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Doppia doppia di LeBron e I Cavs tornano a sorridere. Ok Grizzlies e Bulls. Sacramento vince a Phoenix dopo due OT

Chicago Bulls @ Philadelphia 76ers 118-115

Jimmy Butler (Bulls) contrastato da JaKarr Sampson (Sixers) (foto da: pippenainteasy.com)
Jimmy Butler (Bulls) contrastato da JaKarr Sampson (Sixers) (foto da: pippenainteasy.com)

Match molto combattuto quello andato in scena al Wells Fargo Center di Philadelphia. I Sixers, orfani di Noel e nei quali si sono distinti Wroten (31 punti), Hollis Thompson (21) e Mbah a Moute (16 punti e 11 rimbalzi) hanno venduto cara la pelle, ma alla fine è arrivata comunque la sesta L su 6 partite giocate (peggior partenza dal 1972-73, quando, alla fine, per Philadelphia arrivò un umiliante 9-73 totale). Dall’altra parte, invece, i Bulls restano imbattuti in trasferta (4-0 lontano dallo United Center) e centrano la quinta W in questo avvio; con Rose ancora out, vanno in doppia cifra ben 6 giocatori, tra i quali un ottimo Dunleavy (27), Butler (23) e il solito Pau Gasol (17 punti e 12 rimbalzi). Sin dal primo quarto, si capisce che sarà una partita caratterizzata da difese allegre, punteggio alto e, di conseguenza, divertimento per il pubblico. I Bulls provano subito ad impadronirsi del parquet e, sospinti da Butler (13 punti nel periodo) allungano fino al +6 (22-16 a 5’03” dalla sirena); i locali rispondono con 7 punti in fila di Wroten (10 nel primo parziale), ricucendo fino al -1 (27-26 a 2’28”); il quarto termina sul 33-28 per gli ospiti. Il secondo periodo continua all’insegna dell’equilibrio, con Phila che, grazie a 4 punti di Shved e al canestro in jumper di Mbah a Moute (assist del russo), mettono il naso avanti (36-37 dopo 2’26”); i ragazzi di coach Brown arrivano anche al +9 grazie a Wroten (40-49), salvo subire la rimonta di Chicago nel finale di quarto, con un parziale di 13-5 che manda le squadre al riposo sul 57-57. Il terzo quarto è quello decisivo, con la squadra di coach Thibodeau che da una decisa spallata all’incontro, con un Dunleavy in grande spolvero (12 punti nel periodo con 4/6 dal campo e 3/5 da tre punti). I Bulls toccano prima il +14 con Butler (78-64 a 5’09” dall’ultimo intervallo); poi, Phila recupera sul -6 con un gioco da tre punti di Wroten (78-72 a 4’01”); quindi, Chicago allunga ancora, fino al +16 con il quale sembrano chiudere l’incontro (92-76). Brooks, subito in avvio di 4° periodo, fa toccare ai suoi il massimo vantaggio (+18, 94-76), e Chicago pare controllare bene la situazione, mantenendo il margine sopra la doppia cifra fino a poco più di 3’ dalla fine (113-102). Nel finale, però, gli ospiti subiscono un break di 3-13, che culmina con la tripla di Chris Johnson del -1 a 5” dalla fine (116-115). Con il cronometro che segna 2”, Hinrich realizza i due liberi che valgono il 118-115, con Johnson che fallisce il buzzer beater da 13 metri per mandare il match all’overtime.

CHICAGO BULLS (5-1): Dunleavy 27, P. Gasol 17 (12 reb), Noah 5, J. Butler 23, Hinrich 13, Brooks 10, Gibson 11, McDermott 8, Snell 3, Mirotic 1, Bairstow, Mohammed, Moore

PHILADELPHIA 76ERS (0-6): Sampson 4, Mbah a Moute 16 (11 reb), Sims 16, H. Thompson 21, Wroten 31, McDaniels 6, B. Davies 7, C. Johnson 8, Shved 6, Noel

 

Memphis Grizzlies @ Oklahoma City Thunder 91-89

Grande serata per Mike Conley. Con 20 punti a referto, il play ha trascinato i Grizzlies al successo sul parquet dei Thunder (foto da: sportsnet.ca)
Grande serata per Mike Conley. Con 20 punti a referto, il play ha trascinato i Grizzlies al successo sul parquet dei Thunder (foto da: sportsnet.ca)

Continua il cammino immacolato di Memphis che, nella notte NBA, espugna una Chesapeake Energy Arena pressoché esaurita, cogliendo la 6 W in altrettante partite (4-0 in trasferta); continua il complicato avvio di stagione per i Thunder, che incappano nel 5° ko in 6 partite. Per una volta, i Grizzlies non devono per forza appoggiarsi esclusivamente sulle spalle (larghissime) del duo Gasol-Randolph (che fa comunque il suo), risultando fondamentali i 20 punti di Conley e i 17 di Lee. Per Oklahoma, invece, non bastano i 22 punti di Jackson (12 nel solo 4° periodo) e le ottime prove dei vari Lamb, Ibaka e Adams (doppia doppia da 13 e 11 rimbalzi). L’avvio di match vede gli ospiti partire decisi e allungare sul +6 con un comodo layup di Randolph (17-11 a 6’13” dal primo riposo); Oklahoma ricuce sul 17-17 con 4 punti di seguito di Adams; il primo quarto si conclude sul 22-19 Grizzlies. Ad inizio di 2° parziale, da segnalare è la vena di Vince Carter il quale, con 7 punti in fila, porta gli ospiti sul +8 (31-23 a 8’36” dall’intervallo lungo). Oklahoma è in partita e una tripla di Ibaka vale il -2 (42-40 a 2’27” dalla sirena); immediata, però, arriva la replica di Memphis, con un 7-0 firmato Lee-Conley che vale il 49-40 di fine secondo quarto. Al ritorno in campo, gli ospiti si portano anche sul +13 (53-40), salvo poi alzare un po’ il piede dall’acceleratore, permettendo la rimonta ad OKC, con un 3-14 guidato dalle triple di Ibaka e Jackson (54-52 a 4’54” dalla sirena). Anche stavolta, i Grizzlies reagiscono, riportandosi sul +7 (64-57 a 2’41”), ma Oklahoma, con Perkins e una bomba di Telfair, ricuce nuovamente sul -2, prima del canestro dalla media di Marc Gasol che chiude il 3° quarto (66-62). La partita è aperta, anche se Memphis prova ad indirizzarla in avvio di ultima frazione, toccando in due occasioni il +9 (ultima con una tripla di Udrih a 7’58” dal termine, 77-68); entra in scena, per i padroni di casa, Reggie Jackson, il quale prima realizza 5 punti in fila per il -4 (77-73), quindi serve l’assist ad Ibaka per la schiacciata del -2 (78-76 a 5’26” dalla sirena). E’ ancora il nativo di Pordenone a servire Lamb (8° assist della sua partita) per la tripla del pareggio (81-81 a 4’09”). Memphis esce bene dopo un time out chiamato da coach Joerger, infilando due triple che valgono il +4 (87-83 a 1’43” dalla fine); OKC risponde per le rime, con altrettanti tiri dalla distanza, con Ibaka (16 a referto) e Jackson, che valgono il sorpasso Thunder (87-89 a 53”); la successione di triple non finisce qui, perché arriva Conley a piazzare quella che, a 38” dalla sirena, vale il controsorpasso ospite (90-89). A questo punto, inizia una sagra degli errori: prima Jackson, a 30”, sbaglia il jumper del nuovo sorpasso; poi, dopo un errore da tre di Pondexter (7”), Oklahoma commette una sanguinosa violazione di 5 secondi in attacco, con 5.9” da giocare; Lamb manda Lee in lunetta, con quest’ultimo che ne mette solo uno (91-89). Adams prende il rimbalzo e, dopo il time out di rito, Ibaka prende la tripla della vittoria, sbagliandola.

MEMPHIS GRIZZLIES (6-0): T. Allen 9, Randolph 16, M. Gasol 8, C. Lee 17, Conley 20, Carter 8, Leuer 2, Udrih 5, Pondexter 2, Koufos 4, Adams, Lucas, T. Prince

OKLAHOMA CITY THUNDER (1-5): L. Thomas 3, Ibaka 16, Adams 13 (11 reb), Lamb 17, Jackson 22, Telfair 13, Collison 3, Perkins 2, I. Smith

 

Sacramento Kings @ Phoenix Suns 114-112

DeMarcus Cousins ancora sugli scudi, con una doppia doppia da 25 punti e 18 rimbalzi. E i Kings vincono anche a Phoenix (foto da csncalifornia.com)
DeMarcus Cousins ancora sugli scudi, con una doppia doppia da 25 punti e 18 rimbalzi. E i Kings vincono anche a Phoenix (foto da csncalifornia.com)

Match spettacolare quello andato in scena all’US Airways Center di Phoenix, tra due squadre candidate ad essere le mine vaganti ad Ovest, ovvero Suns e Kings. Ci sono voluti due supplementari per scegliere a chi sarebbe andata la W e, alla fine, questa ha preso la via della California, con Sacramento, ancora una volta trascinata da un sontuoso Cousins (doppia doppia da 25 e 18 rimbalzi), alla 5° vittoria su 6 partite. Ai padroni di casa non sono bastate le prove di Bledsoe (23) e Goran Dragic (22), oltre alla doppia doppia di Plumlee (15 e 16 rimbalzi), per evitare il 2° ko interno (3-2 di record). Il primo quarto è decisamente di marca Suns, capaci di realizzarne 36 in 12’. Sull’onda dei 16 punti della coppia formata da Markus Morris e Goran Dragic, i Suns toccano più volte la doppia cifra di vantaggio, fino al +11 di fine periodo (25-36). I 13 punti di Cousins (9/10 dalla linea della carità) nel secondo quarto, permettono ai Kings di rientrare nel match, portando il gap tra le due squadre sul -1 (51-52 a 1’40” dalla fine del primo tempo). Dall’altra parte, Phoenix prova a rispondere grazie ai 9 punti di P.J. Tucker (su 15 totali) il quale, insieme a Markieff Morris (16 punti totali), riporta la franchigia dell’Arizona sul +6 (51-57); all’intervallo lungo, i Suns conducono di 3 lunghezze (55-58). Il 3° periodo sembra quello decisivo: 7 punti di Bledsoe valgono il +9 dei padroni di casa (64-73 a 6’05” dall’ultimo intervallo); Cousins e Collison (16 a referto) provano a tenere in scia i californiani; 8 punti di fila di Dragic negli ultimi 2’ del periodo valgono il +11 con il quale le due squadre si presentano in avvio di ultimo quarto (77-88). Gerald Green, dopo 48”, mette la tripla del +12 (79-91); ancora Cousins (10 nel periodo) e Collison guidano il break di 15-3 che vale l’aggancio Kings (94-94 a 4’56” dalla fine); Suns di nuovo avanti con Markieff Morris, al quale risponde Landry (96-96); Bledsoe fa 1 su 2 dalla lunetta, quindi, Cousins realizza un importante gioco da tre punti a 1’37” dal termine (99-97); Phoenix prima pareggia con un layup di Bledsoe (99-99 a 38” dalla sirena), quindi, Isaiah Thomas, ex del match, fallisce la tripla della vittoria, emblema di una serata negativa per il prodotto di Washington University (appena 3 punti a referto). Si va all’overtime. Nel primo, assistiamo ad un botta e risposta: Phoenix piazza subito uno 0-7, con la tripla di Tucker che vale il 99-106 a 3’33” dalla fine; i Kings rispondono con la stessa moneta, un contro break sempre di 7-0 con 5 punti di Collison, con il punteggio che recita 106-106; c’è bisogno di un ulteriore supplementare. A 2’08” dalla sirena, i Suns sono avanti 108-112; ma la partita non è finita, anche perché entra in scena un Rudy Gay fino a quel momento autore di una prestazione tutt’altro che da incorniciare (22.7% dal campo (5/22) e 16.7% da 3 (1/6)). Gay serve l’assist a McLemore (15 a referto per lui) per la tripla del -1; quindi, con 1’07” da giocare, mette il canestro del sorpasso decisivo (113-112). Il libero di Collins, a 15” dalla fine, fissa il punteggio sul 114-112; i Suns possono recriminare per gli errori sulla sirena di Tucker e di Marcus Morris.

SACRAMENTO KINGS (5-1): Gay 11, J. Thompson 8, Cousins 25 (18 reb), McLemore 15, D. Collison 16, Sessions 9, Landry 12, Evans 5, Stauskas 9, Casspi 4, Derrick Williams, McCallum, Hollins

PHOENIX SUNS (3-2): Marcus Morris 9, Markieff Morris 16, Plumlee 15 (16 reb), G. Dragic 22, Bledsoe 23, Len 3, G. Green 6, Tucker 15, S. Randolph, Thomas 3, Z. Dragic, Goodwin, Tolliver

 

Cleveland Cavaliers @ Denver Nuggets 110-101

Ai Nuggets non sono bastati 28 punti di Randy Foye per evitare il ko con Cleveland (foto da: starherald.com)
Ai Nuggets non sono bastati 28 punti di Randy Foye per evitare il ko con Cleveland (foto da: starherald.com)

Partita importante al Pepsi Center di Denver, Colorado. Da una parte, i Nuggets, autori di un avvio di stagione balbettante; dall’altra, i Cavs di King James, avvolta dalle polemiche per un inizio al di sotto delle aspettative. Alla fine, la W va ai più quotati Cavs, che riscattano la brutta sconfitta di Salt Lake portando 7 uomini in doppia cifra (contro i 3 nel match perso con i Jazz), con LeBron trascinatore con 22 e 11 rimbalzi. A Denver, invece, non basta un Foye in serata super (28 e 9 assist), pagando un Faried sottotono (8 punti) e un Afflalo etereo (0 punti, 1 assist e 5 rimbalzi in 31’19” di gioco); discreta la prova di Gallinari, che tira con il 50% dal campo ed il 100% da 3, racimolando 10 punti. Che i Cavs abbiano voglia di riscatto immediato, lo si capisce sin dalla palla a due: Varejao è subito ispirato, tanto da metterne 6 in fila, con Cleveland che va sul 9-2 (dopo 3’42” di gioco). Lebron si iscrive a referto con due liberi che valgono il +16 (23-7 a 4’22” dal primo intervallo); Foye e Chandler tentano di far rinvenire Denver (28-17 a 2’08”); ci pensa Waiters, con 6 punti nell’ultimo minuto, a far scappare i Cavs fino al +18 con cui termina il 1° quarto (38-20). Un parziale che peserà su tutto il match. I Nuggets abbozzano una reazione con Foye e una tripla del Gallo (38-25), ma gli ospiti controllano agevolmente, benché sbaglino molto dalla linea dei tre punti (alla fine 26.1% con 6/23). Sono proprio due bombe, di Gallinari e Robinson, a permettere ai locali di scendere sotto la doppia cifra di distacco (51-42 a 2’14” dalla sirena); 5 punti consecutivi di James e un jumper di Thompson ristabiliscono le distanze; dopo 24’, i Cavs sono avanti 58-45. Il terzo quarto vede gli ospiti tenere a debita distanza Denver, con due triple di Irving che danno il via ad un parziale di 12-5 nei primi 3’ e mezzo di terzo periodo che vale il +20 Cleveland (70-50); a 2’47” dalla sirena, con 5 punti in fila, LeBron James firma il +21 (82-61). Una tenue speranza di rimonta per i padroni di casa la regala Foye, che mette due triple in 19” e permette ai suoi di andare all’ultimo intervallo sotto di 14 (85-71). Subito in avvio di ultima frazione, con 8 punti in meno di 2’, Denver risale fino al -9 (88-79). E’ ancora l’ex Heat a frustrare la voglia di rimonta dei Nuggets, con un layup che regala ai suoi il +13 (92-79 a 8’41” dal termine). Con il cuore, i Nuggets provano a ribellarsi ad un destino già scritto, riportandosi sotto con 4 punti di Chandler (98-92 a 4’30”); la risposta ospite non si fa attendere, e porta la firma di Waiters (102-92 a 3’05”). Nel finale, ci pensano i Big Three dell’Ohio a mettere in ghiaccio l’incontro.

CLEVELAND CAVALIERS (2-3): L. James 22 (11 reb), Love 19, Varejao 15, Marion 10, Irving 12, Waiters 17, M. Miller 3, T. Thompson 12, Cherry, Harris, Haywood, J. Jones, Kirk

DENVER NUGGETS (1-4): W. Chandler 14 (10 reb), Faried 8, Mozgov 5, Afflalo, N. Robinson 14, McGee, D. Arthur, Foye 28, Gallinari 10, Gee 6, Nurkic 10, E. Green 6

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone