Celtics, Sullinger: "Vogliamo stupire tutti"
L’appuntamento del Mediolanum Forum si avvicina. Martedì 6 i Boston Celtics sfideranno l’Olimpia Milano, per la gioia dei tanti appassionati nostrani di NBA. A prendere la parola, in questi giorni di vigilia, è Jared Sullinger, 23enne ala grande nativa di Columbus, Ohio, che si appresta ad iniziare la sua quarta stagione a Boston. “Quelle di Milano e Madrid saranno le nostre prime partite della stagione. E’ preseason, certo, ma noi giocheremo come fosse regular season. Anche perché siamo un gruppo molto competitivo e non vogliamo perdere“, esordisce Jared.
“Siamo migliorati molto come squadra, grazie all’esperienza dei playoff dello scorso anno. E poi sono arrivati dei veterani; penso a gente come David Lee che lo scorso anno ha vinto il titolo, che ci potranno aiutare molto durante la stagione con la loro esperienza. Penso che abbiamo l’occasione di stupire molti” – afferma convinto – “Siamo molto competitivi, e poi c’è l’orgoglio di essere un Celtics, che ti da sempre qualcosa in più. Giochi con la stessa maglia di gente che ha dato tutto per questa squadra, e quando indossi l’uniforme dei Celtics ti senti obbligato ad avere certi standard di rendimento, non importa come sta andando la partita. Per questo qui tutti sanno che l’obiettivo prima o poi è tornare a vincere il titolo. Ma c’è tantissimo lavoro da fare“.
Sullinger, quindi, dichiara di conoscere il basket europeo, anche grazie ad una sua conoscenza, ovvero il nostro Amedeo Della Valle: “Ho un grande amico da quelle parti, uno che ho reclutato ad Ohio State: Amedeo Della Valle. E’ il mio giocatore italiano preferito, l’ho conosciuto molto bene nei due anni che ha giocato con la mia università. E’ ancora giovane e sta ancora imparando, ma sono certo che presto esploderà definitivamente. Faccio il tifo per lui“.
L’avvio dell’avventura NBA, per Sullinger, è stata costellata dagli infortuni, che ne hanno minato il rendimento. Ecco perché, su consiglio della famiglia, il ragazzo ha passato l’estate a Houston, allenandosi con John Lucas, ex giocatore tra gli anni ’70 e ’80. “Abbiamo fatto tante cose: nuoto, boxe, corsa, tennis… Tutte attività finalizzate alla preparazione fisica, a farmi ritrovare la mobilità che avevo un tempo. Sono cresciuto idolatrando Michael Jordan: guardavo le sue partite con mio padre, che poi mi insegnava a fare quello che faceva lui. Penso sia il migliore di sempre, reso unico dal suo spirito competitivo e dominante. Ma il mio gioco l’ho modellato su Elton Brand: l’ho ammirato quando giocava con Duke al college, poi ha avuto una carriera straordinaria in Nba“.
Sullinger conclude sottolineando come abbia provato, soprattutto al primo anno ai Celtics, a carpire tanti segreti dalle stelle che all’epoca vestivano la maglia di Boston, come Garnett, Pierce, Rondo e Terry. “Mi hanno insegnato che la difesa viene prima di tutto. Kevin era la nostra ancora difensiva, ma anche gli altri veterani con cui ho giocato mettevano tanta enfasi sulla difesa, sapendo che l’attacco viene poi di conseguenza. Quando entri in Nba, invece, pensi che la cosa più importante sia l’attacco. Ma per fortuna crescendo capisci come vanno le cose in realtà“.