24 motivi per dire grazie al 24
Me lo aspettavo. Ce lo aspettavamo. Tutti, nessuno escluso. E però come fai a non avere alcuna reazione di fronte a una cosa così. In un attimo ti passa tutta la vita davanti. La sua e la tua. Non è un modo di dire, visto che le avete vissute in parallelo: cresceva e vinceva lui, crescevi e vincevi tu, così come gli anni passavano per lui e per te. Vorresti scrivere qualcosa di ispirato, un epitaffio sportivo memorabile. Ma non ti viene in mente niente se non singoli fotogrammi, immagini, momenti persi nel limbo dolcissimo dei bei ricordi.
E allora tanto vale dare spazio a loro. Più significativi di tante parole, di tanti discorsi, di tanti lunghi struggenti addii. Perché Kobe Bryant non è (solo) quello che oggi ha detto ‘basta’. Kobe Bryant è questi 24 momenti scolpiti nella mia memoria, nella nostra memoria. E lo sarà per sempre. Anche quando, ad aprile prossimo, alla gara di regular season numero 82 scoccherà il suo ultimo tiro. Sulla sirena ovviamente.
Grazie Kobe:
- Per lo Slam Dunk Contest del 1996;
- Per l’alley oop a Shaq contro i Blazers;
- Per gara 4 delle Finals del 2000 a Indianpolis contro i Pacers;
- Per il Three Peat;
- Per l’All Star Game del 2003 in cui tutti volevano far vincere Jordan. Tutti meno uno: tu;
- Per il buzzer beater di gara 2 contro i Pistons nelle Finals 2004;
- Per averci fatto credere che i Lakers potevano essere Lakers anche con Kwame Brown e Smush Parker;
- Per i 62 in tre quarti ai Mavs;
- Per gli 81 punti contro i Raptors;
- Per esserti rammaricato di aver sbagliato troppi tiri dopo gli 81 ai Raptors;
- Per un 2005/2006 a 35 di media;
- Per quella serie infinita contro i Suns di Nash e D’Antoni;
- Per la perfidia contro i rookies dei Blazers;
- Per l’MVP del 2008;
- Per la tripla della vittoria del ‘Redeem Team’ alle Olimpiadi di Pechino contro la Spagna, con tanto di invito al silenzio per i tifosi spagnoli;
- Per aver fatto comprendere ai Nuggets cosa volesse dire ‘No Mercy’;
- Per i 40 in gara 1 delle Finals 2009 contro i Magic;
- Per gara 6 a Phoenix alle WCF del 2010;
- Per essere stato ‘solo sull’isola’ al Boston Garden;
- Per gara 7 allo Staples contro i Celtics;
- Per il back to back;
- Per quando eri afflitto da mancinismo;
- Per aver dato tutto te stesso anche quando il tuo fisico ti stava dicendo che stavi arrivando a fine corsa;
- Per averci (ri)spiegato che dopo il 23 viene sempre il 24.