Chris Paul si confida: "Grant Hill la mia prima, vera guida. Da rookie ero cliente fisso al McDonald's"
Dopo l’ennesima eliminazione ai Playoff per mano dei Golden State Warriors, gli Houston Rockets, nell’ultima Free Agency, sono andati all-in su Russell Westbrook. Un’operazione nella quale è rimasto coinvolto Chris Paul che, a 34 anni, si ritrova agli Oklahoma City Thunder, in una squadra con ben poche prospettive di Playoff nella selvaggia Western Conference 2019-20. A detta di tutti, un vero downgrade per un atleta ancora a caccia di quell’anello che gratificherebbe una carriera comunque di assoluto rilievo.
Il nativo di Winston-Salem, North Carolina, si è concesso ad ESPN, parlando di presente ma anche di passato, ripercorrendo le sue abitudini nell’anno da rookie e quelli che sono stati i modelli della sua gioventù. “Quando ero un rookie, a New Orleans, mi fermavo dal McDonald’s fuori dalla nostra palestra di allenamento ogni singolo giorno, ordinando a volte patate extra e succo d’arancia. A casa, quindi, mangiavo sandwich al pollo e pizza. Non ero certo un ragazzo che mangiava in modo ordinato. Oggi è tutto diverso, tanto da essere diventato vegano. Per ora lo sono solo durante la offseason, ma spero di riuscire a seguire questo regime alimentare per tutta la stagione”, esordisce CP3.
“Grant Hill è stata la mia prima, vera guida. Diventammo compagni di squadra ai Clippers, quando lui era all’ultimo anno nella Lega. Mi ripeteva in continuazione che in estate adottava la regola dell’80/20, ovvero mangiar sano sempre durante la settimana, concedendosi qualche debolezza o il sabato o la domenica” – continua Paul – “Altri due grandi esempi sono stati Steve Nash e LeBron James, grandi atleti con un aspetto in comune, la disciplina. Comincerò la prossima stagione da 34enne, e dovrò correre dietro a giocatori di 19, 20 anni; gente che arriva in NBA determinata a prendere il tuo posto. Per me non ci sono alternative, nessuno può prendersi il mio posto e non voglio scuse, nemmeno l’età che avanza“.
A Paul, infine, viene chiesto se, potendo tornare indietro, cambierebbe qualcosa nella sua lunga carriera. Ecco la sua risposta: “Parlando di infortuni, le persone sono convinte che, potendo, eliminerei quello in Gara-5 contro gli Warriors nei Playoff 2018. E invece no. Dovessi modificare qualcosa, cambierei il modo in cui ho affrontato la riabilitazione al mio primo infortunio, quello al menisco del 2010. Farei tutto più seriamente“.