ICYMI - Il sogno e l'incubo, l'incubo e il sogno
Ritorniamo anche solo per un secondo al 18 giugno 2013. Se siete veri amanti di questo Gioco, la data potrà suggerirvi qualcosa. Nel caso contrario, vi rinfreschiamo la memoria con 3 parole chiavi: Game 6, Heat-Spurs, Walter Ray Allen. Perché ritorniamo su quella partita? A volte le sensazioni di DejaVu sono più forti di noi e sai che se il tuo corpo subisce certe vibrazioni già vissute, un ricordo é lì pronto a consentirti questo tipo di parallelismi.
Perché Gara 6 tra Heat e Spurs è paragonabile alla serie appena conclusasi tra Rockets e Clippers? Riflettendoci bene sia Spurs che Clippers hanno vissuto lo stesso sapore di SOGNO e poi di INCUBO, mentre il percorso inverso è stato fatto da Heat e Rockets. Il sogno e l’incubo, l’incubo e il sogno. Vedere quel cordone giallo alzato dagli uomini della sicurezza dell’American Airlines Arena voleva praticamente dire titolo per gli Spurs, avanti fuori casa a pochi spiccioli dalla fine. Eppure dopo questi spiccioli, Allen è riuscito a fare l’impossibilità e l’impensabile. Vedere quel tabellone con quel punteggio allo Staples Center per i Clippers voleva dire ECF, con qualche minuto in più da giocare rispetto agli speroni texani. Un vantaggio così largo a solo 12 minuti di distanza da un traguardo storico per la maggior parte dei giocatori e per una franchigia storicamente sfortunata.
Eppure quei 12′ sono bastati per passare dal sogno all’incubo. Anche le reazioni sono state paradossalmente simili: in sala stampa, nell’immediato dopo gara, nelle ore successive e soprattutto in Gara 7. Essere tanto vicini al sogno e poi vedersi crollare il mondo addosso (non senza qualche colpa importante, sia da una parte che dall’altra) prima di passare all’incubo vero e proprio. Anche un veterano come Jamal Crawford ha usato la parola “bad dream” per descrivere la sua situazione emotiva attuale ma forse questa deve essere allargata a tutta la squadra. Abbiamo parlato di Gara 7, e già che ci siamo stiamoci dentro. Quanto può aver influito il pensiero di quella rimonta, di quel canestro stregato per te e a forma di vasca da bagno per i tuoi avversari, di quel tiro buttandosi indietro con tanto di visuale oscurata che comunque ha trovato il fondo della retina? Tanto, forse “troppo” risponderebbero Spurs e Clippers. Sono come ricordi indelebili che ti impediscono di fare ciò che vuoi, di comportanti come tu vorresti, di agire come hai agito finora. Se quella sensazione di DejaVu, di sogno perduto e incubo ritrovato può venire a noi lontani fisicamente chilometri e chilometri da quelle azioni ormai leggendarie, figuratevi a chi le ha vissute in prima persona.