ROTY Rush #7 - La guida al rookie dell'anno
ANDREW WIGGINS – Il canadese sempre più in flessione, rasentando quasi la caduta libera. Finale di stagione deludente per i suoi e la mancanza di motivazioni, con un ROTY Award già in tasca e i playoff diventati irraggiungibili, si fanno notare. Solo una volta sui 20 punti nelle ultime 5, per un’ala che fa della realizzazione la sua arma micidiale, non sono accettabili. Il tutto sperando che partite come quelle contro Phoenix e San Antonio non si facciano più vedere in giro.
ZACH LAVINE – Restiamo in Minnesota, dove l’unico discorso degno di nota è quello che concerne i Rookie. Che a Zach servissero minuti era quasi una certezza, confermata dalle ultime partite giocate dai Wolves. 20 punti contro Knicks e Nets, 18 con 6 rimbalzi e assist contro San Antonio quando mancava Rubio e gli è stato concesso il posto in quintetto, ne sono una prova. La prestazione incolore a Toronto con la metà dei minuti toglie ogni dubbio.
NERLENS NOEL – Fermi tutti: il lungo dei 76ers ha cominciato a fare punti pesanti. 11 contro i Pistons, 18 a Boston, 17 ai Nets devono far tremare la lega, aperta ad un nuovo dominatore sotto canestro. A decorazione c’è il solito lavoro difensivo da grande cestista, in attesa di una chiamata da una contender che gli permetta di cimentarsi in una sfida più impegnativa. Nel frattempo il suo anno continua nella sua ripida salita.
ELFRID PAYTON – In quanti avrebbero scommesso su di lui dopo il fine 2014 da incubo? Eppure quei tempi non potrebbero sembrare più lontani, stando alle prestazioni da incorniciare degli ultimi tempi. Il posto in quintetto non è mai in dubbio, il minutaggio è spesso il più elevato della franchigia e i numeri stanno diventando mostruosi. Quasi mai sotto la doppia cifra, ha prima sfiorato la tripla doppia contro i Cavaliers (13 punti, 10 assist e “solo” 9 rimbalzi), trovandola appena qualche giorno dopo contro Dallas, laddove ha messo a segno 15 punti, 10 rimbalzi e i soliti 12 assist, statistica dove padroneggia.
KJ MCDANIELS – Le sue presenze ormai sono diventate una rarità e spesso sono così veloci da non accorgersene. Se vieni impiegato per meno di un minuto delle domande cominci a fartele e così starà probabilmente facendo KJ. il prossimo anno si potrebbe ripartire da una franchigia senza ambizioni, senza farsi bloccare dal fallimento nell’ultimo grande salto. Il McDaniels visto a Philadelphia era un grande prospetto, quanto dovremo aspettare per rivederlo?
NIKOLA MIROTIC – La nomina a miglior Rookie del mese per la Eastern Conference, non fa che premiare un rendimento costantemente sopra le righe per lo spagnolo. Praticamente mai sotto i 15 punti a partita, le prestazioni messe in scena contro OKC e Indiana (rispettivamente 27 e 25 punti) lo innalzano a grande nome in una contender come quella dei Bulls, che non scarseggia in quanto a blasone. Resta il rammarico per il periodo d’ombra in pieno inverno. MARCUS SMART – Il rilancio dei Celtics in piena zona playoff passa anche dalle mani di Marcus Smart. La crescita del suo gioco ha cancellato i dubbi degli scettici sul suo ruolo nella franchigia, che lo vede puntualmente impiegato come playmaker titolare a scapito di un Crowder, mai come ora davvero sesto uomo. Proprio l’ultima partita (persa però dai suoi Celtics) è stata la ciliegina sulla torta della sua ascesa, laddove ha realizzato ben 25 punti, oltre al solito, ottimo lavoro di assistman.
JUSUF NURKIC – Chiudiamo l’odierna edizione del ROTY Rush con il gigante bosniaco in forza ai Denver Nuggets. Dopo lo stop che l’ha tenuto fermo, il rientro è stato graduale e lo ha pian piano riportato ad un posto nel quintetto (quando Faried gioca in posizione di Ala Grande). Le caratteristiche, però, non sono cambiate: dominio sotto canestro da entrambi i lati e tanta difesa. I punti restano davvero pochi, e forse passa dall’incremento di questi numeri il definitivo salto di qualità.