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Cleveland, do you remember this? A 4 anni di distanza, Hayward come Sundiata Gaines!

10799626_10205127167049680_968362025_nBisogna credere a quelle persone che dicono di prevedere, predire il futuro? Come considerare le loro previsioni, pronostici, visioni? Non ci lasciamo affabulare da così poco ma a volte il destino è tanto beffardo quanto ripetitivo. Il corso storico degli eventi si dice abbia una particolare ciclicità, empiricamente non osservabile. Quelle che la cultura popolare ha sempre sostenuto, però, è che il passato ritorna sempre. A chi chiedere eventualmente conferma? Ai Cleveland Cavaliers. Cosa centra una franchigia NBA con i corsi e ricorsi storici, vi starete chiedendo. Eppure stanotte si è ripercorsa una storia già vista in un tempo relativamente vicino.

Siamo a Salt Lake City, nel gelido Utah, poco distante dalle Montagne Rocciose. Venerdì sera, 14 gennario, correva l’anno 2010. A quella che un tempo si chiamava Salt Palace, dal 1991 EnergySolutions Arena, va di scena il match tra i Jazz e i Cavaliers. Vi riproponiamo, quasi nostalgicamente, i roster della stagione 2009-2010. Per Cleveland, guidata da coach Mike Brown, abbiamo: Daniel Gibson, Danny Green, quando era un rookie, J.J. Hickson, Zydrunas Ilgauskas, Cedric Jackson, Darnell Jackson, LeBron James, alla sua sesta stagione in Ohio, Antawn Jamison, Coby Karl, Jamario Moon, Shaquille O’Neal, Anthony Parker, Leon Powe, Sebastian Telfair, Anderson Varejao, Delonte West, Jawad Williams, Mo Williams. Per i padroni di casa, invece, con alla guida l’Hall of famer Jerry Sloan, abbiamo:  Carlos Boozer, Ronnie Brewer, Kyrylo Fesenko, Sundiata Gaines, Othyus Jeffers, Andrei Kirilenko, Kyle Korver, Kosta Koufos, Wesley Matthews, Eric Maynor, C.J. Miles, Paul Millsap, Mehmet Okur, Ronnie Price, Deron Williams. La partita non si mette subito benissimo per i padroni di casa. Dopo un primo tempo giocato in maniera eccellente difensivamente parlando, con Kirilenko che tiene a bada James (appena 8 punti con 3/7 dal campo), i Jazz sono sotto di 7 lunghezze all’intervallo. Nella seconda metà di gioco la fortuna volta le spalle ai bianco-celesti con Williams che commette subito il suo quarto fallo e il russo che è costretto a fermarsi per una iperestensione al ginocchio destro. Non bastano i falli a complicare la situazione: D-Will, rientrato in campo, si sloga il polso dentro dopo una rovinosa caduta. E qui siamo costretti a fermarci e a fare un bel passo indietro. C’è un giocatore a roster per i Jazz che nel 2008 sceglie la Pallacanestro Cantù come sua nuova casa cestistica. È un newyorkese miracolato, visto che all’età di 4 anni è sopravvissuto ad una ferita da arma da fuoco. Tutti lo chiamano Yatta ma all’anagrafe fa Sundiata Kofi Gaines. La sua stagione a Cantù si conclude con cifre anche positive (13.2 punti, 3.4 rimbalzi, 2.5 assist e 2.1 recuperi) ma il suo sogno è di giocare nella NBA. Gli offrono anche dei contratti a cifre elevate ma Sundiata preferisce coronare il suo sogno. È chiamato a fare la “gavetta” in D-League, agli Idaho Stampede ed ha già riuscito a strappare un contratto da 10 giorni con i Jazz. Gioca qualche minuto ma non convince, deve riprovare. Durante il suo secondo contratto “ten-days” la partita di cui sopra è la sua numero 5 tra i pro americani. La partita, come visto, è tirata e quando entra uno con un contratto da 10 giorni?! Ed è qui che, forse, il festino gioco uno scherzo non da poco. Coach Sloan lo getta nella mischia, proprio al posto dell’infortunato Williams, idolo dei tifosi Jazz all’epoca. Arriviamo alla stretch-run, alla volata finale con i Cavs in controllo a 32’’ dalla fine (91-85). 5 punti di fila di Price e, complice un 274 dalla lunetta di Parker, fanno riavvicinare i Jazz che tornano in partita a 15’’ dalla fine grazie alla solita tripla di Korver. Stavolta si manda BigZ in lunetta e anche il lituano fa 1/2. Gli ultimi attimi di quella partita non veli raccontiamo, vi facciamo rivivere quelle emozioni attraverso il video che a 4 anni di distanza è diventato un classico in casa Jazz. GAINES MANDA IN ESTASI IL PUBBLICO DI SALT LAKE CITY. 

 

La storia ritorna. Sì, perché come Gaines aveva fatto male ad un James da 30+ punti, così Gordon Hayward dalla stessa mattonella ha fatto male alla stessta versione di LBJ. Perché introdurre il tutto con “Bisogna credere a quelle persone che dicono di prevedere, predire il futuro?”, per quale motivo? Semplice, la risposta è nel più famoso social network.
La foto indica chiaramente come il ricordo della tripla di Sundiata Gaines, l’ex canturino, non sia mai andato perso. Corsi e ricorsi storici…

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone