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Eastern Conference, where the impossibile can happen

Di luoghi comuni ne esistono tanti, forse troppi. Uno dei tanti, spostandoci dal generale al cestistico, è che la Eastern Conference è un gradino più in basso rispetto all’altra costa, dov’è c’è più competizione, più talento, più bagarre, più spettacolo. A chi è di questo avviso – nonostante l’idea sia più che comprensibile e rispettabile – proponiamo la corsa ai PO, e ai conseguenti miglior piazzamenti, della conference di cui sopra. Mentre nella Western Conference si possono contare 5, al massimo 6 squadre, che lottano per qualcosa di importante, in queste ultime 6 gare nelle prime 10 (DIECI) posizioni ad Est può succedere di tutto! Procediamo con ordine.

1st feed: James vs DeRozan, Irving vs Lowry, Cavs vs Raptors – Alla presentazione del suo rientro alla base, LeBron Raymone James disse “In Northeast Ohio, nothing is given. Everything is earned” per sottolineare come nulla sia dovuto e tutto va guadagnato. Il concetto, trasportato nella nostra tematica, va esteso a livello generale e non solo all’Ohio. Il primo posto, che tanto sembrava scontato ad inizio stagione, va guadagnato e nulla può essere dato per fatto. 3.5 GB è la distanza che divide Cleveland dalla diretta – e unica – inseguitrice: i Toronto Raptors. Dopo la figuraccia dello scorso anno (4-0 contro i Wizards con fattore campo a favore, NdR) in Canada si prova a fare sul serio perchè crederci è più che lecito, anche se il calendario non ti aiuta. Quello che stanno facendo Lowry (21.5 punti di media, career high, con 6.5 assist, quasi 5 rimbalzi e 2 palle recuperate, tirando con la miglior percentuale da 3 della carriera) e DeMar DeRozan (23.7 punti di media, career high, 4 assist e 4.4 rimbalzi con la miglior percentuale da 3 della carriera), con annessi gregari e comprimari, non passa affatto inosservato e anzi aumenta la competitività che da anni non vedeva una pallacanestro a questi livelli. Cleveland, dal canto suo, resta la squadra da battere, anche solo per quel Re dell’Ohio da 25.2 punti a sera con 7.5 rimbalzi e 6.8 assist ad allacciata di scarpe. Se contiamo l’aggiunta, infortuni permettendo, di “innesti” come Love e Irving, la storia si complica per gli altri. I Cavs saranno chiamati ad un finale di stagione regolare che, nei piani di James&Co, doveva essere più tranquillo. Qualche partita buttata al vento e primato a rischio. Saranno 3 le partite da giocare at the Q, mentre 2 in trasferta: @Milwaukee, @Indiana, @Chicago, vs Atlanta e vs Detroit. Toronto ha una partita in più da giocare e un calendario non semplice ma bilanciato con i diretti avversari: vs Charlotte, @Atlanta, vs Indiana, @Knicks, vs Philadelphia e @Brooklyn. Noi restiamo con LeBron: nothing is given, nemmeno per il primo posto della EC.

Una lotta ad 8 tra conferme, rimonte e miracoli – Non si potrebbe parlare, come nel caso della  WC, di scontri diretti perchè sono troppe le squadre coinvolte in questa rincorsa finale per guadagnarsi un posto nella post-season e/o un miglior piazzamento. Dietro le prime due ci sono gli Hawks (45-32), seguiti dai Celtics (45-32), dagli Heat (44-32), dagli Hornets (44-32) e leggermente più staccati i Pacers (41-36), i Pistons all’ottavo posto (41-36), mentre sono chiamati agli straordinari i Bulls (39-38) e ancor più giù i Wizards (37-40), ancora non matematicamente fuori dalla corsa. Il gruppetto che si gioca il terzo posto è formato da Atlanta, Boston, Miami e Charlotte (in ordine di classifica) e gli incroci tra queste 4 franchigie saranno 4 nel giro di 9 giorni, senza contare le altre più in basso e più in alto. Atlanta ha 5 partite per chiudere l’ennesima – e inaspettata – marcia: vs Phoenix, vs Toronto, vs Boston, @Cleveland e @Washington, non proprio comodissimo se hai tutta la pressione sulle spalle. Boston ha un piccolo vantaggio: ha lo stesso record ma mentre Atlanta avrà 3 gare casalinghe e 2 trasferte (toste), i Celtics sulle 5 partite da giocare ne avranno 4 al TD Garden. Un vantaggio significativo ma non influente, considerando che Boston ha già perso 12 volte in casa. Il percorso prevede: vs New Orleans, vs Milwaukee, @Atlanta, vs Charlotte e vs Miami, con le ultime 3 più che decisive per le sorti di chi si affronta. Attaccate a queste due, ci sono gli altalenanti Miami Heat, capaci di grandi cose ma anche di partite estremamente sottotono. Le 6 partite che chiuderanno una RS tormentata dagli infortuni non sono semplici e saranno delle vere e proprie finali, considerando la voglia e gli obiettivi degli avversari: vs Detroit, vs Chicago, @Orlando, vs Orlando, @Detroit e @Boston, con le ultime due trasferte di rara importanza. Chiude questo gruppetto la Charlotte di Walker e Jordan, capace finalmente di grandi cose. E’ la squadra che sulla carta ha un calendario più tranquillo se non fosse per l’elevato numero di trasferte: @Toronto, @Knicks, vs Nets, @Washington, @Boston e vs Orlando, con ben 4 trasferte su 6 gare da giocare.
Appena staccati ci sono i Pacers e qui ci spostiamo alla corsa per gli ultimi due posti disponibili tra Indiana, Detroit, Chicago e Washington. Anche qui gli scontri diretti saranno tanti e avrà accesso ai PO chi riuscirà a commettere il minor numero di errori. A 41 W e 36 L ci sono i Pacers di George, chiamati a rispondere già stanotte con una partita difficile. Infatti avranno vs Cleveland, @Toronto, vs Nets, vs Knicks e @Milwaukee. Allo stesso record troviamo Detroit, con una stagione da grandi numeri ma molto discontinua. Proverà a salvare tutto in queste 5 partite, 2 in casa e 3 fuori: @Miami, @Orlando, vs Washington, vs Miami e @Cleveland. Non le avversari che vorresti se provi a salvare l’ultimo spot disponibile. Ringhiano dietro i Pistons, ma ad una certa distanza, i Bulls, chiamati a compiere l’ennesimo miracolo della storia. Due incontri allo United Center e tre fuori non rendono la strada semplice: @Memphis, @Miami, vs Cleveland, @New Orleans e vs Philadelphia. Occorre vincerle tutte e sperare in qualche passo falso di Pacers e Detroit. Più di un miracolo, invece, servirebbe ai Wizards, deludenti anziché no. Sono distanti 4GB dall’attuale ottavo posto ma per John Wall la parola fine si mette alla fine: vs Nets, @Detroit, vs Charlotte, @Brooklyn e vs Atlanta. Non facile ma non impossibile.

Siamo nella Eastern Conference, where the impossibile can happen, dove può succedere l’impossibile.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone