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ATL@WAS: top e flop della serie vinta da Atlanta

 

Ecco i top e flop della semifinale di Eastern Conference disputata tra Atlanta e Washington e vinta dagli Hawks per 4-2.

ATLANTA HAWKS – TOP: DeMarre Carroll: la rivelazione di questi Playoff per Atlanta, continua ad essere un fattore chiave per la squadra di Budenholzer. Guida Atlanta con 17.1 punti di media a gara e con il 43% da tre è il miglior tiratore degli Hawks di questa postseason. Dovrà essere costante anche contro Lebron in finale, gli Hakws hanno bisogno della sua continuità. Difensivamente Washington non ha trovato molte soluzioni contro di lui, e il numero 5 ne ha approfittatto. Con i Cavs sarà un’altra storia. Se si conferma su questi ritmi gli Hawks possono battere i Cavaliers.

Al Horford: decisivo in gara-5, ha dato la scossa alla serie, portato avanti Atlanta 3-2 e spianato la strada per una gara-6 controllata dai suoi, nonostante il brivido finale creato da Paul Pierce. Con i suoi 15.6 punti a gara e 9.9 rimbalzi si è dimostrato il leader carismatico di questi Hawks, e i Wizards hanno potuto ben poco contro il suo gioco in post basso in grado di aprire il campo e favorire i compagni, uno su tutti Paul Millsap.

Paul Millsap: insieme ad Horford merita una menzione speciale per i layup spesso decisivi nei finali di gara. Ha quasi le stesse medie di Horford: 15.7 ppg e 9.0 rimbalzi a partita. Il pacchetto lunghi degli Hawks continua a funzionare bene, e Millsap sta dimostrando di essere costante, nonostante le difficoltà di Atlanta in una serie non facile quella affrontata contro i Wizards. Sicuramente con i Cavaliers non possono permettersi molti passi a vuoto, devono contare sulle proprie certezze. Ormai siamo alle finali, non è più permesso sbagliare, e Millsap questo lo sa.

 

FLOP: Kyle Korver: è l’uomo che è venuto a mancare più di tutti contro i Wizards. Le sue pessime percentuali al tiro lo hanno ridotto a segnare pochissimo e a tirare male da tre. Se Atlanta avesse avuto i suoi punti, magari non avrebbe rischiato molto in certe occasioni. Essere un tiratore eccellente è un enorme pregio che nasconde un rischio: psicologicamente se gli avversari mettono pressione, è difficile essere efficienti, soprattutto come in regular season. Korver è un uomo di esperienza, e sicuramente con i Cavs ritornerà a tirare meglio da tre. Basterà per battere Cleveland?

Atlanta ha ritrovato la sua dimensione nelle ultime due gare, e anche dall’altra parte dell’oceano sono convinti che darà filo da torcere alla squadra di James. L’imperativo è essere costanti.

 

Nonostante alla fine siano usciti sconfitti nella serie per 4-2, nella rotazione dei Washington Wizards, che hanno tenuto testa ai campioni dell’est degli Atlanta Hawks, per 4 partite anche senza Wall, è difficile giocatori che abbiano inciso negativamente e definibili flop.

 

WASHINGTON WIZARDS – FLOP: Un flop lo è stato certamente il centro brasiliano di Wahington, Hilario Nenè, nelle prime due partite in cui ha totalizzato soli 2 punti realizzati, ed un atteggiamento in campo quasi depresso e frustrato, mentre il resto della squadra intorno a lui girava in armonia. Tutt’altro discorso da gara 3 in avanti, partita in cui arriva la svolta con una prestazione da 17 punti, 7 rimbalzi e 4 assist, a cui darà continuità negli altri episodi con prestazioni, magari non eclatanti e clamorose, ma sicuramente solide e con un’energia profusa ben diversa rispetto all’inizio.

 

Un discorso inverso vale per il numero 22 in uscita dalla panchina Otto Porter. Sull’onda di una strepitosa serie giocata contro i Toronto Raptors, il suo apporto della panchina, anche volto a sopperire in parte all’assenza di John Wall, è stato eccellente fino a gara 3, inanellando partite da 10, 15 e 17 punti; da lì in avanti non è riuscito a dare molta continuità, per lo meno al suo gioco offensivo, con molti errori al tiro, ma onestamente gli si può rimproverare ben poco e per il sophomore da Georgetown University, questi saranno senza dubbio dei playoffs da ricordare.

 

Nella categoria dei top della serie John Wall ci entra di diritto. Quando c’è stato, c’è stato per davvero anche se il polso sinistro infortunatosi in gara 1, e che lo ha costretto a star fuori fino a gara 5, gli ha dato non pochi problemi al rientro. Già in gara 1 aveva messo a segno una prestazione da leader assoluto con 18 punti e 13 assist, nella gara 5 del rientro è tornato con 15 punti e 7 assist in 37 minuti di gioco, e nell’ ultimo episodio giocato, in 44 minuti 20 punti e 13 assist, anche lui c’è ben poco da rimproverargli.

Una menzione speciale, inoltre, va fatta al lavoro svolto da Ramon Sessions, che in assenza di Wall ha provato a prendersi carico delle sue responsabilità, adottando anche uno stile di gioco più aggressivo sin da inizio azione che non rispecchia fedelmente le sue naturali caratteristiche, ma che lo hanno portato anche a prestazioni, come quella in gara 2 da 21 punti e 4 assist.

 

Per rimanere in tema di giocatori “marginali”, è stato utile anche il lavoro fatto da Gortat, specialmente nella metà campo difensiva, Gooden in quella offensiva, Garrett Temple che quando è stato chiamato in causa si è fatto trovare pronto, Seraphin, tenuto in poanchina fino a gara 6 in cui è stato scongelato e mandato in campo, rispondendo con 13 punti e 8 rimbalzi in 28 minuti.

 

Per tornare a parlare di giocatori fondamentali, lo è stato senza dubbio Bradley Beal, che anche con l’assenza di Wall si è rivelato essere un giocatore solido in grado di assumersi le sue responsabilità e non sono un caso i suoi 29 punti in gara 6, 23 in gara 5, 34 in gara 4, 17 in gara 3, 20 in gara 2, 28 in gara 1. Una serie da incorniciare per lui.

 

Ovviamente tra i top non poteva mancare “the Truth” Paul Pierce, lui è stato la vera chioccia del gruppo durante tutta la stagione, in estate lo hanno portato nella capitale per dare un po’ di esperienza a questo gruppo. “P Square” ha risposto non solo con l’atteggiamento del campione, ma anche con in fatti, partite da campione, anche se un po’ avanti con l’età, coronate con il buzzer beater per la vittoria di tabella in gara 3. Ha poi accusato un leggero calo sul finire della serie, ma per un 38enne è abbastanza comprensibile. Eppure in gara 6, dopo una partita da 4 punti totali, aveva mandato a segno un altro buzzer beater, sta volta per mandare tutti all’ overtime, ma il cronometro l’ha beffato ponendo fine alla partita e alla serie con i suoi Wizards sconfitti. In seguito in preda a grande delusione ha dichiarato che non sa ancora se l’anno prossimo continuerà o meno a giocare.

 

I Wizards sconfitti senza avere sostanzialmente“flop” tra le sue fila è sintomo di una serie molto equilibrata, giocata, salvo infortuni, al meglio da Washington, che forse avrebbe meritato di portare la serie a gara 7, per quanto è statacombattuta, ma alla fine ha visto andare avanti Atlanta che è stata semplicemente più forte in alcuni momenti.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone