ACCADE OGGI, 25/2/1977: il career high da 68 punti di Pete "Pistol" Maravich!
La sua storia l’abbiamo raccontata, le sue vicende familiari e cestistiche sono state narrate dai migliori storyteller del panorama giornalistico. L’infanzia, la crescita, la maturazione prima di un uomo fuori dalla norma e poi di un giocatore mai passato su questo pianeta è nota agli appassionati delle vintage inside stories. Quello che resta di Pete “Pistol” Maravich sono le magie, le visioni di gioco di un uomo dotato di un’intelligenza anormale, le prodezze che riusciva a fare con una palla a spicchi, i pochi video che testimoniano il tutto e i numeri, per quello che valevano all’epoca le statistiche. Il nostro salto temporale non è indifferente: ci catapultiamo nel 1977, indietro di ben 38 anni, quando il 25 febbraio Maravich segnò uno dei suoi record incredibili. Siamo pronti, partiamo!
Siamo al Louisiana Superdrome, la casa storica dei New Orleans Jazz. E’ una squadra modesta, con un roster completo ma non all’altezza delle grandi squadre dell’epoca e con un grande giocatore, una stella assoluta. Un’altra stella, invece, siede in panchina. Sì, perchè il coach dei Jazz è Elgin Baylor, storica bandiera dei Los Angeles Lakers, colui che rivoluzionò il Gioco con l’invenzione della schiacciata. Oltre a Maravich ci sono Gus Bailey, Freddie Boyd, Gail Goodrich, Paul Griffin, Aaron James, Rich Kelley, Jim McElroy, Joe Meriweather, Truck Robinson, Fred Saunders, Slick Watts e Nate Williams. Gli avversari di quella sera erano i New York Knicks di coach Red Holzman, squadra molto più pronta, completa e competitiva. Il roster era formato da ottimi giocatori come Walt Frazier, il mitico Bob McAdoo, Earl “The Pearl” Monroe, Lonnie Shelton, Tom McMillen e un giovanissimo Phil Jackson. I Knicks si presentarono a quella partita con un record negativo (27-32), proprio come i Jazz (25-33). Non abbiamo supporti audio-visivi per potervi raccontare ma i numeri ci possono venire incontro per questa volta. La partita è molto combattuta e il primo quarto si chiude su un canonico 26-31 in favore dei padroni di casa. Il secondo quarto è pazzesco: l’attacco dei Jazz ha la meglio sulla difesa organizzata da coach Red Holzman e il divario, la forbice tra le due squadre si allarga: New Orleans piazza un parziale di 34-17 e chiude il primo tempo avanti di 22 lunghezze. La partita sembra in ghiaccio e l’attacco dei padroni di casa non cala minimamente, chiudendo il terzo quarto con altri 31 punti segnati, a fronte dei 34 realizzati dai Knicks. La partita è ormai terminata numericamente parlando, anche perchè New York fa fatica nella metà campo difensiva e concede ancora 28 punti nell’ultimo quarto. Finisce 124 a 107 per i padroni di casa che vincono una partita importante.
I migliori realizzatori dei Knicks sono McAdoo (28), Shelton (17) e McMillen (16). Per quanto riguarda lo score dei Jazz, bisogna soffermarci un po’ di più, perchè viene scritta una pagina di questo meraviglioso sport. L’unica stella a disposizione di coach Baylor è Pete Pistol e soprattutto in quella magica notte di 38 anni la sua luce illuminava una nazione intera. Sono tre i record che mise a segno Maravich: punti personali e tentativi dal campo. Per quanto riguarda i punti personali, alla fine ne scrisse a referto 68, con una nonchalance incredibile, tipica di chi è superiore, di chi appartiene ad una sfera diversa da quella dei “comuni mortali”. Il secondo, invece, riguarda i tiri tentati dal campo: Pete tirò la bellezza di 43 volte (se non siete abituati a farlo, non provateci a casa, potrebbe cadervi il braccio). L’ultimo, ma non meno importante, record riguarda i tiri mandati a bersaglio in quella notte: furono 26 i canestri dal campo, chiudendo quindi la partita con 26/43 dal campo. Se traduciamo questi numeri in termini di percentuali, parliamo di una partita da 68 punti tirando col 60.4% dal campo. Semplicemente IRREALE. Solo per farvi capire l’importanza dell’evento, la palla di quella partita fu messa all’asta nel 2009 per la bellezza di $131,450. Non proprio due spiccioli. Ma questo ed altro per l’immortalità di una partita che passa alla storia come una delle più belle per Pistol Pete. Sono due le precisazioni finali di fondamentale importanza per comprendere ancora meglio l’impresa di Maravich:
1) Non esisteva il tiro da 3 punti: sperimentata già dal 1945 nella NCAA (dov’è attualmente fissata a 6m), è stata introdotta nella NBA nella stagione 1979;
2) Numero di partite sopra i 40 punti: 35, di cui 1 volta sopra i 60, 5 volte con 50 o più punti e 29 volte con 40 o più punti.