ACCADE OGGI, 9/3/2011: Kevin Love diventa Mr. Double-Double! 52esima doppia doppia di fila
8:00 PM ET, March 9, 2011. Target Center, Minneapolis, MN. Ecco le coordinate con la storia fissate da Kevin Wesley Love. Senza mezzi termini, in quegli anni ai Timberwolves il dominatore era solo uno ed era proprio il prodotto da UCLA. Parliamoci chiaro: la stagione dei T’Wolves è tutt’altro che positiva, anzi. Arrivano alla suddetta data con un record di 15-50, non proprio quello che pronostichi ad inizio stagione come obiettivo da raggiungere. Eppure il trascinatore, Kevin Love, è sempre lì, tutte le sere a cercare di rimetter su una franchigia che da anni, o meglio da quando è andato via KG, non riesce a ritrovare la via della speranza, la luce in fondo ad un tunnel buio per davvero. Quella stagione resterà nella storia però dei T’Wolves, perchè i numeri che tocca, le cifre che raggiunge Kevin Love, californiano nipote di uno dei membri dei Beach Boys, non le ha mai toccate nessun altro giocatore con quella casacca. Il 9 marzo si gioca al Target che raramente vedrete tutto esaurito. L’andamento della squadra spiega ampiamente il perchè. Ci sono però i giusti, quelli informati di un eventuale record che prescinde dalla W o dalla L di fine gara. Gli avversari sono gli Indiana Pacers di un giovane Paul George, del leader Danny Granger, del veterano James Posey, di T.J. Ford e Darren Collison e infine di Roy Hibbert. Sulla panchina ad inizio stagione c’è Jim O’Brien che, però, dopo una partenza poco lanciata (17-27) lascia il timone al suo fedele braccio destro, ovvero sia Frank Vogel, l’attuale allenatore dei giallo-blu. Indiana arriva a quella serata con un record di 27-36 e con il grave problema delle partite da giocare lontano da Indianapolis e dalla Bankers Fieldhouse. Hanno già toccato quota 22 sconfitte esterne e quella sera toccheranno la numero 23. La partita non è un granchè, lo spettacolo latita un po’ anche perchè le due squadre non sono propriamente da spettacolo e in formissima. I Timberwolves sono completamente catturati dal carisma a dir poco magnetico di Michael Beasley, la grande speranza dei tifosi. Oltre a B-Easy ci sono Darko Milicic, di recente passato ad una carriera sportiva diversa da quella della palla a spicchi, Wesley Johnson, un giovane Martell Webster, Jonny Flynn, visto di recente in terra sicula dalle parti dell’Orlandina con esiti molto modesti, e poi c’è lui. Sembra quasi che i tifosi lo idolatrino per la sua volontà, per la sua forza che partita dopo partita mette in campo, nonostante tutto vada storto. E’ un Bruins e come tutti i Bruins i numeri sono importanti. Uno su tutti spicca quella sera, perchè l’NBA ha un nuovo Re in una delle categorie che contraddistingue oggigiorno i grandi giocatori, ovvero sia la capacità di andare in doppia cifra in più caselle possibili. Russell Westbrook ultimamente riempie con estrema facilità quella degli assist, dei punti e dei rimbalzi.
Kevin Love fa lo stesso ma senza gli assist, lui si dedica ad altro. Non occorre aspettare la fine della partita per festeggiare, anche perchè un terzo quarto di assoluta solidità dei T’Wolves lasciano ampio spazio al garbage time nel quarto quarto. E allora la festa è doppia. Da un lato Minnesota raggiunge la vittoria numero 16 in stagione, interrompendo una brutta striscia di sconfitte consecutive; dall’altro Kevin Love viene ribattezzato con il nome di Mr. Double-Double! Hai come l’impressione che tu non ci possa far niente, perchè tanto prima o poi raggiungerà quelle cifre: è la sua 52esima partita in doppia doppia e anche quella sera totalizza 16 punti e tira giù la bellezza di 21 rimbalzi. Supera Moses Malone, il quale si era fermato a 51, diventando così il primo ad avere una striscia così lunga di doppie doppie in stagione. Il record continuerà solo per un’altra partita, prima di interrompersi. 53 è il numero da battere e sarà dura ma mai soddisfacente quanto lo fu per Kevin Love. Chi attenta a questo record? E’ un connazionale di Ricky Rubio, ora simbolo e punto di riferimento della franchigia. Ha il Barça nel cuore, ha un fratellino piuttosto bravo a giocare, e di nome fa Pau. Si, quel Pau, quello che è risorto a Chicago.