5 buoni motivi per guardare l'All Star Game 2017
Finalmente ci siamo. Dopo due giorni d’attesa, tra scoop, schiacciate, gare dalla linea del tiro da tre e momenti di commozione – si, provateci voi a trattenere le lacrime ricordando Craig Sager, brava NBA – ora possiamo dirlo che ci siamo davvero: it’s sunday, baby.
E questa domenica, anche in Italia, ha i contorni ed i sapori piacevoli dell’All Star Game, la partita delle stelle, quella del tutti contro tutti e che fa saltare sulla sedia almeno una volta al minuto.
Negli ultimi anni, però, contrariamente a quanto fatto con tutto il resto, l’interesse dell’ASweekend non è cresciuto.
Se da un lato, infatti, la regular season o i Playoffs, meglio ancora le Finals sono diventati elementi affascinanti in ogni parte del mondo, la gara delle stelle non sempre è vista di buon occhio. Un po’, certo, perché il fascino dei faccia a faccia tra Jordan e Isiah o Larry e Magic non c’è più, un po’ perché oggi è tutto un “volemose bene”, ma anche perché da queste parti del mondo non riusciamo a capire cosa voglia dire veramente un evento del genere.
Noi, però, anche quest’anno abbiamo trovato cinque buoni motivi per cui, anche stanotte, dovrete tenere ben aperti gli occhi.
Ci dispiace per voi.
1 – LA RIVALITÀ : quella che tutti aspettano e che, almeno sulla carta, rivedremo poi direttamente alle Finals. Cleveland e Golden State hanno già prenotato la loro rivincita, il terzo episodio di una trilogia che, se tutto continua su questi binari, potrebbe avere ben più di un capitolo extra.
L’ASG è a metà stagione, arriva nel momento preciso per capire a che punto si è; e state certi che LeBron da un lato e Curry dall’altro non vorranno perdere.
Per il momento vince GS ai numeri: 4 convocati (5 se ci aggiungiamo Kerr in panchina) contro 3.
2 – IL RITORNO DELLA COPPIA : qualcuno ha seguito quanto accaduto in estate tra Kevin Durant e Russell Westbrook? Bene, allora come fate a perdervi il ritorno con la stessa casacca dei due, anche se in un ASG?
Vogliamo proprio vedere la faccia di Russ, uno di quelli che corre veloce verso il titolo di MVP della stagione regolare, quando si ritroverà di fianco a lui in panchina o nello spogliatoio.
“Hey, anche tu qui? Allora è vero che ti piace vincere facile…”
3 – I COACH : Steve Kerr da un lato, Brad Stevens dall’altro. Due novelli della panchina, eppure già una certezza per la Lega.
Uno è entrato prima in NBA, gestendo una franchigia in continua crescita dal 2013 fino alla splendida stagione di quest’anno; l’altro ha preso i gradi di head coach un anno dopo, ma alla mano ha già un anello coi suoi Warriors.
Due innovatori e, per certi versi, due figure affini: hanno entrambi spodestato il vecchio che c’era sulle loro panchine, hanno saputo dare nuova forma alle loro franchigie, hanno entrambi lo stesso obiettivo, la vittoria.
E se Kerr ci è già riuscito, Brad ci arriverà presto. Ne siamo certi.
Per ora si gode il suo All Star Game da allenatore. Sul suo taccuino un appunto importante: “Grazie, Isaiah”.
4 – I NUOVI VOLTI : quante prime volte da un lato e dall’altro.
Non vediamo l’ora di goderci Giannis dalla prima palla a due a dare una mano a quelli dell’Est, così come farà Kemba Walker; entrambi hanno dimostrato di poterci stare in questa notte di stelle grazie ad una stagione fin qui al massimo.
Ad Ovest, ancora due candidati: DeAndre Jordan non dovrebbe far notizia, eppure per il centro dei Clippers sarà la prima apparizione dopo aver anche partecipato allo Slam Dunk Contest di ieri.
Prima volta anche per Gordon Hayward: i Jazz che volano sono nelle sue mani, con quella faccia da bravo ragazzo non se lo aspettava nessuno nemmeno dalle parti di Sal Lake City.
5 – CARMELO ANTHONY : la sua decima apparizione ad un ASG se l’è presa entrando dalla porta di servizio, ma con tutti i meriti del caso. Qualcuno lo dà per finito già da qualche anno, ma lui questa cosa qui nemmeno l’ascolta più.
Ogni sera, ogni notte scende nell’arena del Madison come fosse la sua ultima, consapevole che di cartucce da sparare per questo sport non ne ha più tantissime, ma quelle rimaste sono di ottima qualità. Se i Knicks vivono ancora la speranza di poter agguantare i Playoffs oggi, il merito è soprattutto suo.
Da quando si parla di una sua possibile trade, le prestazioni si sono innalzate in ogni aspetto del gioco.
Tenetecelo voi lontano da un All Star Game uno così.
Noi non abbiamo il coraggio e vogliamo godercelo ancora.