Bulls, Wade esce allo scoperto sull'addio dagli Heat: "Qualcuno mi ha mancato di rispetto"
Dopo quasi 4 mesi dall’addio dai Miami Heat, Dwyane Wade finalmente esce allo scoperto ed inizia a parlare delle motivazioni per il quale è stato costretto a lasciare la città che l’ha cresciuto.
La stella americana, ora ai Chicago Bulls sua città natale, ha spiegato ai microfoni della CSN di Chicago le motivazioni del suo addio: “Ho pensato che fosse un’opportunità, avrei voluto terminare la mia carriera a Miami, ma sono successe alcune cose. Quando queste cose succedono devi prepararti a cambiare aria. H ocapito molto presto che questo è un business.”
Wade parla anche dei “sacrifici economici” che ha dovuto fare per liberare spazio salariale per Bosh e James, creando i Big 3: “Il pensiero migliore riguarda il modo di comunicare. Lo capisco come tutti. E il modo di comunicare che è stato usato non è per me. Solo questo. Quando dai rispetto, vuoi che ti torni indietro. Non ho avuto niente di tutto ciò. Mi sono sentito manipolato da questo metodo di comunicazione. Solo questo.”
E’ un vero e proprio sfogo di naturale di Wade che continua: “Una volta convinto della mia partenza mi sono considerato free agent. Ho capito che svolgo e un lavoro e che dovevo attendere una chiamata per continua a lavorare. Quella chiamata è arrivata e ora sono nella mia Chicago, città in cui sono nato.
I rapporti con Pat Riley e lo staff si erano raffreddati: “Non ho più ricevuto rispetto dallo staff e da Pat (Riley). Capisco il suo modo di fare, lui è un imprenditore. La gente non mi crederà, ma non ho nessun rancore verso Riley. Ora tutti sanno quello che è successo, e la ragione per cui è successo e adesso sono più tranquilo. Nonostante ciò Pat mi ha reso un uomo ricco, abbiamo vinto un titolo insieme e ci siamo aiutati nei reciproci obiettivi. Amo quell’uomo, mi ha reso qello che sono ora.”