Cavs, niente Qualifying Offer per Thompson
Alla mezzanotte (ora degli Stati Uniti) era fissata la deadline per Tristan Thompson, che doveva accettare o meno la qualifying offer dei Cavs, ovvero un anno a 6.8 milioni. Come riporta Dave MacMenamin, di ESPN, questo termine è scaduto senza che tra le parti si sia trovato un accordo. Così, il canadese resta nella condizione di restricted free-agent, permettendo ai Cavaliers di pareggiare eventuali offerte di altre franchigie. Nulla da fare per il GM di Cleveland, David Griffin, che nel tardo pomeriggio di ieri aveva espresso ottimismo sulla questione: “Tutti noi ci aspettiamo di vederlo qui domani (oggi). Siamo fiduciosi che lui voglia allenarsi con i suoi compagni di squadra allo stesso modo in cui loro vogliono averlo qui. Se saremo in grado di raggiungere un accordo, allora ci sarà“, aveva detto ieri dal training camp dei Cavs.
La telenovela sul rinnovo del giocatore è andata avanti per tutta l’estate, con un ruolo fondamentale ricoperto da Rich Paul. Il potente agente del 24enne di Brampton aveva sparato davvero alto nei mesi scorsi, arrivando a richiedere un quinquennale a 94 milioni di dollari, per poi recedere, secondo alcune fonti, ad un triennale da 53 milioni. Per altri, Cleveland è arrivata ad offrire un quinquennale da 80 milioni. Comunque siano andate le cose, la situazione è rimasta in stallo. A questo punto, Thompson potrebbe anche optare di restare in questa condizione fino a quando non troverà un accordo con la franchigia dell’Ohio. E, a ben vedere, i Cavs non sono nuovi a situazioni simili, poiché nel 2007 ben due giocatori restarono in questa sorta di limbo: parliamo del montenegrino Sasha Pavlovic, che saltò tutto il training camp, e del brasiliano Anderson Varejao, il quale mancò le prime 21 partite di regular season prima di trovare l’accordo per il rinnovo e tornare, quindi, in campo.