Cleveland Cavaliers @ Golden State Warriors 91-126: padroni di casa in the zone, Cavs alla peggior partita dell’anno
All’Oracle Arena va di scena il secondo e ultimo atto (in stagione regolare) della sfida tra i campioni e i vice campioni NBA, ovvero sia tra Warriors e Cavaliers. In una Oracle Arena gremita nonostante la particolarità dell’orario (altro soldout, ma ormai non fa più notizia) si alza una delle contese più attese della regular season.
1st quarter – L’inizio di gara, a differenza della gara di Natale, è tutto di marca Warriors, con un 7-0 in un 1:33 firmato dai Big3 di GS con penetrazione di Curry, tripla di Thompson e schiacciata di Durant. Il timeout immediato di coach Lue prova a scuotere i suoi, quasi stanchi viste le 6 trasferte negli ultimi 11 giorni. Cleveland litiga clamorosamente con il canestro, mentre l’attacco di casa gira magnificamente: quando si è già superata la metà del quarto, il computo degli assist dice 1 per i Cavaliers e 11 per i Warriors. Le percentuali si abbassano per un paio di azioni ma la notizia arriva a 7:20 dalla fine della prima frazione: Kyrie >Irving si siede già in panca, gravato di due falli. Si accende così il duello tra due straordinari tiratori come Thompson e Korver. L’ex Hawks prova a mettersi subito in ritmo ma la difesa dei Cavs è inerme davanti alla circolazione di palla giallo-blu. In men che non si dica, i Warriors sono già sul +9. Con Uncle Drew in panchina, la regia viene affidata James e la scelta di coach Lue non paga dividendi: l’attacco è statico e spesso si fossilizza. Curry si iscrive alla gara anche da 3 punti, firmando il +10 (14-24) a 3:38 dalla fine del periodo ma il vero allungo arriva grazie a due schiacciate di Javale McGee, che danno il +15 ai padroni di casa. le seconde linee dei Cavs, vedi Frye e Liggins, non difendono e non vengono coinvolte in attacco, generando un impasse tra le due fasi imbarazzante. Finisce 22-36 un primo quarto griffato da un Curry già a quota 8 punti e 5 assist.
2nd quarter – Il secondo periodo inizia con James in panca, con la squadra affidata a Irving, mentre coach Kerr continua a far riposare le sue bocche di fuoco. Gli ospiti provano ad attaccare l’area, riuscendoci sicuramente con regolairità ma con molta imprecisione in termini di percentuali. Percentuali che, invece, sorridono ai Warriors e sorridono soprattutto alla solita spina nel fianco per Cleveland, ovvero sia Shaun Livingston, autore del canestro del +20. Le due squadre giocano con una diversa energia, con una diversa intensità e, soprattutto, interpretano la partita con una mentalità difensiva completamente diversa. A metà quarto, un brutto contatto tra Green e James (storie tese che riprendono dopo le Finals) viene sanzionato come flagrant 1, suscitando l’ira della Oracle e la solita dose, a tratti eccessiva, di ironia di Green che accusa LeBron si flopping. I problemi di comunicazione della difesa di Cleveland facilitano la vita ai Warriors che, intanto, rimettono dentro le star. Rientra Irving e si riaccende un minimo la luce: i Cavs tornano a -15, prima di essere rispediti da un’altra spina nel fianco come Andre Iguodala. Il vantaggio dei padroni di casa flirta spesso con le 20 lunghezze di distacco, con l’attacco di Golden State in totale trance agonistica: chiuderanno il quarto con schiacciata di KD35, tripla dello stesso KD e tripla di Curry sulla sirena, per un totale di 78 punti realizzati, contro i 46 di Cleveland. Le percentuali dicono 62% dal campo, 50% da 3, con 26 assist su 33 canestri realizzati. C’è davvero, davvero poca storia se consideriamo che Cleveland è appena a 4 assist di squadra. Durant chiude il primo tempo con 19 “invisibili” punti, mente Curry già in doppia-doppia con 14 punti e 10 assist. LeBron a quota 16, Kyrie Irving a 9, impalpabile Kevin Love.
3rd quarter – Coach Lue scuote i suoi negli spogliatoi ma deve fare a meno di Kevin Love per tutto il secondo tempo per via di un problema alla schiena. Al suo posto c’è Kyle Korver, giocando sostanzialmente con LeBron da 4. L’inizio, proprio come nel primo tempo, è scioccante per gli ospiti che subiscono subito un parziale di 6-0 (tripla Thompson e tripla Curry), costringendo Lue a chiamare timeout dopo appena 1:12 di gioco. KD35, intanto, non si raffredda dopo l’uscita degli spogliatoi e continua a bruciare la retina del canestro dei Cleveland Cavaliers. L’attacco ospite non cambia copione, continua ad andare dentro con insistenza ma continua a non trovare canestri che preoccupino la difesa della Dub Nation. Kyrie Irving è il simbolo di queste basse percentuali, mentre Klay Thompson gioca un terzo quarto da Klay Thompson. I padroni di casa, inoltre, guidati proprio da coach Kerr, decidono di mandare un messaggio chiaro e forte ai diretti avversari: non abbassiamo i ritmi anche se siamo 36 punti avanti. Il parziale di 13-1 dei wine-and-gold di fine quarto non intacca il vantaggio di 24 lunghezze con il quale si va all’ultimo mini riposo.
4th quarter – La cronaca dell’ultimo quarto è naturalmente superflua, lasciando spazio alle seconde e terze linee. Cleveland è assolutamente alla peggior gara dell’anno, Warriors incredibilmente efficaci e abili nel sfruttare tutte le falle difensive degli avversari. Per tutto il resto ci sono i Big3, c’è Green con l’11esima tripla doppia in carriera e un impatto della panchina, Livingston e Iguodala su tutti, notevole. Cleveland torna a casa con le ossa rotte dopo un lungo giro ad ovest, racimolando 6 sconfitte in 12 incontri.
GOLDEN STATE WARRIORS (35-6): Green 11 + 13 RT + 11 AST, Thompson 26, Curry 20 + 11 AST, Durant 21, Pachulia 4 + 13 RT, Iguodala 14, Livingston 13, West 6, Clark 2, Looney 3, McGee 4, McCaw 2, McAdoo.
CLEVELAND CAVALIERS (29-11): James 20, Thompson 6, Shumpert 15, Irving 17, Love 3, Korver 11, Jefferson 11, Liggins, Frye, McRae 6, Felder 2, Jones.