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Golden State @ Cleveland, Top & Flop di gara-3: James e Irving suonano la carica, Green irriconoscibile

I Cleveland Cavaliers ritrovano il gioco offensivo per riuscire a battere per la prima volta i campioni in carica. Trenta punti di differenza tra le due squadre, per la terza gara decisa prima dell’ultimo quarto in queste Finals.

TOP:

LeBron James – Dopo tutte le critiche piovute addosso al numero 23 e alla squadra in gara-2, la risposta del Re di Cleveland è decisamente impetuosa. Doppia doppia da 32 punti e 11 rimbalzi per piegare in due la difesa di Golden State, che presto crolla subendo troppo le sue avanzate senza riuscire a trovare un antidoto. La nuova posizione iniziale da ala grande paga il rischio riuscendo difensivamente ad annullare un fattore decisivo di gara-2 come Draymond Green e lasciando più spazio ai compagni di squadra, aiutati anche dal suo gioco sotto canestro. Insomma, può davvero essere la partita del riscatto per LeBron?

Kyrie Irving – Finalmente Irving alle Finals, con più di un anno di ritardo. Il playmaker è stato un No Factor nelle prime due partite, risultando spesso prevedibile offensivamente e facilmente contenibile. Se a questo si aggiunge una difesa su Curry che non può mai essere eccezionale, ecco spiegati i due fallimenti alle Finals. In gara-3 invece Irving è stato devastante sia da dentro che da fuori area, collezionando 30 punti e arricchendoli anche con 8 assist, che confezionano una prestazione da ricordare. Le speranze dei Cavs passano anche da lui, per riuscire nell’impresa.

Harrison Barnes – Nella serata da dimenticare dei Warriors, per quanto sia impossibile sorridere, almeno per Barnes c’è la consapevolezza di aver giocato una partita al massimo delle sue potenzialità. Senza il solito gioco corale dei ragazzi della Baia, l’ala piccola ha dovuto arrangiarsi alle sue sole qualità, che gli hanno portato comunque 18 punti e 8 rimbalzi, sfiorando la doppia doppia con più del 50% al tiro.

Flop:

Draymond Green – Difficile immaginare come il gigante di Golden State sia passato dall’essere inarrestabile in gara-2, all’essere la pallida imitazione di se stesso nella prima trasferta in Ohio. Il lavoro sotto canestro resta buono, come dimostrano i tanti rimbalzi presi, ma l’apporto offensivo non può essere ignorato, a maggior ragione se deriva da così tanti errori al tiro. Quello 0/4 dall’arco pesa come un macigno nell’economia del gioco dei Warriors, che hanno bisogno di un Green il più preciso possibile quando viene chiamato in causa.

Klay Thompson – Dai migliori ai peggiori in soli tre giorni, così come Green anche per Thompson il volo da una costa all’altra ha completamente cambiato la qualità della prestazione. Appena 10 punti per il secondo terminale offensivo dei campioni in carica, a tratti imbarazzante al tiro non raggiungendo neanche il 40% totale e portando a casa un pessimo 1/7 da 3. I Cavaliers non possono tenerlo a bada per tutti i 48 minuti, per questo Klay deve essere il più preciso possibile quando la situazione e la squadra lo richiedono.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone