#FreeGallinari: le 6 destinazioni ideali per Danilo
Questione di priorità. E vien da chiedersi se quelle di Danilo Gallinari dopo 18 mesi sono cambiate. Fine luglio 2015: i Denver Nuggets decidono di legarsi a doppia mandata all’ala della Nazionale facendogli firmare un rinnovo di contratto da franchise player da 15 milioni a stagione, con opzione a favore del giocatore sull’ultima. Ovvero, la prossima. Il che, tradotto nel gergo del mercato NBA, vuol dire che se il Gallo terminerà la stagione corrente senza essere soddisfatto, potrà ben decidere di rendersi free agent e quindi alla mercé dei migliori offerenti.
Presto, troppo presto, per intavolare su questa scelta. Perché Gallinari non potrà tracciare verosimilmente un bilancio corretto della sua annata se non arriva prima al termine. L’obiettivo, come più volte ripetuto, sono i Playoff. E più in alto dell’ottavo posto, francamente, sembra impensabile. I Nuggets sono potenzialmente già nello spot giusto, avendo due partite in meno a Portland che al momento chiuderebbero la griglia della post season. Che per Denver si chiuderebbe praticamente subito, dal momento che beccherebbero una tra Golden State (quasi sicuramente) o San Antonio (se riuscisse a superare i californiani). Insomma, giungendo al punto focale del discorso, la scelta più saggia per una squadra ancora troppo acerba e al tempo stesso lontana dal diventare matura e per un giocatore giunto – più l’anno scorso che questo – all’apice della sua carriera americana, sarebbe quella di scambiarlo prima della deadline del 23 febbraio.
Un mese e qualche giorno, per incontrarsi, guardarsi negli occhi e riflettere sul futuro. Che è tutt’altro che roseo se lo status quo rimanesse invariato. E per quanto Gallinari abbia più volte affermato di trovarsi davvero bene in Colorado, di certo vien difficile da credere che rinunci a lottare seriamente per obiettivi più elevati di un 8° posto da conquistare con record negativo. Ciò detto, abbiamo provato a far viaggiare l’immaginazione, ma senza fantasticare troppo. Abbiamo cioè analizzato il payroll di tutte le franchigie, escludendo quelle lontane dall’essere competitive e quelle a cui non servirebbe un giocatore nello spot di ala piccola in quintetto (Cleveland, Golden State, San Antonio su tutte). Perché un giocatore da 17.1 di media (15.1 in carriera) è da starting five, che possa piacere o meno. Le ipotesi che ci hanno convinto di più sono sei, illustrate di seguito.
N.B.: Nelle trade non teniamo conto di eventuali scelte da scambiare.
1) Atlanta Hawks. Hanno pensato di smantellare, poi hanno cambiato idea, volendosi tenere bello stretto Millsap. La scelta la condividiamo, in virtù di un sistema di gioco che non è giusto compromettere così radicalmente. Ciò che d’altro canto è certo, è che in questo mese e in estate bisogna inventarsi qualcosa per ridare linfa a questa squadra. Un’idea può essere Danilo, che potrebbe arrivare mandando Bazemore in Colorado.
2) Boston Celtics. Realmente ci hanno provato. Stevens aveva dato il via libera per imbastire la trade per Gallinari, ma non c’è stato verso. Boston ha un ottimo equilibratore in termini salariali, come Amir Johnson, e basterebbe per rendere valido lo scambio. Se poi ci si mette che i Celtics hanno tanti giovani interessanti – tipo Brown – che possono far gola, si comprende come siano tuttora i favoriti eventualmente per chiudere questo affare.
3) Chicago Bulls. Non è l’oasi felice, anzi! Ma il prestigio non manca. E nemmeno giocatori di spessore. Dal momento che Rondo è con le valigie in mano, è lui il primo a cui logicamente si pensa, anche per motivi salariali che si sposerebbero alla perfezione con l’arrivo di Danilo nell’Illinois. La crescita di McDermott è innegabile, ma ha una situazione psichica complessa alle spalle e non fornisce tutte le garanzie del caso.
4) Toronto Raptors. Carroll non si è rivelato propriamente il giocatore che in Canada si aspettavano. Tanti i motivi, a partire da una potenza offensiva nel backcourt che lo porta ad essere meno coinvolto nel gioco, di gran lunga differente di quello operato ad Atlanta. Quindi, se i Raptors volessero aggiungere una nuova bocca da fuoco dal sangue tricolore, Gallinari potrebbe arrivare spedendo Carroll ai Nuggets.
5) Los Angeles Clippers. L’altra franchigia che aveva dimostrato interesse concreto, come confermato dallo stesso Gallinari, erano i Clippers. Scambiando chi? Forse Griffin. Forse, perché ci siamo accorti che se smantellassero un po’ la panchina, potrebbero arrivarci ugualmente. Le vie per arrivarci, ricapitolando, sono due: via Griffin, oppure via Wesley e Bryce Johnson, Pierce e Mbah a Moute.
6) Oklahoma City Thunder. Tanto intrigante, sarebbe un ottimo partner in crime per il penetra e scarica di Westbrook. Di certo, meglio di Singler che però dovrebbe fare i bagagli insieme ad Abrines per lasciare il posto a Danilo. E pensandoci bene, questa scelta la consiglieremmo al nostro Sam Presti.