ECF PREVIEW - Gli Atlanta Hawks e quella storia ancora tutta da scrivere
Chi avrebbe puntanto il solito dollaro di cortesia sugli Atlanta Hawks in finale di conference ad inizio stagione? Probabilmente nessuno. Ma chi lo ha fatto, ora può togliersi belle soddisfazioni, proprio come cercheranno di fare gli uomini di Mike Budenholzer. Essere considerati un po’ la “Cenerentola” di questi Playoff a tratti può essere un vantaggio: non c’è quella asfissiante pressione che ti costringe a dover vincere, non c’è quel senso di obbligo verso qualcuno, non c’è quella noia di dover rispondere a frequenti domande su titolo, anello et simila. C’è solo una squadra che gioca una buonissima pallacanestro, con eccellenti giocatori e con tanta voglia di dimostrare il loro valore effettivo. Costruiti da un lavoro meticoloso e accorto a cura di Danny Ferry, al centro della bufera questa estate insieme all’ex proprietario, gli Atlanta Hawks arrivano alle Eastern Conference Finals dopo aver vinto le serie contro i Brooklyn Nets (8) e gli Washington Wizards (5) con lo stesso risultato: 4-2. La prima serie, quella contro i bianco-neri, è stata piuttosto complessa per la franchigia della Georgia, probabilmente perchè nessuno si aspettava un exploit di quel genere dei ragazzi di coach Hollins. Lopez, Johnson, Bogdanovic e in parte lo stesso Williams hanno messo in difficoltà i primi della classe, vincendo e pareggiando la serie una volta tornati nella Grande Mela. Pareggio durato il giusto, meno dello spazio di un mattino perchè dopo gara 4 i Nets sono stati annientati da degli Hawks eccellenti, capaci di vincere in casa e di espugnare un campo ostico come il Barclays Center. Archiviata la pratica Brooklyn, il 2nd Round ha posto davanti i Wizards di Wall e Beal. Pronti, via: il primo “shock” arriva in gara 1, quando la squadra della capitale sbanca la Philips Arena e si porta in vantaggio, ribaltando subito il fattore campo. Dopo quel match, però, l’infortunio di John Wall ha complicato i piani di coach Randy Wittman e ha praticamente spianato la strada ad un’Atlanta che ha sì portato a casa la serie ma non senza qualche patema d’animo.
Pierce è stata la vera spina nel fianco (che per pochi centesimi di secondo non manda gara 6 all’overtime) dopo il forfait di Wall ma la solidità di un sistema di gioco curato nei minimi dettagli ha avuto la meglio sul talento e sulla grinta dei Wizards. C’è voluto un super Horford e un sesto uomo come Shroeder oltre al quintetto al massimo delle loro capacità per venir fuori dalla morsa dei “maghi” di Washington ma alla fine la tanto agognata finale di conference è arrivata. Un percorso, dunque, non senza ostacoli quello riservato agli Hawks ma allo stesso tempo queste 12 partite hanno lasciato spazio a moltissimi spunti di riflessione su quella che a tutti gli effetti possiamo considerare come la più grande sorpresa di quest’anno: dall’assenza di Sefolosha, rimpiazzata da uno straordinario DeMarre Carroll, fino alla duttilità e versatilità dei lunghi come Horford, Millsap e Antic (a tratti anche Muscala), passando per il ruolo quantomai incisivo di Dennis Shroeder. Una squadra che, come detto anche nella scorsa preview, vive tra il sogno e il definitivo salto di qualità dopo una stagione esaltante.
La prossima serie li vedrà posti contro i favoriti della Eastern Conference ovvero sia i Cleveland Cavaliers. In RS, per quello che può contare, sono già riusciti a battere gli uomini di coach David Blatt sia in casa sia in trasferta. A tal proposito giocherà un ruolo fondamentale il fattore campo, per la prima volta non a favore di LeBron James & Co. Prima contro seconda, la rivelazione contro i favoriti, il testa a testa che ci si aspettava ad inizio anno è realmente pronto a decollare. Gli Atlanta Hawks potranno avvantaggiarsi di un roster completo in termini di condizioni fisiche, cosa che non accadrà ai Cavaliers, privi ancora di Love e con un Kyrie Irving piuttosto acciaccato. La priorità sarà quella di contenere James, senza dimenticare di proteggere il ferro contro lunghi come Mozgov e Thompson, due che hanno dimostrare di dar molto fastidio in area. l’imprevedibilità dei due innesti di febbraio, ovvero sia Smith e Shumpert, preoccupa coach Budenholzer che ha avuto tempo e modo di studiare il percorso di Cleveland finora. Le contromosse tattiche, soprattutto difensive, sono il cavallo di battaglia dell’ex spalla di coach Popovich, mentre per quel che riguarda la parte offensiva i problemi dovranno crearseli “gli altri” visto che la circolazione di palla finalizzata al miglior tiro è l’arma in più degli Hawks. Sarà questo il modo più efficace di mettere in difficoltà la difesa a tratti lenta e rivedibile dei Cavaliers? Atlanta, Budenholzer, lo stato della Georgia si augurano di si.