IVERSON: "Sono un cattivo per quelli a cui non piaccio. Odiato perché ero me stesso."
E’ un Allen Iverson davvero orgoglioso quello che si racconta attraverso un video messaggio diffuso dal sito “The Players Tribune”, realizzato in occasione di un documentario andato in onda la scorsa notte negli USA riguardante la sua vita e la sua carriera. La frase simbolo? “”A quasi 40 anni non penso di dovermi più difendere. Sono un cattivo per tutti quelli a cui non piaccio, un super eroe per quelli che mi vogliono bene e a cui importa di me”.
Iverson racconta di essersi sentito giudicato fin dal primo giorno, da quando cioè tutti hanno capito la sua volontà sarebbe stata di essere se stesso e di non trasformarsi nonostante l’ingresso nella NBA. “Il mio non essere come gli altri è stato preso come un affronto, una cosa da <come osi essere quello che vuoi, devi essere quello che noi vogliamo tu sia>.” Secondo Iverson anche i suoi tanti tatuaggi hanno influito sulla sua immagine, raccontando come ognuno di quei tatuaggi ha un significato ben preciso (molti erano fatti in onore della sua famiglia) e spiegando come anche i suoi capelli non erano apprezzati e definiti capelli da “delinquente”.
“Le storie positive su Allen Iverson non fanno vendere, e quindi nessuno vuole sentirle. Quelle negative invece…” E’ un Iverson anche un po’ amaro, che racconta come all’inizio le critiche, da lui considerate futili, gli dessero davvero tanto fastidio; diventando più maturo, poi, ha capito che era meglio non dare più importanza ad esse ed a farsele scivolare addosso.