Cleveland @ Detroit (Gara 3) 101-91: Irving illumina, LBJ e Love fanno il resto. Cavs sul 3-0
L’atmosfera è di quelle magiche, perchè al Palace of Auburn Hills di Detroit, MI, l’aria dei playoff mancava da ben 7 anni, da quel 2009 tanto lontano. L’arena si dipinge di “Proud”, la vera parola chiave della rinascita dei Pistons. E’ il palazzo storico dei Pistons ma anche il palazzo in cui LeBron James scrisse pagine indelebili della storia del Gioco, nella sua prima versione da Cavalier. E’ quasi tutto pronto ma due precisazioni sono d’obbligo: la prima riguarda Reggie Bullock, fermato da un problema ad un nervo della gamba sinistra; la seconda riguarda Craig Sager, a bordo campo completamente in viola per ricordare Price, leggenda americana scomparsa nella giornata di ieri. Gli starting five sono i soliti, nessuna novità: Irving, James, Smith, Love e Thompson da un lato, Harris, Jackson, Morris, Drummond e Caldwell-Pope dall’altra. Tutto pronto, si comincia!
1st quarter – Le chiavi tattiche della gara sono molto diverse rispetto ai primi due atti, come se fosse una passata una vita tra gara 2 e questa gara. Mentre nelle prime gare l’inizio di Drummond appare molto timido, tra le mure amiche il gigante dei Pistons viene subito coinvolto e la risposta è più che positiva. Il problema è che sul versante opposto risponde tale James LeBron con una bimane che gela l’entusiasmo di un’arena piena in ogni ordine di posto. Ci sono quasi 25.000 persone e nessuna desiste dal fischiare sonoramente il Re non appena tocca la palla. Fischi e risposta, nel giro di un niente. L’attacco statico di Cleveland favorisce il gioco fisico dei padroni di casa e i tiri che prendono dall’arco i tiratori dei Cavs non sono ad alto coefficiente realizzativo (JR Smith 0/2). Dopo un inizio un po’ freddino, si iscrive alla partita Kevin Love, dimostrando di essere sempre più dentro questa serie. Dopo Love, è il momento dell’ultimo dei big three: 4 punti di fila per Kyrie che scalda i motori. Un nuovo leitmotiv della serie per i Pistons è la ricerca dei punti in area: dopo aver tirato benissimo da 3 punti, Van Gundy decide di invertire il trend e trova dei pregevoli risultati. L’accoppiamento Morris-Love mette in difficoltà il californiano, mentre Marcus banchetta grazie alla sua velocità. Gli accoppiamenti scomodi creano scompiglio a tutta la difesa, salvata solo da un perfetto Kyrie Irving (4/4) nel primo quarto. L’attacco Cleveland resta farraginoso e Detroit prova ad alzare il ritmo grazie ad uno scatenato KCP. Mentre Jackson sigla il 13-19, Morris lavora sporco su James, anche con colpi molto a limite del consentito. Una botta alla testa è degna di review da parte degli arbitri che decidono per il common foul. Il punteggio non decolla e se da un lato Drummond stoppa Thompson, dall’altro James e Love entrano sempre più in partita. A 2:15 dalla fine del primo quarto, coach Lue inizia a ruotare i suoi uomini e va di small ball (Shumpert, Smith, Irving, Jefferson e Love). Si paga subito dazio a rimbalzo, con Morris e Drummond che ringraziano. Dopo i primi 12 minuti il tabellone dice 27 Pistons, 24 Cavaliers con 8 per Morris e 7 con 5 rimbalzi per Love. Le squadre tirano molto bene dal campo: Cleveland 52.6% (10/19), mentre Detroit 57-9% (11/19).
2nd quarter – Vanno a riposare i migliori da una parte e dall’altra ed esordiscono Dellavedova e Frye per i Cavs e Stanley Johnson per i Pistons. Ad inizio quarto è Shumpert che, non proprio costruendosi i tiri migliori, infila due triple dal peso specifico elevato. Il pubblico impazzisce non appena si ripropone il duello James-Johnson, anche per incoraggiare il rookie a fare del suo meglio ma la vera chiave di inizio secondo quarto è Matt Dellavedova: la sua tripla vale il vantaggio per i Cavaliers dopo una perfetta rotazione di palla (33-31). La partita sale di colpi e diventa ancor più fisica. I contatti sono sempre più a limite, soprattutto su James, e Drummond viene spesso pescato dalla regia americana mentre spintona o sgomita su LeBron. Il 23 apparentemente non si scompone ma il nervosismo lo porta a perdere palle banali, mentre Morris infilerà la tripla del nuovo vantaggio. Il quintetto con il solo James come stella va in difficoltà e Lue è costretto a chiamare timeout. L’ondata positiva per i Pistons non si ferma neanche dopo l’interruzione del gioco e Drummond con un circus shot (+fallo) fa impazzire il pubblico. La risposta è ancora una volta Irving, che continua il suo percorso netto dal campo. Insieme al playmaker torna anche Thompson, così da tornare ad un quintetto con 2 lunghi. Esperimento small ball: bocciato. Delly è ancora una sentenza da 3 e quando la palla si muove Cleveland costruisce buoni attacchi Quando non ci riesce, invece, l’australiano inventa dei runner in contro tempo. A 5:19 dalla fine del primo tempo, Lue ordina l’Hack-a-Drummond (già visto nelle prime due gare) per sfruttare il 38% ai liberi del lungo. Il problema resta difensivo per Cleveland, con JR Smith che sciopera completamente e con KCP che ne approfitta e punisce. La gara da qui alla fine del quarto vive di sorpassi e contro sorpassi, con Love sempre in ritmo e nelle condizioni di poter nuocere, con Johnson che realizza 9 punti in un amen uscendo dalla panchina e con James che ritorna con le incursioni sopra il ferro. Durante i tiri liberi del Re il palazzo diventa una bolgia ma ciò non fa altro che eccitare James che segna sulla sirena il canestro del 54-53. Si va negli spogliatoi con un Love da 11 e 5 rimbalzi, con LeBron da 11 e 7 assist e con un Irving da 13. Per Detroit, invece, un eccellente Morris da 10 punti, seguito da Drummond a 11 e Johnson a 9. Piccola curiosità: punti in area di Cleveland 12, punti in area di Detroit 26.
3rd quarter – Il rientro sul parquet non è dei migliori per le due squadre. Fredde le mani ad inizio secondo tempo, prima della solita incursione spettacolare di Kyrie. La difesa di Cleveland sembra aver scelto il terzo quarto per alzare il volume della radio in difesa, mentre la tenuta mentale dei padroni di casa vacilla, come dimostra il tecnico a Drummond dopo una vistosa gomitata ai danni di LeBron James. Il centro di coach Van Gundy si fa perdonare immediatamente con il gioco da 3 punti (non convertito, ovviamente). Detroit torna a fare la voce grossa e muove la palla rapidamente per consentire ai tiratori di prendere tiri aperti: è il caso di Caldwell-Pope che dall’angolo non perdona. Il nuovo vantaggio Pistons arriva grazie alla solita intensità di Drummond che stoppa, corre tutto il campo, riceve e segna il 60esimo punto per i suoi. I Cavs sono in confusione totale, come dimostra il rimbalzo in solitaria perso da JR Smith. Il parziale di 7-0 lo chiude Jackson che, ancora una volta, chiama a raccolta i tifosi. L’uscita dal timeout per Cleveland è perfetta: al parziale dei Pistons segue un 6-0 firmato Thompson e Irving, costringendo stavolta Van Gundy al timeout. Il wired che passa ESPN è da registrare, perchè SVG urla ai suoi “Do you want to win?” con tono piuttosto minaccioso. I suoi Pistons fanno bisogno di crederci fino in fondo nell’impresa e Tobias Harris prende alla lettera lo sprono del suo coach. L’accoppiamento con Love spesso lo porta ad avere un gran vantaggio, sfruttato e convertito sempre nel modo migliore. La partita è sempre in bilico e il distacco tra le squadre non supera mai i due possessi. KCP da 3 per il -1, JR Smith e Kevin Love da 3 per il +4. Cleveland sul finale di quarto migliora il suo attacco, muovendo più rapidamente la palla, eliminando quella complicata staticità che imprigiona il talento dei suoi migliori giocatori. All’ultimo giro di boa, il punteggio è di 79-73 Cleveland. Kyrie è già a quota 20 con 9/16, Love a 18 con 6/9, mentre Drummond a 17. Prima dell’inizio del quarto periodo, altro show di Van Gundy, stavolta in diretta ai microfoni di ESPN.
4th quarter – Cleveland inizia come meglio non potrebbe, perchè si mette subito in moto James con l’and-one che vale l’82-73. Risponde con la stessa e identica moneta Caldwell-Pope, il più caldo dei Pistons. James, però, vuole dire ancora la sua e segna la prima e unica tripla della sua serata. Lo sforzo si trasferisce anche nella metà campo difensiva, dove lo stesso LeBron subirà uno sfondamento che farà infuriare coach Van Gundy. L’unico a tener ancora testa ai Cavs è Harris, autore di uno secondo tempo da urlo. La lotta a rimbalzo, i tuffi sulle palle vaganti, i close out precisi dei Pistons fanno ben sperare il paffuto coach di Detroit che, soddisfatto, applaude i suoi. L’attacco per Cleveland si riferma, James abusa dei palleggi e il solo Delly riesce a tirarlo fuori dai guai. Una sola volta però, mentre nelle altre l’attacco Cavs fatica e non poco. Dopo l’ennesimo timeout più mentale che tecnico per coach Van Gundy, Detroit rientra con molta più energia di Cleveland, come dimostrano le giocate di Drummond e KCP. Detroit è di nuovo a -1, timeout obbligatorio per Lue. L’uscita dal TO è ancora una volta eccellente per i Cavaliers che innescano Irving, autore di una tripla che gela nuovamente il pubblico. A 6:09 dalla fine, la svolta della gara: nuovo Hack-a-Drummond e dopo l’ennesimo 0/2, SVG lo richiama in panchina, rimpiazzandolo con Baynes. James e Irving non sembrano molto compagni di squadra e raramente si scambiano un pallone, rovinando l’attacco dei Cavs. A riscuotere l’ambiente è una schiacciata in campo aperto di Caldwell-Pope che riporta a -2 i suoi. Quando sembra che l’inerzia sia tutta per Detroit, arriva il miracolo di JR Smith dal solito angolo. Si resterà per un bel po’ sul 95-90, con Cleveland che persevera con i troppi palleggi e con i padroni di casa che difendono bene ma non riescono a finalizzare. Ultimo minuto e punteggio ancora inchiodato sul 95-90. LeBron rifiuta uno scarico aperto per Irving per scegliere la cosa più difficile, un passaggio dal fondo all’angolo per Love. Risultato: rimessa dal fondo con 0.7 secondi sul cronometro dei 24. Timeout e disegno perfetto di Lue che smarca in angolo Kyrie che con i piedi quasi fuori segna la tripla che sancisce la fine di gara 3! Mancano solo 43 secondi e Detroit non ha le forze per reagire ad una mazzata del genere. La ciliegina sulla torta è di LeBbron che piazza una chase-down a pochi secondi dalla fine. Finisce 101-91, serie sul 3-0 e domenica primo match point per i big three, ancora una volta decisivi.
CLEVELAND CAVALIERS: James 20 + 13 RT, Love 20 + 12 RT, Thompson 8 + 10 RT, Smith 9, Irving 26, Shumper 6, Jefferson, Frye, Dellavedova 12.
DETROIT PISTONS: Harris 13, Morris 16, Drummond 17, Calwell-Pope 18, Jackson 13 + 12 AST, Tolliver 2, Blake, Baynes 3, Johnson 9.