Con MWP Cantù sarà una città più "animalista" o una belva sul parquet?
E’ davvero molto difficile trovare le parole giuste per descrivere una persona che per molte volte nella sua carriera ma prima di tutto nella sua vita , è morto e rinato quasi 100 volte. Un personaggio molto controverso anche per gli anagrafi di oltroceano che hanno visto per ben tre volte la stessa persona cambiare tre nomi. Un giocatore che dal punto di vista tecnico non ha nulla da invidiare a nessuno con un tiro dalla lunga distanza, un jumper dalla media e una qualità difensiva che farebbe gola a qualsiasi adepto del gioco. Nella città italiana che ha deciso di metterlo sotto contratto e di adottarlo ( quasi come uno dei suoi amati panda ndr.) in queste ore tutti si pongono una domanda: Metta riuscirà a reggere dal punto di vista mentale? Il vero limite di questo straordinario atleta infatti è un carattere difficile, strano, bizzarro alcuni addirittura lo definiscono malato. Ron Artest comincia a farsi conoscere a Chicago dove in una normale partitella di allenamento rompe tre costole a sua maestà MJ che ne infilerà comunque 85 non mandandole a dire al suo compagno Ron. Chicago si decide a venderlo e a mandarlo a Indiana dove insieme ad altri suoi compagni darà vita alla rissa più ricordata e impressa nelle memorie di ogni appassionato di pallacanestro che è inutile ricordare ma solo rappresentare con una foto per rinfrescare la memoria a chi ha dimenticato.
Ron Artest era quello , prendere o lasciare: la NBA decise di lasciarlo per ben 73 partite, una squalifica mai comminata ad un atleta per quei tempi. Artest decide allora di mettere la testa a posto ( un eufemismo vero e proprio) diventando il trascinatore di Houston e portando l’intera franchigia nel 2008 alla finale di Conference contro i Lakers di Kobe Bryant con cui ci saranno storie più che tese in gara 1.
Nel 2009 Artest passa ai Lakers per la gioia di Pau Gasol ( a cui l’anno prima Artest in un contrasto di gioco aveva rotto un piede) ed è amore a prima vista sia con Kobe che con Phil Jackson che riesce ad inserirlo perfettamente nel “triangolo LosAngelino”. I Lakers vincono l’anello , un grande traguardo nella carriera di un giocatore che ha sempre vissuto solo di critiche e mai di qualcosa di concreto come un titolo Nba: Artest vince da protagonista, con una gara 7 a dir poco straordinaria che tutti i tifosi gialloviola ricordano con un grande amaro in bocca.
Nel 2011 Ron Artest scompare dal mondo diventando Metta Worldpeace, un uomo che crede nella pace , nei sani valori e nel rispetto dell’avversario: tutte cose che ha cercato di spiegare a James Harden, al tempo con la canotta dei Thunder, dopo una gomitata rifilata per cause del tutto ancora sconosciute e per cui il Barba ha dovuto trascorrere una notte in ospedale per una commozione cerebrale.
Nel 2014 firma un contratto con la squadra cinese dei Sichuan Blue Whales cambiando per l’ennesima volta il suo nome in The Pandas Friend, animali che lui ama perchè: “puoi anche fargli gli occhi neri a furia di cazzotti, nessuno se ne accorge”.
Ed oggi Cantù. La squadra della Presidente Anna Cremascoli sa di aver fatto un colpo di Marketing e soprattutto di comunicazione davvero sensazionale, Sacripanti spera di aver aggiunto al suo roster un tassello importante e non un problema che sarebbe davvero insormontabile visto la caratura del personaggio per l’intero spogliatoio.
Nella speranza che ogni domenica Metta segni a referto più punti per le statistiche che punti di sutura, il basket italiano grida a gran voce: WELCOME METTA, #YouCantù.