DeAndre Jordan e la teoria di Benjamin Button applicata a Jamal Crawford
37 punti, con 27 tiri di cui 12 mandati a bersaglio, 3 triple, 10 tiri liberi convertiti su 10 tentativi con l’aggiunta di 6 rimbalzi e 8 assist. Il tutto a 35 anni. Dopo i 41 minuti di gioco la scena non cambia: impacco di ghiaccio su entrambe le ginocchia, i piedi in un secchio di ghiaccio e la solita cura di un corpo che non vuole proprio saperne di lasciar andare quel fenomeno dal nome Jamal Crawford. La faccia persa nel vuoto dopo la miglior prestazione stagionale dimostra la presenza di un uomo che ha obiettivi più grandi, di un giocatore che non si ferma alla singola partita ma guarda sempre alla prossima per provare a fare di meglio. Era dal gennaio del 2014 che non raggiungeva cifre simili, eppure sembra abituato ad una sensazione del genere. 41 minuti con un corpo esile, a questi livelli e con un avversario così fisico? Nulla è impossibile per J-crossover. Un dominio sulla partita unico nel suo genere che coincide con la prima partenza nel quintetto titolare per l’ex Knicks e Trail Blazers. Da veterano si carica la squadra sulle spalle viste le assenze illustri e realizza 20 punti nel solo secondo tempo, quando la partita sale di quota e ogni possesso diventa importante.
Chi invece si sofferma sulla partita e romanza su un bel po’ è il “giocherellone” dello spogliatoio dei Clippers: DeAndre Jordan. DJ, dopo la partita, ha svelato ai microfoni NBA la sua teoria: “Jamal è Benjamin Button!“. Ha ricordato la grande capacità di saper sempre cosa fare, sia partendo dalla panca sia partendo nello starting five. Il più grande fan di Crawford (così ama definirsi Jordan) loda il suo compagno di squadra definendolo come il protagonista interpretato magnificamente da Brad Pitt nel film di David Fincher del 2008. La teoria di DJ, quindi, segue quella di Button che nasce anziano e ringiovanisce con il passare del tempo. Il paragone con Crawford è molto suggestivo e DeAndre trova una particolare affinità tra i due. Sono arrivate poi le parole di coach Rivers: “Era solo Jamal. Sapiamo che possiamo contare sempre su di lui. Non si è dimenticato come si gioca e noi siamo stati bravi ad elaborare un piano partita che girasse intorno a lui. E’ stato aggressivo, è entrato subito in ritmo e ha risolto la partita. Rimanere lucidi per tutto quel tempo è una gran capacità e Jamal ha preso sempre le giuste decisioni al momento giusto“. Neanche Griffin, come Doc Rivers, è rimasto così impressionato dalla prova di Crawford: “Niente affatto. Sappiamo benissimo che è ancora un giocatore incredibilee per questo motivo non sono sorpreso. Lo vediamo tutti i giorni, in allenamento, e abbiamo la possibilità ogni giorno di vederlo esprimersi al meglio. In qualsiasi momento, può decidere di accendersi e colpire in ogni modo le difese avversarie“.
Anche Jamal Crawford ammette in parte di essere come Benjamin Button: “Mi sento come se stessi meglio, perché ora mi sento più saggio. So cosa fare, so quando farlo e quando non farlo. Prima, sei giovane e spericolato. Mi sento ancora nella condizione di poter ottenere il massimo da ogni singola giocata. Questo non significa essere arrogante o presuntuoso ma semplicemente lavoro tanto, faccio tanto lavoro in sala video, studio minuziosamente gli avversari e sento di poter dare ancora qualcosa a questa squadra“