Boston Celtics: sempre più in alto?
La stagione che i Boston Celtics si appresteranno a vivere potrebbe essere una di quelle stagioni davvero importanti, che rappresenterebbe un vero e proprio “turning point” nel progetto iniziato qualche anno fa con Brad Stevens alla guida della squadra e che sta dando man a mano i risultati sperati. Dopo l’era dei “Big Three” e di Doc Rivers, da cui risale l’ultimo anello NBA bianco-verde della stagione 2007-2008, i Celtics stanno costruendo un’ottima squadra migliorando di anno in anno il roster e aggiungendo sempre qualche tassello importante. Sulla carta stiamo parlando di una delle squadre più interessanti della Eastern Conference e più in generale dell’intera lega, una squadra pronta a stupire tutti e tornare ai suoi livelli, quelli che competono ad una franchigia con la sua storia. Le domande che tutti si pongono sono fino a dove si spingerà nella prossima stagione la squadra, oppure se sia troppo presto per parlare di titolo. Caliamoci in dettaglio nella realtà bianco-verde.
DOVE L’ABBIAMO LASCIATA – La passata stagione si è conclusa con un’ottima regular season ed un record di 48 vittorie (58,5%), al pari di squadre più quotate come ad esempio gli Atlanta Hawks o i Miami Heat. Ai playoff i Celtics sono stati eliminati al primo turno proprio contro gli Atlanta Hawks, perdendo la serie 4-2, ma la stagione è stata complessivamente positiva, con una percentuale di vittorie che ha sfiorato il 60% ed una costante crescita rispetto alle passate stagioni con Stevens alla guida della squadra. Si è passati infatti da un record di 25-57 del primo anno (30,5% di vittorie) senza playoff ad una buona seconda stagione dal record di 40-42 (48,8%) e l’eliminazione al primo turno contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James con uno sweep (4-0), fino alla passata stagione conclusa con una maggiore percentuale di vittorie ed un buon primo turno di playoff, nonostante l’eliminazione. Questo a dimostrazione del buon lavoro svolto da coach Stevens nei suoi primi 3 anni, che ha portato alla crescita costante del roster, senza per ora andare oltre il primo turno di PO. Siamo solo all’inizio.
IL MERCATO ESTIVO – L’estate dei Celtics è stata piuttosto calda: tutti si aspettavano il grande colpo per il definitivo salto di qualità, la “star” che avrebbe completato una squadra già giovane e collaudata. La ciliegina sulla torta insomma. Così effettivamente è stato, almeno nei piani di Danny Ainge: i Celtics sono stati una delle squadre maggiormente interessate alla free agency di Kevin Durant e tra le finaliste per aggiudicarsi il 35, che alla fine ha scelto gli Warriors. La franchigia ha comunque aggiunto al roster uno dei giocatori più importanti della free agency 2016, firmando il tre volte All-Star ex Hawks Al Horford, centro che oltre alle già note qualità porta nel gruppo giovane e affamato di Stevens esperienza, soprattutto quando la palla comincerà a pesare nella post-season. Il draft NBA ha portato in dote il prospetto Jaylen Brown, con la scelta assoluta numero 3. Per il resto il roster non è stato ulteriormente modificato, ad eccezione delle partenze di Evan Turner, finito a Portland e sostituito da Gerald Green, di ritorno a Boston dove aveva giocato dal 2005 al 2007 e di Jared Sullinger, finito ad una diretta rivale come Toronto. I Celtics presentano dunque una rosa profonda e ben strutturata in ogni reparto, per niente rivoluzionata nel mercato estivo ma migliorata con l’esperienza e la qualità di Horford che va ad aggiungersi ad un gruppo giovane, in crescita e già consolidato.
L’UOMO FRANCHIGIA – Certo, la star dei nuovi Celtics è Horford, nuovo arrivato e giocatore più importante per esperienza e qualità, ma l’uomo franchigia è sicuramente Isaiah Thomas, colui che meglio rappresenta la nuova realtà ed il nuovo corso inaugurato da Stevens. Il playmaker di 175 cm, arrivato via trade da Phoenix nel febbraio 2015, ha conquistato sin da subito la fiducia del TD garden ed ha chiuso la passata stagione con buonissime medie. Thomas è una delle certezze dello starting five di Stevens, il trascinatore da cui ci si attende, come per un po’ tutta la squadra, il definitivo salto di qualità. Se sarà l’anno della sua definitiva consacrazione, allora si che sarà anche l’anno della definitiva consacrazione di questi Boston Celtics.
A COSA PUNTARE – Continuare il trend positivo degli ultimi 3 anni di gestione Stevens, migliorando ancora la percentuale di vittorie per poi presentarsi ai playoff come mina vagante in grado di stupire tutti, superando almeno lo scoglio del primo turno. L’obiettivo è la continua crescita del roster verso obiettivi sempre più alti, senza porsi limiti.
IL PRONOSTICO – La regular season potrebbe chiudersi con una percentuale di vittorie maggiore a quella della passata stagione, ma comunque su numeri simili. Ci si aspetta dunque un posto tra le prime quattro (verosimilmente il quarto posto) per potersi assicurare il fattore campo ai playoff. Le semifinali di conference ed il superamento del primo turno di playoff sono l’obiettivo minimo, per poi presentarsi come sfavorita ma senza nulla da perdere al turno successivo. Good luck Celtics.