CAVS@HAWKS Top&Flop, Game 2: LeBron leader, Shumpert incisivo. Millsap tra i bocciati
In pochi si aspettavano uno 0-2 dopo le prime due gare con il fattore campo avverso. Eppure i Cleveland Cavaliers sono saliti sull’areo che li riporta in Ohio con il secondo referto rosa in 4 giorni. Una partita con poca storia, quasi sempre controllata se non dominata dagli ospiti, guidati da un collettivo che in pochi pronosticavano. Come la maggior parte degli addetti ai lavori sosteneva o riteneva, questa poteva essere la serata di Lebron James, vista e considerata l’assenza di Kyrie Irving, ma non è stato affatto così. E’ stata la serata dei Cleveland Cavaliers come gruppo, come vera squadra e non una semplice accozzaglia di talenti che portano a vincere qualche partita ma non qualche anello. Da un lato questi Cavs, dall’altro la brutta controfigura della prima della classe ad Est. Andiamo a scoprire chi sono i TOP e chi sono i FLOP di questa importante gara 2.
TOP
– LeBron Raymone James: 30, 11 assist e 9 rimbalzi, 10/22 dal campo, 2/7 da 3, 8/11 ai liberi, 4 palle perse, 1 stoppata, +20 di plus/minus. Cifre che come spesso ripetiamo quasi offendo il gioco di un alieno che potrebbe giocare tranquillamente in 5 ruoli. Stanotte si è dedicato al playmaking, non sfigurando nemmeno un po’. L’incredibile serata al tiro da 3 per i suoi Cavs passa per le sue mani e se su un piatto della bilancia ci sono 30 punti, sull’altro ci sono gli assist che permettono ai compagni di squadra di prendere tiri aperti o comunque con uno spazio sufficiente. Gli occhi erano quelli delle grandi occasioni e quegli stessi occhi non hanno tradito. Leader in campo, leader fuori, sempre pieno di consigli per tutti e sempre concentrato fino alla fine. L’inside trax, ovvero sia quando un giocatore viene microfonato, è stato dedicato a lui e il suo “Pensiamo a finir bene questa gara, viviamo questo momento e non pensiamo a gara 3” anche sul +20 la dice lunga sullo stato mentale del Re. UN SOL UOMO AL COMANDO.
– Iman Asante Shumpert: 16 punti, 4 rimbalzi, 6/11 dal campo, 4/6 da 3 punti e uno spaventoso plus/minus di +27 (il migliore dei suoi). Se JR Smith in gara 1 è stato un fattore, in gara 2 lo è stato il suo compagno di merende nella Grande Mela. Shumpert, dopo un inizio complicato dovuto ad una difficile marcatura su un caldo Kyle Korver, si è rilevato determinante con il suo 4/4 da 3 punti (chiudendo poi con 4/6 dall’arco). Tanta anche la difesa e la sua duplice funzione nelle due metà campo fa di Iman l’arma in più per coach Blatt. L’uomo dalla capigliatura più strana di questi Playoff è come un diesel e se conferma le cose positive fatte vedere nella serie contro i Bulls, tendiamo a credere che nelle gare interne potrà ancora fare la differenza.
FLOP
– Paul Millsap: 4 punti, 2/8 dal campo, 5 rimbalzi, 2 assist, 0 tiri liberi (!) il tutto in 27 minuti di gioco. Potrebbero finirci in tanti sul tavolo degli imputati di questa gara 2 ma, al netto dei problemi fisici che hanno impedito a Korver e Horford di giocare una partita al massimo della loro condizione fisica, il peggiore in maglia Hawks è stato proprio l’ex stella degli Utah Jazz. Mai in partita, spesso nervoso per fischi non condivisi e in attacco decisamente fuori dai giochi. Se Atlanta vuole rinascere, deve passare obbligatoriamente per un cambio di rotta e di atteggiamenti del suo trascinatore stagionale. All’inizio della serie è stato smistato su LeBron ma coach Budenholzer c’ha messo veramente poco a cambiare idea. Il suo esordio alle Eastern Conference Finals e un pizzico di inesperienza in un contesto del genere sono ovviamente scusanti non da poco ma coach Bud conosce sicuramente un giocatore diverso da quelle visto nei primi due atti della serie.
Come detto, si potrebbero considerare flop anche altri giocatori degli Atlanta Hawks perchè sicuramente la prova della maggior parte della squadra (forse è da escludere solo il volenteroso Schroeder) è da rivedere ed è insufficiente per questi livelli. Appena 82 punti segnati contro una difesa tutt’altro che irresistibile e un secondo tempo da 33 punti non sono accettabili da un pubblico abituato a standard ben diversi. Incidono molto anche le condizioni fisiche precarie dei migliori giocatori di Atlanta ma nonostante le defezioni si dovrebbe gettare il cuore oltre l’ostacolo vista la posta in palio.