La pandemia da COVID-19 potrebbe ridurre il salary cap 2020/21 di 30 milioni di dollari
Oltre agli aspetti sanitari, la pandemia da COVID-19 ha acceso pesantemente i riflettori su quelli che sono e potranno essere i suoi effetti dal punto di vista economico. Un discorso che vale per tutti i settori, sport compreso. In NBA, ad esempio, lo tsunami Coronavirus sta facendo ragionare sulla seria possibilità di ridurre il salary cap a disposizione delle varie franchigie, cresciuto enormemente negli ultimi anni.
Qualche settimana fa, il Commissioner Adam Silver aveva accennato ad una fissazione del salary cap per la stagione 2020/21 sui 115 milioni di dollari, con luxury tax a 132 milioni di dollari. La realtà, però, sarebbe ben diversa. Secondo Bobby Marks, di ESPN, dopo aver parlato con una franchigia per adesso anonima, la pandemia, unita al famoso caso ‘Morey-Cina‘ dello scorso ottobre, potrebbe portare ad una riduzione del salary cap per la prossima stagione in una forbice compresa tra i 25 ed i 30 milioni di dollari.
Venisse confermato tutto ciò (anche se va detto al contempo che ci vorrà del tempo per indicare con precisione gli effetti di questa crisi), il salary cap scenderebbe al di sotto dei 100 milioni, ai livelli della stagione 2016/17. Una situazione che di certo influirà sulla prossima Free Agency e che potrebbe spingere tanti giocatori ad accettare le player option previste nei contratti attuali, in attesa di tempi più proficui.