Cavs, il miracolo è già alle spalle, ripetersi sarà dura
Nell’anno 2014, Tyronn Lue inizia la stagione a Cleveland per assistente coach dietro le spalle del capo allenatore russo David Blatt. Quest’ultimo tra l’altro debuttante fa arrivare i Cavs alle Finals proprio contro i Warriors di un altro debuttante in Nba in panchina ovvero Steve Kerr.
In quella serie gli infortuni non aiutano certamente Cleveland perché Irving e Love si infortuniano e non potranno mai giocare quella serie al completo.
Così dopo la post season i Cavs ricominciano sempre da Blatt, ma il 23 Gennaio di quest’anno il russo viene licenziato dopo le 30 vittorie e 11 sconfitte rivelate fino a quel momento, automaticamente Lue viene promosso a capo allenatore, le cose con lui cambiano e si vede, dalla rotazione viene tolto Mozgov – uno dei protagonisti delle Finals 2015 – e viene messo Frye, un’ala molto caparbia con un ottimo tiro dall’arco.
In questa squadra tutto cambia, più tiri da tre, più canestri da 3, i compagni sono più uniti, consapevoli davvero di potercela fare.
Così i Cavs arrivano ai playoffs come primi ad est, distruggono letteralmente i Detroit Pistons al 1º turno e passano alle semifinali dove incontrano gli Hawks, anche per quest’ultimi non c’è speranza, un altro netto e strabiliante 4-0, in una di queste 4 gare giocate i Cavs mettono a segno 25 triple diventando la squadra con più canestri da tre realizzati in una partita.
In finale incontrano i Raptors, coloro che vanno male in Ohio e poi si risvegliano nuovamente, ma questo non può salvare loro da un 4-2 che conduce Cleveland alle Finals dove rincontrare Curry e compagnia.
Curry onestamente parlando non sta bene e lo si vedrà per il resto della serie, ma nonostante questo i guerrieri si portano sul 3-1 ad una sola vittoria sui Cavs. Ma Cleveland praticamente rinasce, vince gara 5 con il King e Irving che mettono 41 punti a testa, in gara 6 una prestazione eccellente di LBJ e compagni in casa fa si tutto si debba decidere in gara 7.
Lì, in quella gara a un 1 minuti dalla fine Irving è il risolutore e con una tripla condanna Golden State alla sconfitta.
Cleveland fa un impresa davvero, vince un titolo sportivo che in Ohio mancava da più di 50 anni.
Quest’anno in post season pochi arrivi come quello di Chris “The Birdman” Andersen che farà faville con il Re e con probabilità con un JR incerto. Un altro arrivo quello di Mike Dunleavy, ex Bulls, 36 enne che però può far bene nelle rotazioni della squadra.
Dopodiché la cosa più importante di questa post season è il rinnovo del King che rinnova per altri 3 anni.
La squadra praticamente è sempre la stessa, con pochi cambiamenti che può dare nuovamente tanto proprio come i tifosi se l’aspettano ma le difficoltà saranno maggiori con i rinforzi di Knicks, Pacers e poi i soliti Raptors a dar fastidio ma anche ad ovest dove gli Spurs hanno preso Gasol e i Warriors han firmato KD35.
Le insidie saranno di più e il peso di una città che ha voglia.
Chissà se i Cavs saranno in grado di gestire queste responsabilità, ma con LBJ, il neo campione olimpico Irving e Love sicuramente non ci sarà da preoccuparsi con questa nuova stagione alle porte.