Charlotte Hornets @ Houston Rockets 95-102: Harden decide un finale in volata
Al Toyota Center c’è aria di festa, come dimostra la sempre sorridente faccia di Dwight Howard. Arrivano in Texas gli Hornets di Jeremy Lin, Batum e Walker ma ancora privi di Big Al, Al Jefferson. Un’assenza che mai quanto questa sera risulta essere pesante ed incisiva, visto che c’è un “Superman” da marcare e Zeller non ha la stazza adatta per permettersi il confronto. Houston lo sa e cerca di cavalcare l’onda dell’ex centro di Magic e Lakers. L’alley oop tra Harden e Howard, specie dopo i dissidi mediatici avvenuti in settimana, sembra distendere l’ambiente e i (pochi) tifosi giunti a palazzo. Niente Jefferson ma Charlotte c’è, eccome se c’è. Se p vero che è costretta a pagar dazio in difesa, offensivamente gioca un quarto molto valido e chiude avanti di 1 punticino grazie al solito canestro in step back del solito Kemba Walker: 28-27 Hornets.
Il ritorno dopo il primo mini intervallo non è dei migliori con H&H (Howard e Harden) che pasticciano a rimbalzo e regalano due punti comodissimi a Lamb. La partita viaggia con un ritmo decisamente basso con un punteggio altrettanto basso e soprattutto equilibrato. A rompere questa monotonia – ma non l’equilibrio – ci pensa James Harden con un paio di giocate classiche e un paio di fischi portati a casa di mestiere. Houston guadagna la via degli spogliatoi con 1 punto di vantaggio sugli Hornets e una barba che ha appena cominciato a scaldare i motori.
Il terzo quarto, il più delle volte deleterio alla squadra texana, si rivela invece un successo. I padroni di casa piazzano un parziale di 16-24, mettendo un buon margine di vantaggio per giocare un quarto quarto senza eccessive pressioni. Come sempre a giostrare la manovra è la barba con il #13 che prima viene dimenticato dalla difesa, poi manda al bar ogni difensore che gli si ponga davanti. Il coast to coast di Jones che sulla sirena fa +9 è la fotografia perfetta di un attacco in crescita e di una difesa che sembra aver smarrito ogni tipo di sicurezza. Coach Clifford tra il terzo e il quarto quarto non utilizza troppo giri di parole per far capire ai suoi giocatori in che modo stanno giocando.
La scossa arriva e fa decisamente bene. Un energico inizio di quarto permette a Charlotte non solo di restare in partita mentalmente ma anche di avvicinarsi in termini di punteggio. La tripla sulla sirena dei 24” di Jeremy Lin, ex di turno, vale il -3 (76-79) con 7′ ancora sul cronometro del Toyota Center. Lin spaventa i suoi ex tifosi ma a rimetterlo in riga ci pensa ancora una volta James Harden. Prima abbiamo usato l’espressione “manda al bar” ma in questo caso il concetto va ampliato. Un crossover del Barba rischia di far rompere le caviglie all’uomo dalla capigliatura più strana della Lega. Una giocata che vedremo e rivedremo nei giorni a seguire. La partita è ancora in bilico e ancora una volta il tiro dalla lunga distanza sorride agli ospiti: è il turno di Marvin Williams che punisce il tardivo close-out di Jones e piazza la bomba del pari 88. L’azione chiave porta la firma di Harden: penetrazione centrale, la difesa collassa, il #13 lucra un fallo e realizza nonostante il contatto. Giocata da leader del leader. Quella di Harden è la giocata che spegne Charlotte ma la vera giocata che spezza le gambe a Walker & Co. è quella di Jones che stoppa il tentativo di schiacciata di Zeller. Game, set and match: vince Houston 95-102.
CHARLOTTE HORNETS (15-12): Batum 9, Williams 12, Zeller 10, Hairston 7, Wlaker 14, Lin 13, Kaminsky 12, Hawes 3, Lamb 10, Roberts 2, Daniels 3.
HOUSTON ROCKETS (15-14): Ariza 5, Capela 3, Howard 9, Harden 36, Beverley 11, Motiejunas 6, Terry 2, Brewer, Jones 17, Thornton 13.