Dalla NBA a Napoli, English si tuffa nelle Finals: "Warriors e Cavaliers squadre fantastiche"
62 anni compiuti lo scorso gennaio, una vita passata con la palla a spicchi, tra NBA e la Serie A; ma non tutta, solo Napoli, la città in cui Alex English ha chiuso la sua gloriosa carriera nel 1991, dopo una stagione passata a difendere i colori azzurri.
Prima di quell’annata, però, in cui Napoli sfiorò la promozione in A1, diciassette lunghe stagioni nel professionismo a stelle e strisce, con l’apice in quel di Denver; la numero 2 dei Nuggets ritirata in suo onore.
“Amo i Nuggets, ovviamente, la mia carriera si è sviluppata e ha avuto il suo massimo momento proprio a Denver ma sinceramente oggi, se parlo da spettatore, dico che mi piacciono tutte le squadre e, in questo senso, vorrei dire ai fan di non perdersi un canestro del gran finale che ci attende”, si confessa a La Repubblica nella sua ultima visita a Napoli per parlare con giovani e meno giovani di sport, legalità e temi sociali che adesso, da ambasciatore USA, lo portano in giro per il mondo.
Non solo ambasciatore, però, perché l’otto volte All Star, da grande campione quale è stato, non vede l’ora di rituffarsi nelle Finals NBA che cominceranno proprio nella notte italiana: “Stiamo per vedere una delle finali più belle in assoluto, si confrontano due squadre fantastiche che giocano con stili differenti. I Golden State Warriors sono fortissimi in difesa e hanno anche un attacco molto veloce, dall’altra parte c’è Lebron James che è una mente in campo, un campione fantastico che dirige perfettamente i suoi compagni dei Cleveland Cavaliers, insomma, fan della Nba, credetemi, sarà una finale di lusso”.