D'Antoni e Harden ripartono insieme, per costruire i nuovi Houston Rockets
Sta per iniziare una nuova stagione per gli Houston Rockets e salvo rari casi negli scorsi anni, sembra sempre che sia tutto da rifare. Dopo aver avuto l’illusione di potersi riconfermare in qualità di contender al titolo (causa l’eliminazione in finale di Conference contro i Warriors poi campioni NBA), la scorsa annata ha riportato sulla terra Harden e compagni, che insieme alla società hanno deciso di ripartire dall’uomo che in positivo ed in negativo rappresenta tutto quello che sono i Rockets in questo momento storico: Mike D’Antoni. La scelta di dare le chiavi di una squadra così problematica ad un allenatore che ne estremizzerà pregi e difetti è una scommessa gigantesca è solo il tempo ci dirà se e quanto verrà ripagata.
COME L’AVEVAMO LASCIATA – Come anticipato prima, la stagione 2015/16 dei texani è stata quantomeno altalenante, con alcune belle prestazioni e troppe sconfitte tranquillamente evitabili che ne hanno compromesso sin da subito il cammino in post-season. La falsa partenza della squadra è costata presto il posto in panchina a Kevin McHale, ormai in completa rottura con lo spogliatoio, ed al suo sostituto Bickerstaff sono stati regalati due nomi importanti poco prima della chiusura del mercato, Marcus Beasley e il ritorno di Josh Smith. Il finale in crescita (condito comunque da qualche sconfitta) caratterizzato da un Harden sempre più attore principale, sceneggiatore e regista, ha concesso alla franchigia la qualificazione ai playoff anche se solo con l’ultimo posto disponibile. Ad aspettarli ancora i Golden State Warriors, che tuttavia hanno fatto valere l’allargata distanza tra le due compagini spazzando via i texani ancora più facilmente rispetto all’anno prima.
IL MERCATO ESTIVO – Tutto si può imputare a questi Rockets, tranne il non aver rimescolato le carte in gioco quando se n’è sentito il bisogno. Oltre al cambio in panchina, tra le numerose operazioni in entrata e in uscita, quella che ha fatto più clamore è stata sicuramente la partenza direzione Atlanta di Dwight Howard. Qualcosa si è rotto tra Superman ed il Barba durante la scorsa annata, era evidente a tutti e la scelta di prendere strade diverse sembra essere quella più giusta per tutte le parti in causa. In più Howard, sempre martirizzato da continui problemi fisici, non riusciva più a dare il suo apporto alla squadra con continuità, rendendolo a tutti gli effetti un ingaggio gigantesco e infruttuoso. Insieme a lui sono partiti verso Milwaukee anche Beasley (clamorosamente non trattenuto dopo un’ottima seconda parte di stagione) e Jet Terry, mentre i colpi in entrata non si sono fatti attendere. Ryan Anderson, Eric Gordon, Tyler Ennis ed il brasiliano Nene sono la nuova spina dorsale da cui ricostruire questi Houston Rockets.
L’UOMO FRANCHIGIA – Difficile trovare in uno dei 30 team NBA una così radicata leadership di un solo giocatore, protagonista assoluto nel bene e spesso anche nel male, come James Harden. Dopo aver fatto intravedere dal suo arrivo in Texas una costante voglia di eleggersi a primo violino indiscusso del roster, in contrasto con la situazione vissuta ad OKC, lo scorso anno il Barba si è letteralmente caricato Houston sulle spalle, anche se amplificando le lacune difensive che lo hanno sempre caratterizzato in carriera. D’Antoni sembra il coach perfetto per lui da questo punto di vista e chissà che insieme non riescano a trovare un cervellotico modo di far funzionare il tutto.
A COSA PUNTARE – La Western Conference di quest’anno sembra andare verso un unico padrone incontrastato, ma per contrasto le altre contender sembrano essere uscite indebolite dall’ultima offseason. Difficile immaginare quale possa essere un obiettivo realistico per i nuovi Rockets, ma se si riuscisse a far girare un roster così delicato, chissà che non siano proprio loro a beneficiare di questa nuova situazione ad Ovest.
IL PRONOSTICO – L’obiettivo principale deve essere quello di staccare un biglietto per la prossima post-season, cercando magari di evitare quanto più possibile Golden State.