NBA24 PLAYOFF PREVIEW - Atlanta Hawks, tra sogno e salto di qualità
Stagione 2013-2014: ottavo posto. Stagione 2012-2013: sesto posto. Stagione 2011-2012: quinti. Le ultime 3 stagioni degli Hawks sono in parte riassunte da questi piazzamenti alla post-season, non sempre brillanti e molto spesso fini a se stesso, visto e considerato che il primo turno è stato uno scoglio già molto duro da superare. Prima quinti, poi sesti, poi ottavi. Poi PRIMI, con il secondo miglior record della Lega e con una squadra che fino al 13 febbraio contava appena un solo All-Star. Primi in una Eastern Conference troppo spesso bistrattata e troppo spesso fatta cadere in basso al cospetto dei giganti dell’Ovest. Finire davanti ai Cavaliers di LBJ, ai Bulls di Rose e alle piccole-grandi realtà come Toronto e Washington, visti anche i loro tetti salariali, non è impresa comune. Come si cambia? Rifondando e ripartendo da scelte coraggiose che nel medio-lungo periodo sono destinate a pagare e ripagare la tenacia di chi ha preso determinate decisioni. L’innesto più importante, senza ombra di dubbio, è stato nella posizione di HC, dove Mike Budenholzer ha assunto il ruolo di timoniere in maniera perfetta. C’è chi potrebbe lasciarsi andare ad uno dei più classici “Ci mancherebbe altro, dopo una vita passata accanto a Pop!”. Non è propriamente così, o almeno superficialmente può essere generalizzato in questo modo. Ma il rapporto con i giocatori, l’impronta sul gioco, sia offensivo che difensivo, sono tasselli troppo importanti per essere trascurati. Senza stelle? Forse, ma con tanta voglia di diventarlo. Il sogno degli Atlanta Hawks comincia adesso.
ROSTER – Starting Five: Jeff Teague, Kyle Korver, DeMarre Carroll, Paul Millsap, Al Horford. On the bench: Pero Antic, Kent Bazemore, Elton Brand, Austin Daye, John Jenkins, Shelvin Mack, Mike Muscala, Dennis Schroder, Mike Scott, Thabo Sefolosha. HEAD COACH: Mike Budenholzer.
Record: 60-22 (2nd). Conference: 38-14. Division: 12-4. Home: 35-6 (2nd). Road: 25-16.
Regular season: il riassunto della RS degli Hawks si potrebbe richiudere nella parola “RECORD” perchè questa squadra ha riscritto la storia di una franchigia e in parte della National Basketball Association. 60 vittorie, appena 22 sconfitte, rendendo la Philips Arena un palazzo quasi inespugnabile (appena 6 sconfitte). Costanza, dedizione e rari momenti di appannamento, come quello dopo la striscia di vittorie consecutive che ha permesso lo strappo sulle inseguitrici. E poi il mese di gennaio, unico nel suo genere: 17-0, nessuno nella storia NBA aveva concluso un mese senza sconfitte. A proposito di record: un quintetto intero viene nominato “Player of the Month” per la prima volta. Quei 5 premiati appartengono agli Atlanta Hawks. Ci sarebbero sfilze di numeri da potervi dare per convincervi che il primato non è casuale, e dove non arrivano i numeri arriva il buon gioco, la gran difesa e la grande intensità che tutti, partendo da Teague finendo a Muscala, hanno messo a disposizione di squadra e compagni. 60-22, basta questo per testimoniare che la miglior squadra della regular season ad Est sono gli Atlanta Hawks, senza se e senza ma.
La squadra: sarebbe bello chiedere a coach Budenholzer quale aggettivo sceglierebbe per definire la sua squadra. Sarebbe una delle cose più difficili. Rispetto agli altri anni, gli Atlanta Hawks possono contare su un (quasi) quintetto di All Star, viste le convocazioni dei 4/5 dello starting five per l’ASG di NYC, e da quest’anno su una panchina che riesce spesso e volentieri a cambiar marcia quanto i titolari non riescono a girare la partita. Soprattutto nei PO, questo è un aspetto da tenere sempre in considerazione. La panchina è finalmente OK e i titolari, come detto, sono All Star. Dalla rapidità e l’imprevedibilità di Teague a una vera e propria macchina da guerra come Kyle Korver (volete provare a fare 11 punti in un minuto?), fino ad arrivare ad una coppia di lunghi molto atipica, perchè sia Horford che Millsap riescono a giocare splendidamente sia in post sia fronteggiando il canestro e attaccando l’uomo dal palleggio. Difensivamente gli Hawks hanno dimostrato di poter tenere a bada qualsiasi tipo di attacco ma, nel famoso episodio Copeland di NY, hanno perso un tassello fondamentale come Thabo Sefolosha, il vero specialista difensivo, l’uomo che smisti sui giocatori avversari più pericolosi (per info, chiedete a LBJ nel 2011 come ha dovuto sudare ogni tiro che ha preso). L’ago della bilancia, così come lo è stato da novembre/dicembre in poi può risultare Dennis Shroeder, il folletto tedesco che spacca in due le partite di Atlanta. Jeff Teague, dando una ingente mole di intensità quand’è in campo, è chiamato spesso da coach B. a rifiatare in panca, per permettergli di recuperare e di non perdere di lucidità. Sono quelli i momenti chiave dove Atlanta ha saputo dimostrare di essere una grande squadra e nei PO questo fattore viene amplificato moltissimo.
L’uomo-chiave: scelta difficile, perché in uno scacchiere coordinato, organizzato e bilanciato perfettamente è dura scegliere un solo giocatore chiave. Allora, con una piccola licenza, ci permettiamo di inserire un reparto intero, quello dei lunghi. Al Horford e Paul Millsap in primis sono i giocatori più determinanti nel gioco degli Hawks e hanno un ruolo fondamentale soprattutto in difesa. Millsap può marcare un 3 e un 4 benissimo, Horford è chiamato a prendere tutto ciò che si avvicini al pitturato, anche non avendo un fisico prettamente da centro. In questa stagione hanno dimostrato, però, di lavorare benissimo insieme, quasi come un sol uomo, quasi come un sol uomo-chiave.
Il primo passo, il primo scoglio, quello che in passato ha sempre causato problemi agli Hawks, è rappresentato dalla serie contro i Brooklyn Nets, non propriamente il miglior avversario della Eastern Conference. L’insidia più importante era Indiana, visto anche il rientro di PG13. Brooklyn, invece, ha potenziale offensivo e difensivo sicuramente più basso ma coach Hollins sa come trasformare una squadra e la sua operazione è riuscita anche grazie ad un Brook Lopez straordinario nell’ultimo mese e mezzo. Il sogno inizia oggi, come detto, e combacia allo stesso modo con il salto di qualità che i Playoff ti consentono di fare, sia in termini di risultati e sia in termini di credibilità.
Pronostico: 4-0 Atlanta Hawks