Dunleavy: "Kobe ai Clippers? Stava per succedere"
Kobe Bryant ai Los Angeles Clippers. Una fantasia che stava per trasformarsi in realtà più di dieci anni fa, nella famosa estate del 2004 susseguente all’implosione di Detroit, con i gialloviola scoonfitti 4-1 dai Pistons alle Finals e consumati dalla diatriba Kobe-Shaq.
A svelare i retroscena di quella che sarebbe potuta essere la trade del decennio è quel Mike Dunleavy all’epoca head coach dei Clippers in rampa di lancio dopo una stagione difficile. Intervistato da Davide Chinellato de La Gazzetta dello Sport, è proprio lui a parlare di un incontro in quella caldissima estate angelena: “Gli dissi che con i Lakers si sarebbe trovato in una situazione difficile, perché la squadra non sarebbe stata buona e che lui agli occhi dei tifosi era quello che aveva fatto licenziare Phil Jackson e fatto mandare via Shaq. E che ai Lakers mancava il talento per arrivare al livello che voleva lui. Gli dissi anche che mentre i fan dei Lakers lo avrebbero criticato, per tutti quelli dei Clippers sarebbe immediatamente diventato un idolo. E che noi saremmo stati una squadra migliore di loro”.
Parole che avrebbero fatto presa sul ‘Black Mamba’ se è vero che, al termine di quella chiacchierata, Dunleavy si sentì rispondere: “Coach, non cominciare a sudare ma non credo di tornare ai Lakers”. Eppure Dunleavy non era ottimista fino in fondo: “Immaginavo già il Dr Buss dire a Kobe che era nato Laker e che probabilmente doveva morire Laker e diventare, in futuro, co-proprietario della squadra come era successo con Magic Johnson. E’ quello che gli avrei detto io. E credo sia andata esattamente così, ma anche che a far decidere a Kobe di rimanere ai Lakers sia stata la cessione di Shaq a Miami”.
La storia, come sappiamo, ha poi preso una piega diversa. Ma immaginare Bryant in bianco rosso e blu fa strano anche a distanza di tanti anni.