I coach NBA contro Trump al Media Day, Kerr: "Sembra di essere tornati ai tempi dell'attivismo sportivo"
Durante il Media Day di ieri per alcune delle squadre NBA, a tenere banco è stato sicuramente l’argomento protagonista della settimana statunitense: la diatriba creatasi tra il presidente Trump e i Golden State Warriors. A commentare l’accaduto ci hanno pensato tre dei coach più famosi e vincenti dell’ultimo decennio NBA, con in testa ovviamente il leader degli attuali campioni in carica, Steve Kerr: “È il momento in cui viviamo. Mi sembra di essere tornato ai tempi dell’attivismo sportivo che in realtà non è stato molto influente nella mia vita, se non all’inizio, quando non capivo cosa stava accadendo, quando Jim Brown, Cassius Clay Kareem Abdul-Jabbar e Bill Russell erano tutti molto attivi nel movimento dei diritti civili contro la guerra, quella in Vietnam, molti atleti erano stati coinvolti”.
Ad appoggiare la linea di Kerr è intervenuto anche l’HC dei Los Angeles Clippers, Doc Rivers, che ha così dichiarato: “Non credo che i giocatori vogliano protestare a prescindere, ma perché sono convinti che ci sia ingiustizia e che ci siano pregiudizi e intolleranza. Ci sono molte cose che vogliamo affinché il nostro paese sia migliore e non credo che qualcuno si debba sconvolgere per questo”.
Infine sono arrivate anche le parole di Eric Spoelstra, allenatore degli Heat: “È un momento un po’ particolare, apprezzo i Golden State Warriors per la decisione presa. Apprezzo i giocatori della NFL per aver preso la giusta direzione in merito all’uguaglianza e all’integrazione e contro il razzismo, l’intolleranza, il pregiudizio. Sono queste le fondamenta su cui poggia il nostro paese”.