Bulls@Cavs, Game 2: LeBron aziona la Beast Mode e pareggia i conti! Decisivi Shumpert e Jones
C’eravamo lasciati, quasi increduli, su una convincente vittoria firmata Bulls sul parquet della Quicken Loans Arena di Cleveland, Ohio. La stessa arena, lo stesso parquet, lo stesso tifo è pronto per assistere al secondo atto della serie tra Bulls e Cavaliers. Le parole post gara 1 ve le abbiamo raccontato nel dettaglio e la costante è stata l’aggressività forse mancata a LeBron James e compagni. Gli occhi sono quelli delle grandi occasioni, più per i giocatori in maglia Cavs che per quelli in maglia Bulls, e gara 2 è pronta al decollo. Prima di iniziare la nostra consueta sintesi dettagliata, un paio di novità vanno riportate prima della palla a due: bocciato l’esperimento di Blatt che prevedeva Miller in quintetto, Thompson prende posto nello starting five; LeBron, spiazzando tutti, ritorna ad indossare la fascetta, dopo averla abbandonata il 7 marzo, facendo scatenare una reazione a catena che cercheremo di raccontarvi nel corso delle prossime ore. Siamo pronti, si parte!
1st quarter: alla novità nel quintetto dei padroni di casa un chiacchieratissimo coach Thibodeau non risponde e va con i soliti 5, ovvero sia Rose, Butler, Dunleavy, Noah e Gasol. LeBron torna a fare il suo ruolo naturale (ammesso che ce ne sia uno) e lascia Thompson in posizione di 4. Da un lato con Mozgov, dall’altro con Dunleavy le due squadre rompono il ghiaccio e iniziano la battaglia. Le previsioni riguardo il costante “more aggressive” predicato alla vigilia vengono messe in atto e fin dalle prima battute sia Shumpert che LeBron sono iperaggressivi sia in difesa che in attacco: l’ex ala dei Knicks inizia a segnare da 3 punti, mentre James ad attaccare il ferro con regolarità ed efficacia. A differenza del primo quarto di un paio di giorni fa, Chicago inizia tirando male, con percentuali basse e mani quasi gelide per gli standard. Che fosse la partita di James lo si intuisce prima di scendere in campo ma una volta sul parquet LBJ brama la palla come non mai per cercare di ristabilire fin da subito le giuste gerarchie. Un piccolo fastidio fisico lo costringe alla panchina dopo appena 5′ minuti ma rientrerà dopo appena 1 minuto. Shumpert, intanto, continua a segnare dall’arco e il punteggio dice Bulls 2, Cavs 13. Timeout obbligatorio per coach T. Al primo timeout, sempre per tenervi aggiornati sulla situazione “fascetta” va in onda la storia della headband di LeBron che, francamente, piace il giusto. Si ritorna a giocare ma le cose per i Bulls non migliorano: nei primi 7 minuti tirano 2/12 dal campo, approfittando anche di seconde chance provenienti da rimbalzo offensivo. Shumpert è sempre più un fattore, ancor più aggressivo di gara 1: terza tripla su altrettanti tentativi e il punteggio schizza sul 5-20 Cavs. L’attacco di Chicago fa fatica e la difesa non riesce a contenere James. Ci prova Hinrich con un fallo sospetto su James ma è semplicemente “Playoff Basketball” e il Re non si smuove. Tornano a segnare dopo un’eternità i Bulls grazie alla tripla di capitan Kirk e al buon impatto di Taj Gibson. Il canestro di Rose di tabella sulla sirena di un primo quarto dominato da Cleveland vale il -20: 18-38! James già a quota 14 punti (5/7), con Cleveland che tira con l’87% da 3 punti e il 65% dal campo (13/20). Per Chicago, invece, sono già 7 le palle perse.
2nd quarter: i Bulls devono buttarsi alle spalle un primo quarto davvero poco concreto e iniziano subito bene con la schiacciata in contropiede di un positivo Gibson. Il miniparziale si allunga sul 5-0 con la prima tripla di D-Rose (23-38) ma viene subito smorzato dall’ennesima magia a centro area di Kyrie Irving. Cleveland continua a segnare a raffica da 3 e dopo Shumpert arrivano Jones e Dellavedova a bucare la difesa Bulls. Con 7/10 da 3, i Cavs volano di nuovo sul +21 (27-48). Torna James e arrivano canestri facili in penetrazione ma nel frattempo Jimmy Butler inizia a scaldare i motori, sia in difesa che in attacco. Sul perimetro le difficoltà non si placano e Shumpert per la quarta volta segna 3 punti e manda in visibilio l’arena. Mentre Mozgov, un po’ ingenuamente, commette il suo terzo fallo personale a metà secondo quarto, Dunleavy e James ci regalano le due giocate più belle della gara: la prima è del figlio del grande coach, che spezza la difesa con un back door eseguito perfettamente e schiaccia nonostante il disturbo di James; la seconda è la risposta dello stesso LeBron che in un secondo batte Butler, sale al quinto piano e schiaccia con violenza la palla a canestro. Due giocate sensazionali che fanno aumentare lo spettacolo. Non diminuisce, invece, lo svantaggio per i Bulls che, nonostante il milgioramento nelle percentuali al tiro, alla fine del primo tempo sono ancora in ritardo di ben 19 lunghezze. Si va negli spogliatoi sul punteggio di 45-64! Chicago ora tira con il 40.5% dal campo e con il 42.9% da 3 ma non basta perchè Cleveland tira ancora con il 49% dal campo e il 60% dall’arco. James, oltre a vantare già 22 punti (9/18) 5 rimbalzi e 3 assist, ha un plus/minus di +29, il che la dice lunga sull’andamento di questo primo tempo. Gli altri in doppia cifra sono Shumpert (13) e Irving (11). Per Chicago, Butler è a quota 11 con 2/6 dal campo e 6/7 dall lunetta, mentre Gibson chiude con 9 punti in 16 minuti. Un dato balza agli occhi: i Cavs segnano 20 punti da palla persa (10) mentre i Bulls appena un punto.
3rd quarter: se Chicago vuole tornare in gara e vuole evitare un passivo troppo pesante deve cominciare un terzo quarto col coltello tra i denti e con una difesa ben diversa da quella mostrata nel primo tempo. Due brutte notizie per coach Blatt: Thompson dopo qualche minuto commette il terzo fallo ed esce per un po’ dalla gara; Iman Shumpert va in penetrazione e si procura un piccolo stiramento all’inguine che gli farà guadagnare la via degli spogliatoi. I Bulls iniziano ad ingranare e rosicchiano il vantaggio dei Cavs. Uno strepitoso parziale di 14-0 in poco meno di 3 minuti riavvicina le due squadre e il match si riaccende improvvisamente. Cleveland, che nei primi due quarti aveva perso 3 volte palla, in 3 minuti la perde 4 volte, dimostrando un gioco ancora a sprazzi. Sul 61-72 LeBron decide di rimettersi a lavoro e non c’è santo che riesca a contenerlo stasera: prima al ferra nonostante il contatto, poi in visione con il doppio assist per Jones che dall’arco è una sentenza. Il punteggio è di 63-80 e Shumpert esce dagli spogliatoi per iniziare a riscaldarsi sulla cyclette. Ora la partita diventa bellissima perchè i Bulls realizzano 9 degli ultimi 13 tiri presi, mentre i Cavs si affidano ad un James in versione “beast” che realizza canestri pazzeschi! Ne ha più Cleveland e si vede: difensivamente sono tanti gli aggiustamenti che portano vantaggio ai lunghi dei Cavaliers mentre in attacco LeBron esegue uno split alla velocità della luce e con qualche passo in più perdonato dagli uomini in grigio. La forbice si riallarga nuovamente: 71-87 alla fine del terzo quarto. Periodo sensazionale per James che la terrà anche troppo in mano ma quando decide di attaccare con decisione non ce n’è per nessuno. 30 alla fine del terzo quarto dopo 28 minuti di utilizzo con 13/27 dal campo. Raggiunge la doppia cifra anche Jones (12) mentre Shumpert e Irving stazionano a 15. Un Thompson quasi invisibile in attacco cattura la bellezza di 10 rimbalzi, offrendo a Cleveland tante seconde chance. Butler e Rose giocano un quarto di una solidità unica e vanno all’ultimo mini riposo rispettivamente con 18 e 14 punti.
4th quarter: coach Thibodeau opta per il quintetto SMALL con Rose, Brooks, Hinrich, Snell e il solo Noah come lungo. La scelta alla lunga non paga perchè Irving batte l’uomo quando vuole e o segna o va in lunetta. Dopo appena due minuti dall’inizio del quarto tornano James e Butler, mentre Thompson continua a fare il vuoto all’ombra dei cristalli. Dopo il timeout chiesto da coach Blatt con 8:47 da giocare, Iman Shumpert fa il suo ritorno in campo e la difesa di Cleveland torna aggressiva come lo era nel primo tempo. Il coach dei Cavs, intanto, si adegua alla scelta di coach Thibodeau e schiera un solo lungo per contrastare i piccoli di Chicago. La palla si ferma troppo nei due attacchi e i tiri che ne vengon fuori non sono di eccelsa qualità. Intanto coach T. tiene ancora in panchina Gasol e lo farà per tutto il quarto periodo. Le carte in tavola non cambiano e il risultato a 5:52 dalla fine dice ancora +20 Cavaliers (76-96). La partita idealmente la chiude una gran schiacciata di Thompson che permette ai due coach, sul +22, di inserire seconde e terze linee per concludere la gara.
Game, set & match alla Quicken Loans Arena: i Cavs battono 91-106 i Bulls e impattano la serie sull’1-1, confermando il trend della Eastern Conference. Cleveland chiude con il 44.6% dal campo, il 46.2% da 3 e un dominio sulla gara durato 48 minuti. Il trascinatore vero è LeBron James: in 34′ realizza 33 punti con 13/29 dal campo, 7/9 dalla lunetta, un plus/minus di +31, 8 rimbalzi e 5 assist. Buone anche le prove di Shumpert (15 con 4/7 da 3), Irving (21 con un economico 5/9 dal campo) e Jones (17 e il 60% da 3). Per Chicago una partita iniziata male e conclusasi meglio ma senza poter in nessun modo evitare la sconfitta. Rose e Butler combinano 32 punti ma tirano complessivamente 11/34 dal campo. Non proprio le percentuali che ti aspetti dai tuoi primi capitali offensivi. Sottotono anche Gasol: 11 con 3/8 e appena 4 rimbalzi. La serie si sposta in Illinois e gara 3 ci saprà dire molto sull’esito della serie. Per la storia della fascetta, lo stesso LeBron nell’immediato post gara ha dichiarato che la sua sarà una “game-time decision“. Quando c’è la strategia, c’è tutto.
CHICAGO BULLS: Dunleavy 8, Gasol 11, Noah 4, Butler 18, Rose 14 + 10 AST, Hinrich 8, Gibson 11, Brooks 4, Snell 3, Mirotic 8, Mohammed 2, Moore, McDermott.
CLEVELAND CAVALIERS: James 33, Thompson 5 + 12 RT, Mozgov 6, Shumpert 15, Irving 21, Miller, Jones 17, Perkins, Dellavedova 9, Marion, Harris.