Botta e risposta Martin-Lin sui dreadlock
Il nuovo cambiamento di look, l’ennesimo, di Jeremy Lin ha provocato discussioni nell’ambiente della Lega. Il giocatore dei Brooklyn Nets è passato a dei vistosi dreadlock, un simbolo della cultura afro-americana. Una novità che non è piaciuta in particolare a Kenyon Martin, che ha accusato il ragazzo di voler fare di tutto per assomigliare ad una persona di colore.
“Devo ricordare a questo maledetto ragazzo che il suo cognome è Lin?” – dice sarcastico l’ex giocatore, tra le altre, proprio dei Nets – “Andiamo ragazzi, fermatelo. In una delle nostre squadre non gli sarebbe stato possibile di presentarsi con simili stronzate in testa. C’è bisogno di qualcuno che glielo dica. Ok fratello, tu vuoi essere nero. Peccato che il tuo cognome è Lin!“.
La replica del diretto interessato è arrivata su Instagram: “Va tutto bene. I miei capelli non devono piacerti per forza e hai diritto ad esprimere la tua opinione. Alla fine, apprezzo che io abbia i dreads e tu i tatuaggi cinesi. Penso sia un segno di rispetto. Credo che come minoranze, più apprezziamo la cultura dell’altro più abbiamo la possibilità di influenzare la società d’oggi. Grazie per tutto quello che hai fatto per i Nets“.
Poco dopo, sempre su Instagram e probabilmente replicando al post di Lin, Martin ha precisato: “Quest’uomo è cresciuto e può decidere di acconciarsi i capelli come gli pare. Questo però non significa che io debba apprezzarli o essere d’accordo con le sue scelte“.
C’è da dire che, nei giorni scorsi, Lin aveva scritto una lettera su The Players’ Tribune, spiegando le motivazioni della sua nuova acconciatura. Lin sottolineava che, inizialmente, non capiva i motivi di tutte queste discussioni; quindi, anche con l’aiuto dei suoi compagni di squadra, si è detto felice di essere andato fino in fondo alla questione, trattando i temi della razza e dell’appropriazione culturale.