18 IN A ROW per Atlanta che batte Portland! Passi falsi per Warriors e Bulls sui campi di Jazz e Suns
PORTLAND TRAIL BLAZERS @ ATLANTA HAWKS 99 – 105: partita sulla carta entusiasmante quell ache si gioca alla Philips Arena di Atlanta, dove si affrontano i Portland Trail Blazers del super deluso Damian Lillard, vista la mancata convocazione per l’ASG, e gli Atlanta Hawks, o forse è meglio chiamarli Atlanta Hawwwwwwwwwwwwwwwwwks! Il gioco di parole che va avanti sul profilo Twitter della franchigia è tanto divertente quanto scaramantico, ma finchè i ragazzi di coach Budenholzer continuano a giocare in maniera celestiale, meglio cavalcare l’onda. Saranno dunque 4 i rappresentanti degli Hawks a NYC se consideriamo anche il cecchino Korver, mentre l’unico per Portland è LaMarcus Aldridge. Nemmeno una squadra solida come quella di coach Stotts scalfisce la sicurezza che ormai hanno acquisito in Georgia e, sospinti dalla seconda arena più impenetrabile della lega, la partita ha inizio. Un inizio non facile per i padroni di casa che, sebbene approfittano di una disastrosa serata proprio di Lillard e delle tante palle perse, non riescono a mettere il naso avanti come vorrebbero. A contrastarli c’è l’All Star di Portland Aldridge che sfrutta prima l’accoppiamento con Antic (grosso ma lento) e poi con Millsap (più agile ma con meno centimetri). Il primo quarto si chiude sul punteggio di 29-27. Nel secondo periodo arriva la scossa dei padroni di casa che, cambiando anche qualche pedina, riescono ad alzare il volume della radio in difesa e cominciano a macinare punti in contropiede. Arriva anche il vantaggio che, però, durerà poco vista la rapidità di rimonta dei visitors. A metà partita c’è un solo punto di differenza tra le due squadre. Il terzo quarto solitamente è il quarto di Atlanta che, però, inizia con le marce basse, non incidendo costantemente. Il gioco a sprazzi favorisce gli ospiti che si affidano ad un sublime Aldridge, perenne trascinatore. Il +5 a 2:30 dalla fine fa esultare coach Stotts ma i guai devono ancora arrivare. La tripla sulla sirena di Bazemore riazzera la differenza di punti e quando, ad inizio ultimo quarto, Scott inchioda la schiacciata del +2 la Philips Arena diventa un inferno. Piuttosto silente per tutta la partita, ma da vero giocatore esce fuori quando serve: Korver manda a bersaglio la tripla che tiene a distanza Portland! I Trail Blazers tengono botta ma la furia da quarto quarto dei padroni di casa sembra inarrestabile, come dimostra la finta di rondiana memoria di Teague che manda al bar un Batum passivo e Aldridge. Il canestro della staffa, quello che vale il +6 a 1:05 dalla fine lo firma proprio Jeff Teague! Game, set & match alla Philips Arena, la striscia si allunga a 18 vittorie consecutive e ora possiamo scriverlo anche noi: Hawwwwwwwwwwwwwwwwwwks!
PORTLAND TRAIL BLAZERS (32-15): Batum 7, Aldridge 37 + 11, Kaman 8, Matthews 16, Lillard 13 + 11 Ass, Leonard 3, Blake 8, Wright 5, Barton 2.
ATLANTA HAWKS (39-8): Sefolosha, Millsap 21, Horford 17, Korver 16, Teague 13, Bazemore 12, Antic 7, Schroeder 6, Scott 11, Jenkins 2.
GOLDEN STATE WARRIORS @ UTAH JAZZ 100 – 110: la differenza sulla carta è tanta, ci sono 20 vittorie di differenza tra le due squadre, un momento di forma praticamente opposto, eppure all’ex Delta Center si gioca per davvero. L’inizio dei Warriors è “deludente”, con tante palle perse e con dei Jazz in grado di approfittare dei momenti positivi. Hayward dopo 8’ va a schiacciare il +9 Jazz! Dopo il primo quarto la partita tende verso i padroni di casa (19-23) ma coach Kerr mischia le carte e trova buone risposte dalla sua panchina: la prima è Livingston che gela i tifosi Jazz con una schiacciata da urlo per il 10. È però la serata di Gordon Hayward che, sebbene forzi tanti tiri, riesce a realizzare canestri importanti come quello sulla sirena che ridà ai Jazz la doppia cifra di vantaggio. Kerr decide di azionare la sua più potente arma e affida la squadra nelle mani di Steph Curry che con un paio di triple riequilibria la situazione e riporta i Warriors sul -5! I rientri difensivi sono il vero problema dei giallo-blu che concedono tanti, forse troppi punti in campo aperto. Il primo tempo si conclude con 11 lunghezze di differenza tra le due squadre che vanno negli spogliatoi per studiare un modo per portare a casa la partita. In una serata davvero sottotono per ogni Warriors, la risposta è sempre il numero 30. La sua tripla vale appena il -12 quando siamo a metà terzo quarto. La panchina di Kerr cala nel secondo tempo mentre sale di toni quella di coach Snyder e Booker prima blocca e poi finalizza su assist di Hayward. Il clamoroso +15 lascia disorientata Golden State che, nonostante un quarto quarto vinto 32-39, cade a Sal Lake City col punteggio finale di 100-110! Dopo la sconfitta casalinga contro i Chicago Bulls, i GSW perdono la loro seconda partita consecutiva, l’ottava stagionale.
GOLDEN STATE WARRIORS (36-8): Green 7, Bogut 4, Thompson 12, Barnes 4, Curry 32, Iguodala 6, Speights 5, Barbosa 15, Livingston 6, Lee 7, Holiday 2.
UTAH JAZZ (17-30): Hayward 26 + 15 RT, Favors 15, Janter 5 + 10 RT, Ingles 10, Exum 3, Gobert 10 + 10 RT, Burke 15, Booker 17, Millsap 9.
CHICAGO BULLS @ PHOENIX SUNS 93-99: l’eroe della Baia, D-Rose, approda in Arizona, a Phoenix e all’US Airways Center c’è il tutto esaurito per la sfida tra Bulls e Suns! Partita molto piacevole, con ottimi momenti di pallacanestro, proprio come la tripla da distanza siderale del piccolo grande uomo, Isaiah Thomas che fissa il punteggio di fine primo quarto sul 23-26 Suns. Il vantaggio di Phoenix si allunga fino a toccare la doppia cifra con la bomba con tanto di step-back di Goran Dragic ma la risposta di Chicago si chiama ancora D-Rose che, in back door, coglie di sorpresa Bledsoe. La risposta dell’ex point guard dei Clippers è immediata e si lascia guardare, consentendo ai Suns di riallungare ancora sul 39-51 a fine secondo periodo. Intervallo lungo e poi subito di nuovo in campo, con i Bulls che devono rimetter su una partita francamente giocata non brillantemente nei primi 24’. La scossa arriva e l’uomo simbolo della rimonta è Jimmy Butler che scippa un distratto Bledsoe e va a depositare due comodi per il -9. Il parziale continua a sorridere a Chicago che vincerà il quarto 25-13, concedendo davvero poco a dei Suns che sembra essersi smarriti. Prima Butler, poi Pau Gasol con la schiacciata. Inizia l’ultimo e decisivo quarto dove Phoenix si ritrova e Chicago prova a restare dentro la partita. La corsa di Bledsoe spalanca le porte al campo aperto dei Suns che con Morris trovano il nuovo +9 (75-84) a 7:05 dalla sirena finale. È il momento di Rose che con un jumper dalla media distanza conduce i Bulls al nuovo -6 con 4:50 da giocare. Brooks esplosivo dopo il timeout riporta sotto di un solo possesso Chicago e a 15’’ dalla fine, con i Bulls sotto di 2, la palla è nelle mani di Bledsoe che batte Rose, va fino in fondo, arriva Noah, crea contatto, alza la parabola e segna il canestro del +4! Game, set & match, l’uomo partita è Eric Bledsoe!
CHICAGO BULLS (30-19): Snell 2, Gasol 10 + 19 RT, Noah 9 + 10 RT, Butler 22, Rose 23, Gibson 4, Hinrich 2, Brooks 21, Mirotic, Moore.
PHOENIX SUNS (28-20): Tucker 6, Morris 12 + 14 RT, Len 7, Dragic 21, Bledoe 23, Thomas 6, Wright 8, Plumlee 4, Morris 12.