Curry più di Paul, Warriors più dei Clippers! Non basta un Griffin da 40 per fermare la capolista
Staples Center in Los Angeles, California, la Western Conference al suo meglio: in un angolo abbiamo i Golden State Warriors imbattuti da 9 turni, grazie a cifre imbarazzanti degli Splash Brothers, nell’altro i Los Angeles Clippers che finalmente hanno messo la quarta e provano a spiccare il volo. Prima contro quarta ma una differenza, quella tra le squadre del pazzo West, che si assottiglia sempre di più quando ormai la linea d’arrivo di una pazzesca regular season 2014-15 è piuttosto vicina. Tante le sfide nelle sfide, da CP3, vero padrone di casa, contro il primo classificato nella graduatoria “MVP” Stephen Curry, da Jordan contro Bogut fino ad arrivare a Thompson contro Barnes. Purtroppo non sarà della partita Draymond Green, tenuto a riposo per il riacutizzarsi di un problema fisico. E’ un’assenza che può pesare, perchè riduce le rotazioni a disposizione di coach Kerr e poi perchè nello scacchiere offensivo andava annoverata come vera e propria minaccia. Sarà David Lee, in ripresa fisica, ad occuparsi di BG, Blake Griffin. E’ tutto pronto, si inizia!
1st quarter: Partenza flash per i padroni di casa che mettono subito in partita Griffin e Barnes, mentre l’attacco di Golden State in prima battuta sembra essere un pizzico appannato. Pronti, via. 7-0 Clippers! Il primo canestro dal campo per gli ospiti porta la firma di Thompson sull’ennesimo gran lavoro di lettura di Bogut, giocatore miglioratissimo sotto questo punto di vista. Chi, invece, non ha mai dovuto lavorare sulla visione di gioco è Curry, perchè il talento e quelle mani da pianista fanno sempre il loro mestiere, proprio come in occasione dello spettacolare assist che manda a schiacciare David Lee. Il primo “splash” arriva dall’angolo per Curry, che riporta i suoi sotto di 3 sole lunghezze (8-11). Sin da subito si intuisce che il problema principale per la difesa GS ha il #32, ha un gran fisico e lo chiaman tutti Blake The Great: magia di Paul che con una sola finta si sbarazza di Bogut e Curry prima di mandare al ferro BG! Siamo pur sempre nella città più spettacolare di tutte! Non solo assist per CP3 che dopo un po’ di confusione si mette in proprio e piazza la tripla del +12 Clippers (12-24). La miglior difesa NBA sembra imbambolata dinanzi alle solite prodezze di Paul e concede tagli senza copertura che porteranno a facili canestri per i padroni di casa. Il primo quarto si chiude sul punteggio di 18-30, con coach Kerr per niente soddisfatto dell’approccio dei suoi giocatori.
2nd quarter: Kerr decide di cambiare e di iniziare il secondo quarto con la “second unit” inserendo Livingston, Ezeli e Barbosa. Sarà proprio il brasiliano da 3 punti a ridurre lo svantaggio da 13 a 10 punti (23-33). I set difensivi dei Clippers vanno in leggera difficoltà, perchè Rivers si trova a difendere contro Livingston o Iguodala, entrambi più alti e più pronti fisicamente. Entrambi giocano in visione, consentendo ai Warriors di prendere tiri molto più comodi di quelli del primo quarto. Rientra Griffin per LA e la differenza si vede subito: BG32 ci dimostra quanto il suo ballhandling sia migliorato e di come sappia usare magnificamente il perno per eseguire il suo classico giro dorsale che lo porterà in prossimità del ferro. Tornano tutti i titolari in campo a metà quarto e la storia ridiventa molto più simile alla prima metà del primo tempo: Paul inventa, Redick risponde presente e riporta i suoi sul +15 (27-42). Sull’ennesima palla persa e sull’ennesimo canestro subito senza opposizione per Griffin, Kerr chiama timeout e cerca di scuotere i suoi. Un body language che non va nella direzione sperata dall’ex Bulls che, quindi, vuole parlarci su. L’uscita dal timeout si lascia guardare: palla a Curry, la cede a Barnes, solito incredibile movimento senza palla e poi il solito rumore del nylon che si muove appena. Prendono fiducia anche gli altri, ma soprattuto Steph, che è entrato definitivamente in partita. Al minuto 2:27 del secondo quarto IMBARAZZA (miglior termine non esiste) Chris Paul facendolo praticamente sedere a terra dopo un cambio di mano fulmineo andando indietro. Una sensazione di DejaVu? Tutto normale, perchè nell’ultimo match tra Warriors e Clippers, Steph mise a segno forse la sua giocata dell’anno! Immaginate solo il delirio della panchina per capire di cosa stiamo parlando. Il secondo quarto, vinto dagli ospiti, termina sul punteggio di 46-53 Clippers ma l’inerzia dalla parte di Golden State.
3rd quarter: si ritorna in campo e ritorna il monologo di Griffin che giova dell’eccessivo spazio concessogli da David Lee, palesemente in ritardo fisico rispetto agli altri giocatori. Come ogni inizio quarto si cerca (e si trova) JJ Redick che piazza la tripla che rimette una differenza in doppia cifra fra le due squadre (48-58). Si iscrive alla partita anche Klay Thompson, piuttosto silente nel primo tempo: il suo and-one riduce ancora una volta lo scarto. I ruoli si invertono di nuovo: Bogut in punta con palla e Curry che si smarca senza. Il risultato è una magnifica gestione della palla da parte dell’aborigeno e una splendida esecuzione del #30. Ci risiamo, -5 in un nulla. I problemi per gli ospiti, ora, provengono solo dalla difesa e anche Bogut invita gli altri a difendere di più e a non pensare solo ed esclusivamente alla parte offensiva. Blake Griffin, intanto, si conferma vera spina nel fianco segnando ancora. Thompson diventa Thompson nel terzo quarto e improvvisamente l’attacco di GS sembra di nuovo inarrestabile. Il lavoro che fa sulle doppie uscite è sensazionale e, come per Curry, si sente solo il rumore del cotone che si muove. Gli Splash Brother si ritrovano e prima Curry in zingarata e poi Thompson da 3 firmano il pareggio a quota 67 con 5 minuti da giocare sul cronometro del terzo quarto! Timeout obbligatorio Rivers. La risposta si chiama ancora una volta Griffin, autore di una giocata unica nel suo genere: dribbla col solito spin move Barbosa e poi spicca il volo, non concludendo in schiacciata ma con un appoggio al vetro degno del suo amico Paul. Giocata da Top10. Un’altra giocata da Top10 arriva all’azione seguente a firma Maurice Speights: finta di tiro, fa saltare Griffin, guadagna il pitturato e poi posterizza Big Baby con una schiacciata ad una mano. Il terzo quarto si conclude sul punteggio di 82-88 Clippers.
4th quarter: i motori, già riscaldati nel terzo quarto, iniziano a carburare per permettere di giocarsi il tutto e per tutto nell’ultimo e decisivo quarto. La scelta coerente di Kerr è concedere il mid-range jumper a Blake che, però, dimostra di essere in serata e continua a macinare punti. Si continua su una situazione di equilibrio fino a 3′ dalla fine, quando Bogut con un arcobaleno molto delicato regala in secondo vantaggio a Golden State (100-98). Una giocata che deciderà la partita la sarà quella di Iguodala che, lasciato da solo in angolo, attirerà il close out di Barnes che gli franerà addosso regalandogli 3 tiri liberi. 3/3 per l’ex Denver Nuggets, portando i suoi Warriors sul 106-102. GS non vuol commettere fallo e non vuole un gioco da 3 punti ma finisce per far segnare 2 troppo comodi in lay-up a CP3. 12 secondi dalla fine, 106-104 GSW e palla in mano alla squadra ospite. Fallo immediato e 2/2 dalla lunetta. Poi la giocata della gara: rimessa di Jordan, Paul riceve in prossimità della linea di metà campo, c’è una deviazione, si va nella metà campo difensiva dei Clippers e l’arbitro fischia una infrazione di campo tra le proteste di Paul, Jordan e soprattutto Rivers. Nonostante Rivers cercasse di spiegare all’arbitro che Thompson, difensore di Paul, avesse toccato la palla e quindi la deviazione non è da attribuire al #3 dei Clippers, il replay dice ben altro: è Paul a perdere la palla sulla pressione di Thompson e quindi il fischio arbitrale è corretto da parte dell’arbitro. E’ Game, Set & Match allo Staples Center: finisce 110-106 per i Warriors che arrivano a 10W di fila battendo a domicilo dei tostissimi Los Angeles Clippers.
I migliori realizzatori della gara sono Blake Griffin, autore di una doppia doppia da 40 punti (16/25 dal campo) e 12 rimbalzi, Stephen Curry, 27 punti con 4/6 da 3 punti, e Klay Thompson, 25 con 3/7 dall’arco. Gli Splash Brothers, dunque, continuano la loro marcia e combinano 52 punti suoi 110 totali della squadra. Anche Paul va vicino ai 30 (27) e distribuisce 9 assist ma la palla persa finale è fatale per i suoi Clippers.