Cadono tutte, tranne i soliti Spartans.
Kentucky (9-2):
Kentucky cade per la seconda volta in stagione, questa settimana per mano di Ohio State (67-74). I Buckeyes mandano tutti i giocatori a referto con punti compresi tra 6 e 14 e a metà secondo tempo si trovano già con un vantaggio di 16 lunghezze. Calipari prende a piene mani dal talentino Jamal Murray che tirando con un timido 7-9 dall’arco ne mette 33 alla sirena. Non basta. Labisierre è inesistente con 1-7 dal campo e soli 2 punti e Ohio ne ha veramente di più.
Passo falso che ci sta, può capitare, meglio se non capita mai più.
Duke (9-2):
Sembrano viaggiare pari passo le due gemelle più blasonate del college basket. Nella stessa settimana anche gli uomini di Coach K incontrano la seconda L dell’anno. Opera di: Utah (77-75), o per meglio dire Jakob Poeltl (from Vienna con furore) che in una serata da incorniciare chiude a 19+14 con 3 stoppate. La partita è di quelle che solo l’Ncaa sa regalare. Si chiude all’overtime con le speranze dei Blue Devils che si spegnono sul secondo ferro di Ingram e con gli Utes che festeggiano nella splendida cornice del Madison.
St. John’s (7-6):
Cade anche la Red Storm davanti agli imbattuti di South Carolina con 14 punti di scarto (75-61). La partita è nelle cifre al tiro da 3. 25% per gli uomini di Mullin, il doppio per gli avversari (53%). Mussini tira 0 su 7, perde 5 palloni e mette a referto 12 punti. L’attacco non gira e le certezze traballano.
Sperando davvero tanto che alla fine spunteranno tra le 64 partecipanti al ballo finale.
Michigan State (12-0):
Ma di cosa stiamo parlando? Neanche dopo essere stati portati all’overtime, neanche dopo 12 partite, neanche con Denzel Valantine a guardare dalla panchina con un gionocchio operato.
Tom Izzo consegna le chiavi della squadra in mano a Bryn Forbes e il ragazzo risponde presente con un career-high da 32 punti con 7-9 da 3. Ma come 7-9 da 3, ma come senza Valantine, ma come ancora imbattuti? Ma di cosa stiamo parlando?
Della più forte squadra della Nazione.