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ACCADE OGGI, 6/12/2000: quando un Kobe Bryant vs Antawn Jamison era uno scontro da 102 punti!

The Black Mamba bs Mr. Inside! (assets.espn.com)
The Black Mamba bs Mr. Inside! (assets.espn.com)

Stagione 2000-2001. Chiunque abbia un minimo di cultura NBA sa che quell’anno verrà sempre ricordato come l’anno della consacrazione (e forse anche della venerazione) di The Answer, Allen Ezail Iverson. L’MVP della stagione regolare, eletto attraverso uno dei plebisciti più clamorosi della storia del gioco e anche grazie ai 31.1 punti di media, è protagonista anche nella post-season, portando i 76ers alle Finals contro i Los Angeles Lakers, futuri campioni. Quello che fece Iverson fu e sarà insuperabile per una seria di motivi che magari approfondiremo in altre occasioni. Il nostro focus si sposta sulla controparte, sui “nemici” di Iverson in quella serie. Una delle squadre più forti che i Lakers abbiano avuto nella loro gloriosa e vincente storia. Per i più nostalgici ripassiamo velocemente il roster: Kobe Bryant, Derek Fisher, Greg Foster, Rick Fox, Devean George, Horace Grant e Ron Harper, uomini di fiducia del Jackson versione Bulls, Robert Horry, Tyronn Lue, attuale vice capo allenatore dei Cleveland Cavaliers, Mark Madsen, Stanislav Medvedenko, Shaquille O’Neal, Mike Penberthy, visto anche in Italia con le magli di Udine, Reggio Emilia e soprattutto Napoli, Isaiah Rider e Brian Shaw, attuale head coach dei Denver Nuggets. La loro volata verso il repeat giallo-viola fu quasi comoda: 1 sola sconfitta in 16 incontri giocati (3-0 contro Portland, 4-0 contro Sacramento, 4-0 contro i temibilissimi San Antonio Spurs e infine 4-1 contro i 76ers). Contemporaneamente ci occupiamo di una squadra che sicuramente non ha il miglior record NBA come i Lakers (ex equo con i 76ers) ma che, anzi, dimostra di avere non poche difficoltà. Parliamo dei Golden State Warriors di coach Dave Cowens che chiusero quella stagione con un misero 17-65, penultimi nella classifica generale NBA. Per par condicio, andiamo a vedere anche il roster dei disastrosi Warriors di quella annata: Mookie Blaylock, Corie Blount, Chucky Brown, John Coker, Vonteego Cummings, Bill Curley, Erick Dampier, Vinny Del Negro, futuro allenatore dei Los Angeles Clippers, Danny Fortson, Adonal Foyle, Ruben Garces, Chris Garner, Larry Hughes, Marc Jackson, futuro allenatore della stessa franchigia, Adam Keefe, Randy Livingston, Paul McPherson, Chris Mills, Chris Mullin, grandissimo veterano ma ormai agli sgoccioli della sua carriera, Chris Porter, Bob Sura ed infine Antawn Jamison. Proprio su quest’ultimo nome il nostro racconto gira. Bisogna fare un passo indietro lungo 2 anni, al draft del 1998. L’altra sponda di LA, i Clippers di fine anni ’90, quasi per sbaglio nella NBA sotto un punto di vista di voglia di vincere e di risultati effettivi, alla prima scelgono il nigeriano Michael Olowokandi, con la numero 2 gli allora Vancouver Grizzlies selezionano Mike Bibby, Raef LaFrentz con la 3 finisce a Denver, mentre alla 4 e alla 5 ci sono Antawn Jamison e Vince Carter. La prima a chiamare è Toronto che ottiene Mr. Inside, soprannome dato a Jamison dopo aver vinto tutti i riconoscimenti a livello collegiale, mentre il futuro “Air Canada/Vinsanity” vai ai Golden State Warriors. Lo scambio tra le due franchigie si effettuò non appena i termini di regolamento lo consentirono. Dunque Jamison nella Bay Area e Carter nel freddo del Canada. Ricolleghiamoci alla nostra storia e a quel 2000 che vede coinvolto il nostro Jamison 4a/5° scelta che sia contro il più feroce Mamba che si ricordi. Alla 20esima gara stagionale le situazioni di Lakers e Warriors erano palesemente diverse: i primi vantavano 14 vittorie e 3 sconfitte, mentre i secondi erano a 5 vittorie in 19 incontri disputati. Il più classico dei testacoda se vediamo la classifica dei record finale.

La palla a due viene alzata alla “The Arena in Oakland”, in California, quindi sostanzialmente un derby, anche se oltreoceano curano, per fortuna, poco questo aspetto. I quintetti base sono: Fox, Harper, Bryant, Grant e O’Neal per i Lakers; Sura, Porter, Jamison, Dampier e Hughes per i Warriors. Il primo tempo della partita resta quasi sempre in equilibrio e si va negli spogliatoi sul punteggio di 57-63 Warriors. Il secondo temp, invece, se lo spartiscono le due squadre, vincendo un quarto a testa (35-19 Lakers nel terzo, 25-15 GSW nel quarto). Non bastano i 48’ regolamentari, occorre un OVERTIME! Il tempo supplementare finirà 15-18 in favore dei padroni di casa che si aggiudicano una prestigiosa vittoria, con il risultato finale di 122-125. E se vi dicessimo che su 247 punti totali delle due squadre, 102 punti li hanno messi a referto solo 2 giocatori ci credereste? Volenti o nolenti, dovete. Perché quella sera il 41.3% dei punti delle due squadre portano le firme illustri di Kobe Bryant e Antawn Jamison. I due, come si può apprezzare dal video, fecero registrare uno degli scontri più incredibile di quegli anni. Un’occhiata alle statistiche dei due: Kobe Bryant chiuse con 51 minuti giocati, tirando 18/35 dal campo (51.54%), 2/7 da 3 punti (28.6%), 13/13 dalla lunetta, 7 rimbalzi, 8 assist, 2 recuperi, 1 stoppata, 8 palle perse, 4 falli e la bellezza di 51 punti; Antawn Jamison, invece, giocò 53 minuti segnando 51 punti con 21/29 dal campo (72.4%), 2/5 da 3 (40%), 7/8 dalla lunetta (87.5%), 13 rimbalzi, 5 assist, 2 recuperi, 1 stoppata, 4 palle perse e 2 falli.

Storicamente parlando, un avvenimento del genere, ovvero sia 2 avversari che andassero sopra i 50 nella stessa partita non avveniva dal 1962 (38 anni) e solo 3 volte nella NBA ci sono stati casi come questi. Incredibile Mamba ma anche un incredibile Mr. Inside!

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone