26): Crowder, Sullinger 14, Zeller 7, Bradley 3, Turner 10 + 10 RT, Bass 17, Thornton 15, Smart 14, Olynyk 11, Prince 2.
LOS ANGELES CLIPPERS (28-14): Barnes 3, Griffin 22, Jordan 19 + 12 RT, Redick 16, Paul 9, Crawford 16, Hawes 9, Rivers 2, Davis 4, Jones 2.
NEW ORLEANS PELICANS @ NEW YORK KNICKS 92 – 99: veleggia un solo numero sul MSG, ovvero sia il 16, come le sconfitte consecutive incassate dai NY Knicks! Stanotte sono arrivati dei Pelicans ancora decimati (fuori Holiday e Davis) e in back-to-back, dopo la bella vittoria in Canada contro i Raptors. Primo quarto di rara intensità per i Knicks che si affidano alla stella, a Carmelo Anthony che risponde realizzando 12 punti nei primi 12 minuti di gioco. Prima frazione di gioco controllata da NY che chiude avanti di 6 lunghezze (16-22). Nel secondo quarto, invece, i protagonisti sono diversi e rispondono ai nomi di Stoudemire e Hardaway jr. che fanno male alla difesa Pelicans nel pitturato e dietro l’arco dei 3 punti. Il vantaggio diventa in double digit e New Orleans sembra essere davvero provata fisicamente dopo lo sforzo compiuto 24h fa. Altro personaggio da Knicks è Galloway che, per la prima volta parte nello starting five, riesce a ripagare la figura di coach Fisher. Dopo l’intervallo i Pelicans cercano di ricucire lo strappo con Asik ma le maglie in difesa non si chiudono a dovere. In attacco il solo Evans non può reggere e la pessima serata al tiro di Anderson (3/13 da 3!) fanno calare le percentuali dal campo di NO. Nonostante le difficoltà, però, dall’altra parte ci sono i Knicks che quest’anno fanno diventare possibili anche ciò che non dovrebbe esserlo. Evans e Gordon riescono a tornare sul -3 il canestro in zingarata per il -1 porta ancora a firma del talento ex Kings. La partita per i Knicks la chiude Jose Calderon servito intelligentemente da un Carmelo Anthony raddoppiato. La tripla dall’angolo chiude i conti e permette a NY di interrompere la striscia negativa di 16 sconfitte consecutive iniziata il 12 di dicembre!
NEW ORLEANS PELICANS (20-21): Anderson 11, Cunningham 2, Asik 11 + 17 RT, Evans 23, Gordon 20, Pondexter 10, Ajinca 8 + 11 RT, Fredette 6, Babbitt, Wolters, Withey 1.
NEW YORK KNICKS (6-36): Amundson 4, Anthony 24, Smith 12, Calderon 5, Galloway 21, Stoudemire 14, Hardaway 11, Larkin 4, Thomas 4, Wear.
CHICAGO BULLS @ CLEVELAND CAVALIERS 94 – 108: la partita della notte ad est, senza mezzi termini. Per la seconda volta, ma col cambio di location, si affrontano i Cavaliers di James e i Bulls di Rose, le due squadre inizialmente favorite come finaliste nella Eastern Conference. In una Quicken Loans Arena sold out, i Cavs partono col piede giusto, con la determinazione giusta e con una mentalità finalmente adatta ad una partita del genere. Per tutto il resto, meglio affidarsi al 23 che trascina i suoi compagni sul 19-24 dopo la prima sirena. Nel secondo periodo i Cavaliers scavano un solco e infliggono un 30-20 di parziale figlio di una intensità elevata ma anche, se non soprattutto, a delle percentuali dal campo per i Bulls davvero allarmanti: tutto ciò che veniva tirato, in particolare nel pitturato, veniva sbagliato o sputato dal ferro. Il parziale di fine quarto di Cleveland consente a coach Blatt di andare negli spogliatoi su un tranquillo +15. La ripresa inizia sulle stesse note del primo tempo, con Mozgov e Love che hanno libertà di movimento sotto i tabelloni. Il parziale si dilata ancor di più quando James decide di inserire la terza, tanto basta per risultare immarcabile anche per un eccellente difensore come Jimmy Butler. La tripla di Smith (la sesta, chiuderà con 6/9) consente ai padroni di casa di toccare il +20 (57-77) con 3’ sul cronometro del III quarto. Game, set & match a Cleveland: per la seconda volta in stagione, i Bulls si arrendono ai Cavs che, nel frattempo, vincono la terza partita consecutiva! Arriva ancora poco dalla panchina ma arriva una quantità mostruosa di punti, assist e rimbalzi dal quintetto.
CHICAGO BULLS (27-16): Butler 20, Gibson 10 + 10 RT, Gasol 11 + 11 RT, Hinrich, Rose 18, Snell 12, Mirotic 3, Moore 2, Brooks 16, Bairstow 2, Mohammed.
CLEVELAND CAVALIERS (22-20): James 26, Love 16 + 12 RT, Mozgov 15 + 15 RT, Smith 20, Irving 18 + 12 ASS, Thompson 6 + 10 RT, Marion 2, Dellavedova 3, Haywood 2, Harris, Miller, Jones.