Butler, George, Paul: la nuova Lega del duo
Il mercato NBA è ormai entrato nel vivo. Al centro di luglio le squadre, già proiettate a quello che sarà a ottobre, ma con la testa alla Summer League, cominciano a delinearsi in vista della prossima stagione.
Non sono mancati i colpi di scena: i cambi maglia di Jimmy Butler e Chris Paul hanno incendiato le notti italiane, la nuova avventura di Paul George a Oklahoma City, fino all’annuncio di Gordon Hayward che ha scelto di indossare la canotta dei Celtics il prossimo anno.
Insomma, di carne sul fuoco ce n’è abbastanza, pronta a farci divertire anche il prossimo anno.
Un anno che sarà all’insegna delle coppie. No, niente di romantico, solo la possibilità di rivedere in tantissime franchigie un duo pronto a far la differenza. La Free Agency ha già fatto abbastanza, alcuni rinnovi hanno fatto il resto. Ma in tante squadre pronte a dare il massimo ai nastri di partenza il gioco delle coppie potrebbe fare la differenza.
CURRY – DURANT (Warriors) – Non si può non ripartire da loro, dalla coppia d’oro che è arrivata più in alto di tutti nell’ultima stagione. Ai numeri record del parquet, però, ora Stephen Curry e Kevin Durant ci hanno aggiunto quelli dei rispettivi contratti.
Il primo ha finalmente potuto chiedere a GS quello che gli spetta: i Warriors non ci hanno pensato troppo con un quinquennale da oltre 200 milioni di dollari che era, fino a ieri (grazie, Harden), l’accordo con le cifre più alte in assoluto. Durant ha dato a Cesare quel che è di Cesare, è uscito dal contratto per poi rifirmare senza paura e intascare meno di quanto avrebbe potuto (“solo” 26 mln il prossimo anno anziché 34) per dare ai Warriors la possibilità di usare quelle cifre da altre parti. I rinnovi di Zaza, Iguodala, Livingston vanno in quella direzione.
Da Steph e KD ripartirà anche la scalata di Golden State, che con il titolo di campioni in carica non potrà permettersi molti passi falsi.
LEBRON – IRVING (Cavaliers) – Dove ci sono vincitori, ci sono anche vinti. E che vinti, questi due. L’anello perso non ha cambiato le loro intenzioni, simboli uguali e diversi di una Cleveland che ha toccato nulla in vista del prossimo anno. Resteranno tutti, resteranno soprattutto loro due che non erano in discussione: con un paio di caviglie più solide alle ultime Finals per Kyrie, forse parleremmo di una serie più lunga, ma il parquet ha sempre ragione.
Per qualità, tecnica, esperienza, restano il duo meglio amalgamato della Lega.
“Si, ma nel 2018…” Ok, poi ci penseremo…
CP3 – HARDEN (Rockets) – Prossima fermata: Texas. Alla fine Chris Paul ha scelto proprio quello stato, ma senza speroni, anzi con i razzi al piede. Doveva raggiungere Popovich, alla fine ha raggiunto D’Antoni, uno all’estremo opposto ma che in squadra ha James Harden, arrivato a tanto così da essere nominato MVP dell’ultima stagione. Mica male il nuovo backcourt di Houston, ma come reagirà il Barba? Nell’ultima stagione Harden ha avuto libertà d’azione totale, affidandosi alla difesa di gente come Beverley e prediligendo ogni aspetto dell’attacco. Anche Cp3 è conosciuto per essere eccellente difensore (presente negli ultimi quintetti difensivi della Lega), ma gli equilibri cambieranno su entrambi i lati del campo. Tanti interrogativi, ma quanta qualità…
THOMAS – HAYWARD (Celtics) – Il ragazzino è cresciuto e dopo sette stagioni a Salt Lake City ha scelto Boston. Gordon Hayward lascia Utah, la franchigia che l’aveva svezzato e presentato al grande pubblico, che l’ha reso un All Star, per raggiungere in biancoverde Isaiah Thomas e compagni. Anche qui, come sopra: gran talento, eh, ma equilibri assolutamente stravolti. E un Brad Stevens contentissimo, ma che probabilmente dovrà ricominciare tutto da capo. Come integrare le qualità di IT e Gordon? Sarà facile per entrambi trovarsi in campo, la questione vera sarà l’automatismo da regalare agli altri tre del quintetto. L’addio di Olynyk e di Bradley sono il segno del rinnovamento (costretto).
GEORGE – WESTBROOK (Thunder) – L’MVP dell’ultima stagione regolare con uno dei prospetti più ambiti sul mercato: Paul George era seguito dai Celtics, dai Lakers, dai Cavs persino, alla fine è andato a OKC. Tutta da sperimentare la coppia con Russ, per una stagione che potrebbe fare la differenza nella sua carriera nel bene o nel male. Le qualità di entrambi si sposano alla perfezione e con un anno di ritardo finalmente Westbrook potrà avere la spalla persa dopo l’addio di Durant.
PG ha più chance di finire ai Playoffs ora, viste le condizioni degli ultimi Pacers, ma come sarà l’approccio con l’Ovest? Donovan si divertirà a gestire entrambi, ma mai come in questo caso il gioco sarà completamente destinato ad entrambi. Anche qui, nel bene e nel male.
LEONARD – ALDRIDGE (Spurs) – Uno sembra sempre capitato lì per caso, l’altro vorrebbe addirittura andare via. Ma, fatto sta, che i prossimi San Antonio Spurs ripartiranno da quei due, figli di divinità diverse ma con la stessa voglia di giocare a basket. Leonard agli ultimi NBA Awards ha fatto intravedere le sue qualità: era candidato in quasi ogni categoria possibile. Ma negli ultimi due anni la squadra non l’ha seguito più di tanto. Non si esporrà mai, ma forse anche lui avrebbe preferito l’arrivo di Cp3 agli speroni. Senza Paul, si ripartirà da Parker e, ovviamente, da Aldridge, che sotto canestro è ancora tutto da scoprire. Nell’ultimo anno gli Spurs hanno puntato sul resto della squadra, ora, nel bel mezzo del ricambio generazionale, non possono fare a meno di lui.
Sempre se il mercato non dovesse riservare altre sorprese.
BUTLER – TOWNS (Timberwolves) – Era stato il primo colpo a smuovere la Lega quest’estate e resta una delle mosse più intelligenti. Almeno per Minnesota. Ora i Timberwolves hanno un quintetto di tutto rispetto e con un allenatore, Thibodeau, che in un anno ha saputo creare una squadra a sua immagine e somiglianza. Dalla coppia JB-Towns passeranno probabilmente le maggiori speranze di Playoffs per Minny, con Wiggins, Teague, Crawford e compagnia pronti a inseguire. L’innesto di Butler è una mossa perfetta per il gioco di coach Thibo, un’arma spettacolare su entrambi i lati del campo. E se la crescita di KAT proseguirà come tutti ci aspettiamo, allora persino l’addio a LaVine sembrerà la migliore scelta possibile.
DEROZAN – IBAKA (Raptors) – Perché non scegliere Lowry? Perché la prossima sarà la stagione della verità per questi due: da un lato l’eterna promessa che però ai Playoffs puntualmente sparisce, dall’altro un lungo che non ha ancora trovato la sua dimensione dopo i fasti di OKC. Il passaggio ad Orlando è una parentesi da cancellare, ma i Raptors hanno dimostrato tutta la voglia di tenerlo in Canada. Rinnovo triennale da 65 milioni per lui, pronto a rivestire ruolo da protagonista assoluto. Il progetto dei Raptors in che direzione va? Quello della consacrazione o della rottura. Puntare ancora su Lowry (100 mln in tre anni) significherà non poter puntare su altri grandi prospetti, ma ora è il momento della verità. La scalata all’Est è già complicata da LeBron e soci, ora con Boston che si rinforza anche le luci della ribalta sembrano negate.