Garnett all'attacco: "Nessuna cerimonia in mio onore finché Taylor resterà alla guida dei Twolves"
Kevin Garnett è tornato agli onori delle cronache NBA nei giorni scorsi, con la sua nomina, assieme a Tim Duncan ed al compianto Kobe Bryant, a futuro Hall of Famer. Nel corso della sua carriera, The Big Ticket è diventato famoso, oltre che per le sue enormi qualità sul parquet, anche per la sua forte personalità e per il non avere peli sulla lingua.
Così, intervistato da The Athletic, Garnett ha reagito in maniera molto dura e diretta alle voci secondo le quali, in un prossimo futuro, i Minnesota Timberwolves, franchigia con la quale ha speso 14 delle sue 21 stagioni nella Lega, potrebbero ritirare la sua maglia #21.
“Glen (Taylor, proprietario dei Twolves, ndr) sa benissimo qual’è la mia posizione e non ci penso nemmeno ad una cerimonia in mio onore a Minneapolis finché c’è lui alla guida della franchigia” – sentenzia Garnett – “So benissimo che riceve pressioni molto forti in tal senso dai fan e da tutta la comunità di Minneapolis, ragion per cui il suo gesto non sarebbe per nulla sincero“.
Il nativo di Mauldin, South Carolina, spiega il perché del suo astio nei confronti di Taylor, risalente al 2015, all’epoca del suo ritorno ai Twolves: “Glen e io avevamo un accordo (sul passaggio della proprietà della franchigia, ndr) ma, quando Flip Saunders (allora head coach e dirigente dei Twolves, ndr) morì, il nostro accordo fece la stessa fine. Quell’episodio mi mostrò la vera natura di Glen e non glielo perdonerò mai“.
“Credevo che Taylor fosse una persona corretta, un uomo d’affari onesto, ma quando Flip morì il nostro accordo se ne andò con lui” – aggiunge – “Sebbene Minneapolis avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, non voglio nella maniera più assoluta avere alcun rapporto con lui o con persone attorno a lui“.
“Ripeto, amo i miei Twolves, adorerò sempre i miei ragazzi e tutte le persone che sono state al mio fianco. Porterò sempre nel mio cuore Minneapolis e tutto lo stato del Minnesota. Ma io non faccio affari con dei fottuti serpenti. Cerco di non farne sia con chi è apertamente un serpente sia con chi si comporta come tale alle tue spalle“, conclude Garnett.