AAA Cercasi JR Smith
Smarrita personalità pittoresca, stravagante e unica, tiratore di pregevole livello, altezza 1.98m, peso 100 kg, 30 anni, 70 tatuaggi prima di perdere definitivamente il conteggio, risponde al nome di Earl Joseph Smith III, altresì noto con il nome di JR. Potrebbe essere questo l’annuncio rilasciato al San Francisco Chronicle a firma Tyronn Lue. Eufemismi a parte, in casa Cavaliers il problema più grande da risolvere tra gara 1 e gara 2 è, dopo la difesa, proprio il nativo di Freehold, New Jersey. I numeri ve li abbiamo raccontati tante volte in questi giorni ma per completezza ve li riportiamo anche qui: 36 minuti sul parquet, 1/3 dal campo, 1/3 da 3, 1 rimbalzo, 1 assist, 1 stoppata, 1 palla persa, 5 falli fatti, -13 di plus/minus, per un totale di 3 punti. Per farvi capire il peso specifico che ha avuto l’ex Nuggets e Knicks nell’attacco dei Cavaliers completiamo l’opera con il riassunto delle sue cifre nelle 3 serie precedenti.
- First round vs Detroit Pistons (4 gare): 13.5 punti di media in 35 minuti, tirando 18/39 dal campo (46.2%) e 17/33 da 3 (51.5%). Tiri di media a partita: 9.75.
- Second round vs Atlanta Hawks (4 gare): 11 punti di media in 34 minuti, tirando 15/30 dal campo (50%) e 14/28 da 3 (50%). Tiri di media a partita: 7.5.
- Eastern Conference Finals vs Toronto Raptors (6 gare): 11.7 punti di media in 31 minuti, tirando 23/54 dal campo (42.6%) e 18/45 da 3 (40%). Tiri di media a partita: 9.
Sembra abbastanza chiaro, guardando queste fredde ma significative cifre che in gara 1 di queste Finals non abbiamo visto il JR Smith che siamo stati abituati a vedere in questi Playoff. Ma non sono solo i numeri a preoccupare Lue, James e tutti i wine-and-gold. Il problema è da rintracciare altrove, perchè sui numeri non finiscono tutti gli aspetti della partita (per fortuna). Il tipo di atteggiamento assunto in gara 1 dal nativo del New Jersey è la cosa più strana finora vista in queste Finals: un giocatore con poca confidenza e con poca consapevolezza nei propri mezzi, nonostante la difesa non sia stata asfissiante; un giocatore con un body language totalmente diverso, completamente avulso dal resto dei suoi che, pur facendo errori, hanno dato ciò che hanno sempre dato. JR, invece, non si è mai reso aggressivo, non ha mai sfoderato il suo “tiro ignorante” nonostante sia stato coinvolto dai compagni (contro ogni dichiarazione post gara dei compagni che lo hanno definito “poco coinvolto”). JR ha giocato finora degli splendidi PO, confermandosi di essere l’outsider dei Cavs, l’uomo a cui vengono lasciati più tiri volente o nolente per chiudere quelli dei Big Three. Sta tirando con un formidabile 45.9% dall’arco (percentuale altissima se calcoliamo il quoziente di difficoltà dei tiri che prende) e un altrettanto incantevole 45.2% dal campo. Coach Lue non può rinunciare al suo movimento senza palla, alle sue doti di agonista e nemmeno ai suoi errori, anch’essi importanti all’interno dell’economia di una serie che verrà decisa dai minimi dettagli. In gara 2 J.R. Swish sarà chiamato più volte in causa, come detto a fine gara da ogni componente dei Cavs, ma dovrà essere anche l’ex Hornets a trovare il ritmo di una serie che non è disposta ad aspettare i protagonisti come abbiamo avuto modo di vedere nel primo atto. I campioni, i più audaci vanno a prendersela una serie di finale, escono allo scoperto sempre quando la squadra ne ha bisogno, nel bene e nel male. Non si nascondono come ha fatto Smith giovedì notte alla Oracle, non aspettano che gli altri li coinvolgano ma fanno di tutto per tirare il meglio che c’è dentro di sé. E’ questo l’augurio di Lue, di LeBron, ci Irving, di Love e di una città intera come quella di Cleveland. Ti aspettiamo JR, per una gara 2 giocata sui tuoi livelli “ignoranti”, per una gara 2 all’ultimo sangue.