Cavaliers vs Warriors Vol. 3: chi riuscirà a fermarli?
Con la parte finale della regular season ormai alle porte, le prime indicazioni di questa annata NBA ci regalano una situazione che in molti avremmo pronosticato ad inizio anno, ma che dimostrerebbe quanto siano spezzati gli equilibri che da decenni rappresentano il fiore all’occhiello di questo sport. Difficile infatti che in un discorso con cognizione di causa, qualsiasi appassionato possa rispondere differentemente alla domanda: chi arriverà alle prossime Finals?
Warriors e Cavs ovviamente, le squadre dominatrici degli ultimi due anni che si sono divise equamente la posta in palio vincendo un titolo NBA ciascuno, in attesa di riscrivere la storia ed affrontarsi per la terza stagione consecutiva. I Warriors hanno addirittura aumentato la propria pericolosità con l’arrivo di Kevin Durant, mentre i Cavs nonostante qualche inciampo di troppo continuano ad essere l’unica certezza della Eastern Conference, lasciando ben poco spazio ad alternative. Esiste però una minima possibilità che i prossimi playoff ci regalino una partecipante differente tra le due finaliste? Analizziamo chi può davvero giocarsi le proprie carte nel tentativo di spezzare questo dominio.
SAN ANTONIO SPURS – Nonostante l’addio traumatico del leader indiscusso Tim Duncan, gli Spurs sono ancora lì a reggere quasi il ritmo dei Warriors in questa regular season. Leonard si è evoluto ulteriormente diventando il trascinatore della franchigia, coadiuvato da un Aldridge che sembra davvero poter fare la differenza, oltre che dalle ormai leggende viventi Ginobili e Parker. In questa stagione gli uomini di Popovich hanno dimostrato di poter mettere in crisi il gioco di entrambe le favorite al titolo e non possono essere esclusi da qualsiasi discorso relativo alle prossime Finals. Lo scorso anno però gli Spurs sono crollati ancor prima di poter affrontare Curry e compagni e il timore che questo scenario si possa riproporre è alto, soprattutto in un’ipotetica sfida contro Clippers o Rockets, che possono dimostrarsi vere e proprie bestie nere. Se la condizione fisica resta la stessa per tutta la postseason attenzione agli Spurs, ogni anno sembra essere l’ultimo per lasciare il segno eppure li troviamo sempre ad una manciata di vittorie dagli imbattibili Warriors.
HOUSTON ROCKETS – Bucate le 50 gare stagionali, è palese che si stia assistendo al momento peggiore della gestione D’Antoni, ma Houston sembra poter essere in grado di mantenere la sorprendente terza posizione in classifica. C’è da capire se questa piccola crisi dei texani derivi da un effettivo momento di difficoltà fisica o da una precisa scelta di riprendere fiato dopo la cavalcata fatta fino ad ora, consci che anche l’aggancio agli Spurs può essere considerato già utopia. Il bilancio con i Warriors, ostacolo insormontabile della Western Conference, vede una vittoria ed una sconfitta (pesante in casa), ma in una serie tra le due squadre servirebbe un vero e proprio miracolo, visti anche i precedenti degli ultimi due anni, dove Golden State ha sempre schiacciato Houston ai playoff. Se si vuole un miracolo però, la squadra di D’Antoni è quella più accreditata per compierlo: perché non crederci?
TORONTO RAPTORS – Passando al capitolo Est, è indubbio che il primo nome che viene in mente come possibile avversario dei Cavaliers campioni in carica è quello dei Raptors, che nella scorsa stagione hanno conteso proprio a LeBron e compagni il posto alle Finals. La conferma di DeRozan e la sua crescita insieme ad un sempre più convincente Lowry rende i canadesi una seria minaccia per questa stagione, considerando anche un supporting cast di livello eccelso. Toronto sembra però essere la squadra eternamente incompleta e il sorpasso subito di recente dai Boston Celtics in classifica (seppur si possa dimostrare poi semplicemente estemporaneo) non si può certo considerare un segnale positivo. Coach Casey si ritroverà molto probabilmente ad allenare per la prima volta in carriera il Team Est al prossimo ASG, ma per rendere questa annata davvero indimenticabile si deve scrivere ancora la storia e riuscire a detronizzare il Re.
BOSTON CELTICS – Lavoro da 30 con la lode per la dirigenza di Boston, che ha completamente rifondato dopo la partenza di Rondo e in poco più di una stagione è ora una delle forze dominanti ad Est. Isaiah Thomas è semplicemente mostruoso e non vincerà l’MVP solo perché Westbrook e Harden hanno deciso di riscrivere questo sport, ma la sua leadership sta trascinando i Celtics ad un traguardo inaspettato fino a pochi mesi fa, supportato da un Al Horford forse ancora più incisivo di quello che avevamo visto negli ultimi tempi ad Atlanta. Per arrivare a sfidare i Cavaliers, tutto passerà da chi avrà il vantaggio del campo nella sfida con i Raptors, ma con un discorso simile a quello fatto precedentemente con i Rockets, questi Celtics sembrano davvero in grado di poter fare l’impossibile e regalarci l’ennesima storia indimenticabile di questo sport.
CLEVELAND CAVALIERS – Tra i tanti elogi alla forza dei Raptors, l’auspicio della favola Celtics da poter raccontare, ad Est molto più che ad Ovest tutto passa dalle mani dei Cavaliers. È innegabile che per fare in modo che LeBron James non raggiunga la sua settima partecipazione alle Finals consecutiva non basti un miracolo, ci vuole un vero e proprio suicidio dei campioni in carica. I tanti malumori di questo mese di Gennaio suggeriscono uno scenario del genere ed è forse la motivazione più grande per cui si possa ancora credere che le prossime Finals non vedano Warriors e Cavs ancora a confronto. Certo, fino a quando non sarà finita la stagione regolare saranno considerati i favoriti assoluti con giusto merito, ma qualche crepa di troppo potrebbe far crollare davvero tutto il sistema dei campioni NBA?