Denzel Valentine, la stella di Michigan State
Chi lo ha visto ieri all’opera per la prima volta contro l’Italia si è stropicciato gli occhi. Eppure ci sarebbe ben poco da stupirsi. Denzel Valentine tutto è fuorché una meteora di una calda notte di fine estate. La prova? Eccola qui:
Contro la Nazionale di Pianigiani ha fatto il bello e il cattivo tempo: 5/6 da due, 4/11 da tre, piede sempre schiacciato sull’acceleratore, il go to guy degli ‘Spartans’ di coach Tom Izzo.
Guardia di 1 e 96, nativo di Lansing, ventidue anni ancora da compiere, dal 2012 a Michigan State, Valentine è stato uno dei principali artefici della cavalcata degli ‘Spartans’ fino alle scorse Final Four della Ncaa: 14.5 punti, 6.1 rimbalzi e 4.2 assist di media fino all’81-61 con cui Duke ha eliminato i ragazzi di Izzo. Ma anche nella sconfitta contro i ‘Blue Devils’ la stella di Denzel ha brillato alla luce di una doppia doppia da paura: 22 punti e 11 rimbalzi.
Che si sia di fronte a uno dei migliori prospetti del college basket è indubbio. Che il suo talento vada sgrezzato e ripulito da alcuni bizantinismi, per certi versi inevitabili vista l’età, altrettanto. Perché oltre a tutto il positivo, nell’amichevole contro l’Italia sono emersi anche gli aspetti negativi del suo gioco. Come, ad esempio, la scarsa capacità di lettura del pick and roll, con il pocket pass che raramente arrivava nei tempi richiesti e con il lungo costretto a ricezioni sotto canestro non sempre comodissime. Non benissimo nemmeno nell’ intuizione del lato del blocco da sfruttare, con in più la sinistra tendenza a prediligere quale prima opzione offensiva la possibilità di poter battere il proprio uomo dal palleggio, sempre e comunque, con il rischio del fuori giri ad ogni singolo possesso. La velocità di base, comunque. è spaventosa e la capacità di giocare in un contesto di squadra è ottima, nonostante una non sempre lungimirante predilezione per improbabili alley-oop: si vedano, a riprova del tutto, alcuni sapienti ribaltamenti sul lato debole che hanno consentito a Forbes di prendersi numerose e comode conclusioni dall’angolo.
Che Michigan State abbia trovato l’uomo che la rimetta sulla mappa dopo tal Earvin ‘Magic’ Johnson e il recente campione Nba Draymond Green? La stagione Ncaa che verrà e un prossimo futuro Nba ci daranno le risposte che cerchiamo. Ma il materiale su cui lavorare è di primissimo livello.