Cleveland Cavaliers, un inizio indicativo ma non troppo: la caccia all'anello è appena cominciata
Quanto può essere indicativo il record di una squadra NBA dopo appena due giorni dall’inizio della stagione? Quanto si sa di una franchigia dopo appena due apparizioni sul parquet? Generalmente diremmo poco, molto poco. Spesso non si hanno nozioni sufficienti per parlare del futuro di una squadra a febbraio, figuriamoci ora. Giusto. Eppure allargando per un attimo la prospettiva, ecco che si possono scorgere chiavi di lettura interessanti su questi Cavs. Squadra controversa se ce n’è una.
A chi non è capitato di sognare almeno un po’ dopo qualche buona prova della propria squadra del cuore, sebbene si trattasse solo di preseason? Purtroppo questo modus dicendi pare proprio non esser compatibile con il mondo NBA (è stato bello finché è durato, amici tifosi Hornets), dove le squadre con i migliori record a seguito delle gare dei primi di ottobre, quasi mai si sono rivelate capaci di tenere il passo durante le due/tre partite da affrontare prima di giocarsi il titolo.
Ovviamente non vale nemmeno il contrario: spesso le squadre che partono troppo male, si trovano nei bassifondi delle conference anche a fine RS (stranamente i 76ers versione Hinkie ne sono assidui frequentatori, non ce ne vogliano i tifosi di Philly), ma probabilmente questo non è il destino dei Cavs versione 2015/16, costretti ad affrontare la preseason in una versione molto più che rimaneggiata. LeBron, Kyrie, Kevin e Tristan. Più di 70 milioni di motivi per dare un’attenuante ai Cavalieri privi dei loro punti di riferimento e costretti a schierare, al fianco di un buon JR, la sola propria classe operaia.
Le buone notizie non mancano: un sempreverde Richard Jefferson ed un redivivo Jared Cunningham sembrano vogliosi di prendersi il loro posto nelle rotazioni di coach Blatt ed entrambi hanno concluso la pre stagione sopra la doppia cifra di media in PPG, un Mo Williams in più rispetto allo scorso anno, Love di nuovo sul parquet.. Ah, è tornato anche un ragazzone latino che ultimamente non si è visto molto in campo, un certo Varejao. COME? The Wild Thang a.k.a. SideShow Bob is back! Nei 15.6 minuti di media che gli sono stati concessi il brasiliano ha collezionato circa 8 punti, 5 rimbalzi e 2 assist in 6 partite. Questa si che è LA buona notizia della preseason a Cleveland.
Soprattutto negli ultimi anni, il record in preseason delle squadre che saranno poi in grado di vincere il titolo, si attesta intorno al 50% senza picchi eccessivi in positivo né in negativo (fatta eccezione di un buon 6-2 di GSW lo scorso anno). Percentuali neutre dunque, che testimoniano come, a maggior ragione in una lega dove la stagione è così prolungata, parlare di contender o di fallimento dopo una manciata di partite risulti quantomeno fuori luogo. Ma sul parquet, vestito in amaranto-oro, di solito scende tale “prescelto” da Akron.. e tutto cambia.
Lo scorso anno l’armata di LeBron finì la PS con un ottimo record di 5-2, per poi iniziare la RS con tre sconfitte nelle prima quattro gare, arrivando a fine novembre con un mediocre 8-7 di record, nonostante fossero quasi al completo. Anche la passata stagione i problemi erano non pochi: primo anno insieme, coach “europeo”, ruoli, gerarchie. Eppure con molte defezioni arrivarono lo stesso in finale.
L’inizio non è dei migliori, ma dopo due gare con Chicago e Memphis anche un 1-1 non si butta certo via. Poi ripensandoci..Ah, entrambe senza Irving. Ah, Love e Varejao sono appena tornati dopo mesi di assenza. Ah, LeBron è appena uscito da un periodo di convalescenza. E allora cambia completamente il modo di interpretare queste due gare.
Senz’ombra di dubbio la squadra, una volta tornata al completo in organico e nel sistema di coach Blatt, potrà far bene. Sicuramente più forte dell’ultima RS, con un backup nello spot di PG, Williams, che tanto è mancato soprattutto negli scorsi Playoffs insieme a qualche altro buon innesto per render più che competitivo il reparto esterni. Più solidità nel pitturato con un frontcourt di tutto rispetto: Mozgov, Thompson e gli stessi Love e Varejao son giocatori di livello, ciascuno con caratteristiche diverse dall’altro, portano un buon contributo su quelle piastrelle in legno. Tutto ciò aspettando segnali da Sasha Kaun.
David Blatt, dopo un buon rookie year, ha tutte le carte in regola per fare di questo gruppo di indubbio talento una squadra solida, pronta per una stagione che dovrà esser lunga quasi per forza. Perché a Cleveland serve questo riscatto, perchè la città aspetta ancora il primo titolo in 45 anni di storia e soprattutto perché il Re non si accontenta. Il Re rivuole la sua corona.