ROAD TO THE FINALS, GOLDEN STATE WARRIORS: Il cammino da record di una squadra stellare
Ormai ci siamo. Tra qualche giorno si aprirà il sipario sulle Finals Nba 2015 che vedranno protagoniste Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers. La serie, che prenderà il via durante la notte (italiana) tra giovedì e venerdì vedrà fronteggiarsi sicuramente le due squadre più forti e, per certi versi, più attese delle Conference che compongono la Lega di Basket più bella del mondo.
Dopo essere stati eliminati al primo turno durante i playoffs 2014, i figlia della Baia torneranno, dopo quasi quarant’anni, a giocarsi il titolo di “Campioni del mondo”. La strada per arrivare a questo punto è partita, però , da lontano. In una Western Conference, più competitiva che mai, i californiani si sono presentati ai blocchi di partenza della stagione regolare come squadra che poteva migliorare, ma sicuramente non con i favori del pronostico. Inizialmente, Curry e compagni, considerando anche l’avvicendamento in panchina Mark Jackson-Steve Kerr, inizialmente visto come azzardato, non erano considerati assolutamente la squadra da battere. Per questo motivo, nonostante un avvio immediatamente straordinario, i Warriors hanno creato la classica domanda che accompagna un po’ tutte le squadre emergenti, ovvero “Sono forti, esprimono per ora il gioco migliore, ma quanto potranno durare?”. Mai come in questo caso, però, tale interrogativo ha indotto, alla luce di quanto poi i fatti hanno evidenziato, una risposta così negativa. Golden State è, infatti, arrivata ai Playoffs e poi, come noto, alle Finals, disputando una stagione costantemente in crescendo, da record. Il cambio in panchina e, per certi versi, l’infortunio prolungato di David Lee, hanno permesso a tutti gli appassionati del gioco più bello del mondo di ammirare una vera e propria macchina da guerra.
Senza il lungo, cresciuto nei Florida Gators, Steve Kerr è riuscito a creare un meccanismo, in moltissimi frangenti, quasi perfetto. Il quintetto titolare Curry, Thompson, Barnes, Green, Bogut ha infatti creato problemi incredibili sia alle difese, ma soprattutto (sembra strano a dirlo) agli attacchi avversari. Grazie al dinamismo e l’estrema versatilità di Green e Barnes, i Warriors sono riusciti a diventare la più forte difesa della stagione. Ciò, in un gioco come quello della palla a spicchi, ha dato degli incredibili giovamenti all’attacco, dotato già di un potenziale mostruoso. La forza difensiva ha infatti permesso ai ragazzi di Kerr di giocare una pallacanestro rapidissima, fatta di tantissimi possessi. Questo ha permesso a due giocatori, già devastanti, come Thompson e soprattutto l’Mvp Curry, per il quale ogni aggettivo sembra ormai superfluo, di trascinare la propria squadra verso una stagione da record. Le 67 vittorie e le 15 sconfitte (di cui solamente 2 in casa) in stagione regolare hanno quindi posto gli Splash Brother e Co. a diventare la squadra davvero da battere. A quel punto, dopo tale record storico, la domanda è diventata però un’altra: “Riusciranno a ripetersi anche ai playoff?”. La postseason è totalmente diversa dalla quella regolare, ma i Warriors grazie allo sweep rifilato ai Pelicans, il 4-2 ai Grizzlies e il netto 4-1 ai Rockets hanno risposto picche anche questo quesito. Naturalmente questo 12-3 ai Playoff è stato comunque accompagnato da diverse difficoltà, tutte egregiamente superate dai californiani. I Warriors hanno infatti dimostrato davvero tutto il proprio carattere quando, durante la serie contro i Grizzlies sotto 2-1, sono riusciti a sbancare Memphis in Gara-4.
Costretti quasi a vincere, i ragazzi di Kerr hanno trovato probabilmente posto lì il punto più importante della scalata che li ha portati a contendersi dopo quasi quattro decenni l’anello. Sbancato il FedEx Forum, Golden State è poi riuscita a chiudere quasi in scioltezza la serie. Meno difficoltà del previsto sono state, invece, riscontrate durante la finale di Western Conference. Contro James Harden e compagni, i dominatori della stagione regolare hanno, nonostante i primi due episodi della serie siano stati abbastanza combattuti, dato sempre l’impressione di essere superiori e la nettissima vittoria a Houston in Gara-3 ne ha dato la conferma. Sul 3-0, Harden e compagni poco hanno potuto e il 4-1 finale è stata la giusta fotografia di una serie molto meno combattuta del previsto. Adesso, dopo aver deluso i tanti scettici, Golden State dovrà affrontare l’ultimo, ma più importante e difficile ostacolo, prima di poter coronare una stagione che è comunque già da record!