Avery Bradley all'attacco: "Tutti devono fare la propria parte, anche i proprietari e la Lega"
Si fa sempre più acceso il confronto tra la NBA da una parte e una certa parte dei giocatori, capeggiata dal duo Kyrie Irving-Avery Bradley, che ha messo in serio dubbio la possibilità e soprattutto l’opportunità di riprendere la stagione ad Orlando a fine luglio, sia dal punto di vista sanitario sia, e in particolar modo, dal punto di vista dell’emergenza sociale, deflagrata per l’ormai tristemente noto omicidio di George Floyd.
Nella notte, come riportato prontamente dal ‘solito’ Adrian Wojnarowski, di ESPN, questa coalizione di giocatori ha avanzato una serie di richieste alla Lega da un lato per sensibilizzare quanta più gente possibile alla causa contro le discriminazioni razziali, dall’altra per creare una situazione ‘più giusta’, almeno a loro detta, all’interno della NBA.
Andiamo a vedere quali sono di preciso le loro richieste: innanzitutto nuovi processi di assunzione di allenatori e dirigenti di colore, tali da riflettere in maniera migliore la composizione a fortissima maggioranza afroamericana tra i giocatori NBA; quindi una serie di donazioni verso le organizzazioni che si battono per i diritti delle persone di colore; infine, partnership con aziende di proprietà afroamericana nei vari settori legati alle arene NBA, come ad esempio ristorazione e merchandising.
Lo stesso Bradley, ad ESPN, ci è andato giù duro: “Dobbiamo ottenere risultati, non c’è più spazio per le semplici parole. Protestare al momento dell’inno va bene, indossare maglie di denuncia anche, ma ora è il momento di vedere azioni concrete. E queste iniziative avrebbero un impatto maggiore con l’aiuto dei nostri proprietari. Per quale motivo gli sforzi per aiutare la comunità afroamericana devono ricadere solo su noi giocatori? Davvero pensiamo che i temi razziali si possano risolvere solo con la nostra protesta? Se la questione interessa a tutti, non si può restare in disparte“.
Il giocatore dei Lakers, come sottolineato in precedenza, richiede una rappresentanza per le persone di colore nella Lega che vada a rispecchiare quella che è la situazione nei fatti: “Senza noi atleti di colore la NBA non sarebbe il brand globale che è diventato oggi, lo possono vedere tutti. La Lega ha una responsabilità quando si tratta di assicurare alla componente afroamericana un potere maggiore. Sinceramente, se sono già state avviate iniziative in tal senso, a noi non sono state comunicate con chiarezza“.