CAVS@GSW, Gara-2: Cleveland spreca, ma stavolta l'OT gli sorride. E' 1-1!
Oracle Arena, Oakland. Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors tornano in campo per il secondo atto delle Finals 2015. I padroni di casa vogliono il punto del 2-0, per andare in Ohio con più tranquillità. I Cavs, invece, provano a compattarsi dopo l’infortunio che ha messo definitivamente ko Irving. Questi i quintetti. Coach Kerr schiera Barnes, Green, Bogut, K. Thompson e Curry; coach Blatt risponde con Mozgov, T. Thompson, Shumpert, Dellavedova e ovviamente LeBron James. Klay (9 nel periodo) è subito on fire, tanto da mettere i primi due canestri del match, mentre gli ospiti sbagliano i primi tre tiri dal campo. E’ di Shumpert il primo canestro Cavs, con il prodotto da Washington State che prova a firmare la prima minifuga del match (6-11 dopo 4’17”). Cleveland c’è, ma Barbosa raccatta letteralmente un pallone dalla spazzatura e firma nuovamente il +5 Warriors (10-15). Golden State sembra iniziare nel migliore dei modi, correndo negli spazi come piace ai ragazzi di coach Kerr; su una transizione, Curry illumina con un fantastico passaggio dietro la schiena per Barbosa, che da tre realizza il +8 (12-20 a 3’12” dalla prima sirena). Come in Gara-1, però, i Cavs non mollano la presa e con un controbreak di 8-0 trovano il pari (layup di Smith a 1’21”). Non si segna più nel primo quarto, che si conclude sul 20-20. Il modo di giocare delle due squadre è chiaro: i Warriors, come nella prima partita, si preoccupano quasi solo che LeBron non metta in ritmo i compagni; i Cavs, da parte loro, provano a tenere bassi i ritmi, mentre marcano in maniera asfissiante Curry, per escluderlo dalla partita.
Il secondo periodo comincia con una serie di palle perse, prima che LeBron (12 nel periodo), in layup, riporti avanti Cleveland. La partita è una sfida tra James e Thompson (11 nel periodo), che replica colpo su colpo, issandosi a trascinatore dei suoi. Mette altri 7 punti in poco più di due minuti; quindi, due liberi di Bogut valgono il +6 per i Figli della Baia (25-31). Il grosso guaio di Cleveland in Gara-1 era stato l’apporto nullo della panchina (J.R. escluso). Ebbene, LeBron trova un’insospettabile spalla in James Jones, il quale realizza 8 punti in nemmeno due minuti, parte integrante di un break di 17-4 che proietta gli ospiti sul +7 (42-35 a 3’00” dalla pausa lunga). Intanto, è entrato in partita anche Mozgov, letale, insieme a Tristan Thompson, a rimbalzo e lestissimo nei tagli nel pitturato avversario. Golden State spara a salve dalla lunga distanza, sbagliando tanto anche in area. Steph mette la sua prima tripla a 2’23” dall’intervallo, con Iguodala che, con un jumper dalla media, piazza il -2 (43-41). Cleveland rintuzza gli assalti dei Warriors soprattutto con Mozgov (7 punti negli ultimi 4′) e va al riposo avanti di 2, anche grazie ad una rettifica degli arbitri, che mutano un tiro di Klay Thompson da tripla a tiro da due (giustamente). Al 24′, i Cavs conducono 47-45. I Warriors stanno tirando non con le loro solite percentuali da tre (4/17), sembrando, soprattutto in alcuni elementi, alquanto fuori partita (Curry 1/9 dal campo). Anche Cleveland non tira granchè bene, anzi; ma si sta applicando ferocemente in difesa, mandando in crisi il sistema di gioco dei padroni di casa.
Ciò diventa ancora più esplicito nel secondo tempo. Il terzo quarto è giocato a livelli, offensivamente parlando, da partita fondamentale di Eurolega. Vero che LBJ e Barnes vanno subito a segno (47-45) ma, nei 7′ successivi, Cleveland andrà a segno dal campo appena una volta (1/13), mentre Golden State tre (3/11); impressiona anche il dato delle palle perse, relative solo a questo spezzone di partita (5-4). Il bello è che se Cleveland non segna quasi mai su palla recuperata, altrettanto fanno i Warriors, che non riescono assolutamente a proporre il gioco loro solito. Comunque, a poco più di 4′ dall’ultima pausa, il tabellone recita 57-54 per gli ospiti. Lebron prova ad alternare isolamenti ad assistenze per i compagni, come quando serve J.R. per la tripla del +6 (62-56 a 2’50”). I ragazzi di coach Blatt non segnano più nel periodo, mentre Klay mette il canestro del -3. Al 36′, tutto è ancora in bilico, in questa partita surreale e dal punteggio bassissimo (62-59).
Pronti via, nel quarto periodo, e Thompson si procura un gioco da 4 punti, con fallo di J.R., ma fallisce il libero supplementare (62-62). La replica di Cleveland è immediata: due lacrime di un Dellavedova commovente avviano il 9-2 che rilancia gli ospiti (71-64 a 8’21” dalla fine). Golden State prova a reagire, ma hanno un grosso problema: Steph Curry, stasera, vede il canestro largo quanto una tazzina di caffè (alla fine, 5/23 dal campo, 2-15 da tre e, sotto quest’ultimo aspetto, record negativo delle Finals). Quando poi una sua tripla dall’angolo, praticamente dentro, viene letteralmente sputata fuori dal ferro, si ha la netta sensazione che non sia serata né per il figlio di Dell né per i Warriors. J.R. e Dellavedova, quindi, dopo azioni corali costruite da LeBron (10 nel periodo), piazzano le triple del +11, che sembrano indirizzare la partita (79-68 a 5’00” dalla sirena). Ancora il Prescelto, con una bomba da casa sua, rispedisce i locali sempre a +11, zittendo la Oracle Arena (83-72 a 3’14”). La salita è veramente ripidissima per Golden State, che ha il merito di non mollare. Le triple di Iguodala e Curry, oltre ad un canestro di Klay Thompson, riaprono tutto in poco più di un minuto, con coach Kerr che ordina il fallo sistematico su Tristan Thompson (85-82 a 2’00” dalla fine). J.R. non è lucido e mette nei guai i suoi: Curry sbaglia da tre; il rimbalzo è di Iggy, che trova Barnes tutto solo sottocanestro; Harrison schiaccia, subendo anche un ingenuo fallo dall’ex Knicks. E’ il -2 (87-85). Le emozioni sono infinite. Lebron sbaglia dall’arco, così come Barnes il jumper dalla media. Quindi, The King scarica per Shumpert, che sbaglia la tripla; nell’azione seguente, Curry fa l’MVP e, con un ball-handling stordente, sguscia tra James e T. Thompson, appoggiando dolcemente il pallone dell’87 pari. Sul cronometro ci sono 7.2 secondi e ovviamente la palla va a LeBron. Contrariamente a Gara-1, il classe ’84 sfida la difesa di Golden State, ma il suo layup finisce sul ferro; T. Thompson prova il tap-in, ma la palla è fuori. E’ Overtime!!!!!
Un epilogo incredibile ed inatteso per come si era messa la partita a soli 3′ dalla fine del quarto periodo. La tensione è altissima, ma ad avvertirla sono di più i padroni di casa, che sbagliano i primi 5 tiri del supplementare. Cleveland, invece, va a segno con Shumpert (tripla) e LeBron (2/2 dalla linea della carità), per il 92-87 a 3’16” dalla fine. Assente praticamente in tutto il match, ecco che si sveglia Draymond Green: due rimbalzi offensivi pesantissimi e -1 (92-91 a 2’00” dalla sirena). Le squadre sono stanche e la bilancia potrebbe pendere da una parte o dall’altra. James commette infrazione di 24 secondi, ma si lamenta per un chiaro fallo di Iggy; peccato che c’era anche un suo passi sesquipedale. Nell’azione seguente, però, Curry dimostra di non essere in partita, regalando un pallone sanguinolento a Shumpert, che prova ad andare in transizione; K. Thompson è bravissimo a limitarlo e a stopparne il layup. Ma i Warriors proprio non vogliono meritarsela: Green, dopo una difficoltosa penetrazione, perde palla, recuperata dall’onnipresente Dellavedova. Nell’azione successiva, Draymond si rifà, bloccando Lebron e guadagnando una palla due dove, con mestiere, frega LBJ e recupera il pallone. Siamo a 45″ dalla fine dell’OT. Ancora una volta, Curry è in difficoltà, ma ci pensa J.R. ad aiutarlo, cadendo come un pollo nella sua finta e commettendo il 6° fallo personale. Dalla lunetta, Steph fa 2/2 e siamo 92-93 Warriors, con 29″ sul cronometro. LeBron prova a sorprendere la difesa locale con una penetrazione improvvisa, ma viene stoppato da Green; sulla palla vagante si avventa Iguodala, che non riesce a tenerla in campo. Sulla successiva rimessa, è James Jones a provare la tripla, sbagliando; sul rimbalzo, però, arriva colui che non ti aspetti, ovvero ancora Matthew Dellavedova, che si guadagna i suoi primi due liberi nel momento topico del match. La mano di Matty non trema e fa 2/2 (94-93 a 10.1″). Sulla rimessa Warriors, il pallone arriva a Curry, ma Dellavedova lo limita benissimo, il jumper è corto e il rimbalzo è di LeBron, che va in lunetta dopo aver subito fallo. James fa 1/2, regalando ancora una speranza ai Warriors, sotto di 2 a 4.4 dal termine. Però sono finiti i time-out e, dopo la rimessa, Curry perde nuovamente palla e finisce 95-93 per i Cavs.
Ripeto, è stata una partita quasi illogica. LeBron è stato nuovamente l’eroe, con l’ennesima tripla doppia (39 punti (11/34 dal campo), 16 reb e 11 ast), ma fondamentale è stato anche l’apporto di un Mozgov sempre più convincente (17+11 reb), oltre alla grinta dei vari Dellavedova, T. Thompson (14 rimbalzi) e Shumpert. Cleveland che ha vinto una partita dalle percentuali davvero basse e dal campo (32.6% (29/89) a 39.8% (33/83)) e, in particolare, da tre (33.3% (9/27) a 22.9% (8/35)). A risaltare è anche il predominio a rimbalzo dei ragazzi di coach Blatt (55-45). Nei Warriors, Kerr può essere contento davvero di poche cose. L’unico a salvarsi è stato Klay Thompson (34 punti (14/28 dal campo e career high ai Playoff) e 5 reb), mentre Curry è stato l’ombra di se stesso (19 punti (5/23 dal campo)), così come deludente è stato Green, nonostante una doppia doppia (10+10 reb).Tante, troppe le palle perse dai Warriors (13-18), con Kerr che avrà il compito di resettare la mente dei suoi e prepararli al meglio per le battaglie che dovranno affrontare alla Quicken Loans Arena, a partire da domani sera.
CLEVELAND CAVALIERS (1-1): James 39 (16 reb + 11 ast), Mozgov 17 (11 reb), T. Thompson 2 (14 reb), Dellavedova 9, Shumpert 7, Jones 8, Smith 13, Miller 0, Perkins, Haywood, Harris e Marion DNP
GOLDEN STATE WARRIORS (1-1): K. Thompson 34, Curry 19, Green 10 (10 reb), Barnes 11, Bogut 2 (10 reb), Speights 0, Ezeli 2, Livingston 3, Barbosa 5, Iguodala 7, Lee, McAdoo e Holiday DNP