Davis mette ko con un buzzer beater Oklahoma. Spurs senza problemi, così come i Pistons. Ai Nets il derby con i Knicks
NEW YORK KNICKS @ BROOKLYN NETS 88-92
Terza vittoria su tre derby della Grande Mela stagionali per i Nets (21-28, 10-15 in casa), alla 3° vittoria consecutiva (5-5 nelle ultime 10) grazie alla quale scavalcano Miami all’8° posto ad Est. Decisivi i 22 punti di Brook Lopez (9 rimbalzi e 6 stoppate) dalla panchina, insieme ai 20 di Jack (8 assist) e alla doppia doppia di Joe Johnson (13+11 rimbalzi). Secondo ko consecutivo per i Knicks (10-40, 3-22 in trasferta e 5-5 nelle ultime 10), ai quali non bastano i 21 di Melo (6/23 dal campo) e i 15 di Calderon. Brooklyn entra subito in partita e, grazie al duo Jack-Garnett molto in vena, si porta sull’8-21 (4’47” dalla sirena); New York prova a reagire, con Stoudemire che si produce in una schiacciata di potenza ad una mano, subendo anche fallo da Deron Williams; il primo periodo, comunque, si chiude sul 21-29 Nets. Il secondo periodo comincia con un break dei padroni di casa, un 4-13 firmato Anderson e Lopez (8 nel periodo) che vale il 25-42. Anthony, con 7 punti in fila nel finale di quarto, consente ai suoi di andare negli spogliatoi sotto di 8 (45-53). Nel terzo periodo, i Knicks producono il massimo sforzo per rientrare, riuscendo anche a chiudere bene le maglie in difesa. Grazie alle triple di Calderon, i ragazzi di coach Fisher riescono a mettere il naso avanti, per la prima volta, sul 66-64 (2’56” dalla sirena). All’inizio dell’ultimo quarto, le due squadre sono sul 70-68 Knicks. La partita procede in equilibrio fino all’ultimo minuto di gioco, sul punteggio di 86-87. Quindi, Jack (9 nel periodo come per Lopez) mette la tripla dell’86-90, quando mancano 13″ al termine della partita. New York riesce a segnare un canestro veloce con Anthony (88-90); ma i successivi due liberi ancora di Jack fissano il punteggio sull’88-92, consegnando la W ai Nets.
NEW YORK KNICKS (10-40): Amundson 6, J. Smith 8, Anthony 21, Calderon 15, Galloway 9 (11 reb), Thomas 14, Stoudemire 9, Aldrich, Larkin, Hardaway Jr. 6, Acy, Wear
BROOKLYN NETS (21-28): Garnett 12, J. Johnson 13 (11 reb), M. Plumlee 5, Jack 20, A. Anderson 7, Jefferson, B. Lopez 22, D. Williams 5, Bogdanovic 8, J. Jordan, D. Morris, M. Brown, Karasev
DENVER NUGGETS @ DETROIT PISTONS 88-98
Trascinati dalle doppie doppie dei vari Monroe (21+21 reb, career-high), Augustin (22+11 ast) e Drummond (13+13 reb), al Palace of the Auburn Hills, i Pistons (20-31, 10-16 in casa) mettono ko i Nuggets (19-32, 7-19 in trasferta), prima di questa partita con lo stesso record di Detroit. I ragazzi allenati da coach Van Gundy (5-5 nelle ultime 10) tengono il passo dei Nets, distanti 2 partite, mentre i Nuggets incappano nella 5° L consecutiva (1-9 nelle ultime 10), con i Playoff ormai distanti quasi 10 partite. Detroit la indirizza nel primo tempo. L’avvio è equilibrato, ma la forza fisica di Monroe (9 punti e 6 rimbalzi nel periodo) e Drummond, oltre alla vena di Augustin, consentono ai locali di allungare e chiudere il primo periodo sul 21-28. Lawson (20 punti e 9 assist) prova a tenere i suoi in partita, con l’ausilio di Faried e di un discreto Gallo (12 punti, 4/10 al tiro, 6 rimbalzi e 3 assist in 30′); dall’altra parte, però, esce alla grande dalla panchina Jodie Meeks, autore di 12 punti nei secondi 12′. All’intervallo lungo, i Pistons guidano 42-56. Denver ci prova, ma sbaglia troppo (9/24 dal campo nel terzo periodo), consentendo ai padroni di casa di controllare abbastanza agevolmente la situazione, in particolare grazie alle bombe di Augustin e Caldwell-Pope, piazzando lo 0-14 che ammazza la partita (52-74 a 5’07” dalla sirena). Avanti di 18 a 12′ dalla fine, i Piston alzano il piede, permettendo ai Nuggets di ridurre un po´ il divario, fino al -10 finale (88-98).
DENVER NUGGETS (19-32): Faried 10, W. Chandler 11, Nurkic 6 (13 reb), Lawson 20, Afflalo 6, Arthur 10, Hickosn 6, Gee 2, Gallinari 12, E. Green, G. Harris 2, Foye 3
DETROIT PISTONS (20-31): Monroe 21 (21 reb), Singler 2, Drummond 13 (13 reb), Augustin 22 (11 ast), Caldwell-Pope 9, Jerebko 2, Tolliver 2, C. Butler 5, J. Anthony, Lucas III 4, Meeks 18, C. Martin, Dinwiddie
NEW ORLEANS PELICANS @ OKLAHOMA CITY THUNDER 116-113
Alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma, va in scena un importante scontro diretto per la corsa all’8° posto nella Western Conference e, a sorpresa, la spuntano i Pelicans (27-23, 10-16 in trasferta, 7-3 nelle ultime 10), che così portano a 2 le partite di vantaggio sui Thunder, a -1 dai Suns (25-25, 14-8 in casa, 5-5 nelle ultime 10). Fondamentale la solita prestazione super di Davis (41+10 reb), il quale decide l’incontro con un buzzer beater da tre punti (cosa insolita per il Monociglio, che non ne realizzava una dal 3 Marzo 2014 (3/24 in carriera)); da segnalare anche la splendida tripla doppia di Tyreke Evans (22+16ast + 10 reb) e i 17 di Ryan Anderson. Ai Thunder si rivela insufficiente la prestazione monstre di Westbrook (48+11 ast + 9 reb), con KD a quota 27 (ma con 9/26 al tiro). Una partita bellissima, con un finale thrilling, che andiamo a raccontare. Primo quarto caratterizzato dagli attacchi, con Westbrook immediatamente a furoreggiare (14 nel periodo), spalleggiato dal compagno di merende Durant e da Ibaka; per gli ospiti, è il duo Davis-Evans (9 nel periodo) ad incaricarsi di non lasciar scappare Oklahoma. Al 12′, siamo sul 29-33 Thunder. Dopo un secondo quarto caratterizzato dall’ottima risposta della panchina di New Orleans (36-11 alla fine), e dai 9 punti di Durant, terminando sul 53-56 per i ragazzi di coach Brooks, nel terzo periodo i Pelicans fanno capire di essere arrivati ad Oklahoma con intenzioni più che bellicose. Grazie a 13 punti di Davis, New Orleans riesce a passare in vantaggio in chiusura di periodo (83-81), dopo essere precipitati anche a -12 (Westbrook 13 nel periodo). L’ultimo quarto è fantastico. Grazie ai canestri di Davis (16 nel periodo) Anderson (9 nel periodo) ed Evans, i Pelicans, a 2’10” dalla sirena finale, conducono 107-100. Oklahoma è in difficoltà, appendendosi quasi esclusivamente sulle spalle del #0 (15 nel quarto finale). Ma ecco che, nel momento del bisogno, i Thunder ritrovano Durant il quale, con due splendide triple, porta i suoi sul -1 a 1’02” dalla fine (109-108). Ryan Anderson fa 2/3 dalla linea della carità (111-108 a 50″); i locali rispondo con un layup di Roberson a 22″ dal termine (111-110). I due liberi falliti da Evans, con 17″ sul cronometro, sembrano segnare in negativo la partita dei Pelicans, ma nella loro metà campo difensiva, nell’azione seguente, succede di tutto: prima KD sbaglia il jumper dalla media del sorpasso; Evans cattura il rimbalzo e prova a passarla in avanti, a Pondexter, ma Durant, con le sue lunghissime braccia, intercetta ma sbaglia ancora, stavolta in penetrazione; è Davis, stavolta, a catturare il rimbalzo, subendo fallo da Westbrook e portando i suoi, dalla lunetta, sul 113-110. Ma non è finita. Pondexter commette una stupidata immane, commettendo fallo da tre su Westbrook, che non si fa pregare e opera l’aggancio a quota 113. Mancano 1.2 secondi alla sirena e l’overtime sembra scontato. Ma questa partita incredibile ha in serbo ancora una sorpresa. Evans batte la rimessa, servendo Davis fuori dall’area; non sembrerebbe certo la scelta più azzeccata di questo mondo, e invece AD sorprende tutti, infilando il buzzer che zittisce la Chesapeake Arena.
NEW ORLEANS PELICANS (27-23): Cunningham 4, A. Davis 41 (10 reb), Asik 5, E. Gordon 8, T. Evans 22 (16 ast + 10 reb), R. Anderson 17, Ajinca, Fredette 4, Pondexter 15, Salmons, Babbitt, Withey, Douglas
OKLAHOMA CITY THUNDER (25-25): Ibaka 10, Durant 27, Adams 10, Westbrook 48 (11 ast), Roberson 7, N. Collison, Jones, Perkins, Jackson 6, Morrow 3, Waiters 2, Ish Smith, Lamb
MIAMI HEAT @ SAN ANTONIO SPURS 85-98
Sul parquet amico dell’AT&T Center, gli Spurs (32-18, 20-7 in casa, 8-2 nelle ultime 10) sconfiggono gli Heat (21-29, 13-14 in trasferta, 3-7 nelle ultime 10), nel primo scontro dopo le Finals dello scorso anno, portandosi a mezza partita dai Clippers, 6° ad Ovest; Miami, invece, esce dalla top eight ad Est. Decisivi, per i ragazzi di coach Pop, i 24 di Leonard, i 21 di Parker e l’ennesima doppia doppia in carriera di Tim Duncan (10+12 reb), con il nostro Belinelli autore di 5 punti, 3 assist e 2 rimbalzi in 16′ di utilizzo. Per Miami, orfana di Wade e con il nuovo fenomeno Whiteside a riposo dopo la distorsione alla caviglia destra rimediata contro i Twolves mercoledì, il top scorer è Tyler Johnson, autore di 18 punti dalla panchina (7/10 dal campo in 25′); Deng ne mette 17 e Bosh 14. Gli Spurs riescono ad imporre il proprio ritmo sin dal quarto d’avvio, con Leonard e Parker (8 per entrambi) a mettere subito in crisi la difesa di coach Spoelstra. Dopo 12′, San Antonio guida 19-30. Nel secondo periodo, la partita si fa più equilibrata, con gli ospiti che, grazie all’energia dei subentrati Johnson e Cole, si portano sul -2 (30-32). A causa di 4 minuti e mezzo senza segnare, insieme alle triple di Leonard (8 nel periodo, come Parker, in fotocopia rispetto al primo quarto), Miami precipita a -15, a 4’35” dall’intervallo lungo (30-45). Al 24′, il tabellone recita 41-52 Spurs. Miami prova a rientrare nuovamente, con Bosh e Deng che si impegnano molto, ma i Campioni in carica non hanno particolari difficoltà a tenerli a bada, riuscendo anche ad allungare ulteriormente sul finire di terza frazione, con la tripla di Bonner e il canestro di Splitter (61-77). La partita ormai è indirizzata, con Belinelli e Leonard a firmare il +20 a 3’16” dalla fine (74-94), punto esclamativo sull’incontro.
MIAMI HEAT (21-29): Andersen 10, Deng 17, Bosh 14, Chalmers 7, Napier 4, Haslem 2, Ennis 7, Hamilton 2, Cole 4, T. Johnson 18, Granger, Whiteside
SAN ANTONIO SPURS (32-18): Duncan 10 (12 reb), Leonard 24, Baynes 6, Parker 21, D. Green 8, R. Williams, Belinelli 5, Bonner 3, Diaw 2, Splitter 4, Mills 7, Joseph 2, Ginobili 6